TRAFFICI RO- RO: LE TESI DISINVOLTE SULL’ECCESSO DI DOMANDA.

portoCoordinamento Circolo Porto PRC Livorno

In questi ultimi mesi le attività portuali dei Ro-Ro sono al centro di una discussione, spesso falsata. Infatti sembra che questa importante attività portuale stia vivendo un momento di grande espansione tanto da far dichiarare al Commissario Gallanti di essere in presenza di un “eccesso di domanda” (articolo di Mauro Zucchelli sul Il Tirreno del 16.01.2016). Sarà bene uscire dalla fase propagandistica e vedere i numeri reali per capire se siamo in presenza di un “eccesso di domanda” invece che di un “eccesso di offerta”. Partiamo dai dati storici, ritornando all’anno record, cioè il 2008. In quell’anno furono operati 445.339 mezzi per un totale di circa 13.400.000 milioni di tonnellate. Il tutto veniva svolto nei 95.000 mq (lordi!) di LTM e nelle aree (27.000 mq) che l’Autorità Portuale con un “atto novativo” sottrasse al Termina Darsena Toscana per destinarne al traffico ro-ro. A queste dobbiamo aggiungere le aree della Porto di Livorno 2000 utilizzate nei mesi invernali da LTM.

Nell’anno 2009, nonostante fosse iniziato una fase calante per i traffici Ro-Ro (riduzione della domanda) si è proceduto all’ampliamento dell’offerta, rilasciando 12.631.mq di aree in concessione alla Calata Pisa al terminalista Lucarelli, con l’aggiunta di “occupazioni temporanee” di aree in radice dal Molo Italia. Infine. Con l’entrata di Sintermar nel settore dei RO-RO l’offerta si è allargata di circa 150.000 mq di aree e circa 500 ml di banchina di pertinenza del terminal. E’ di questi giorni la notizia, che conferma il permanere di una guerra tariffaria al ribasso (price competition), per cui una compagnia di navigazione, Cotunav, (che opera in regime extra-Schenghen con tutte le problematiche doganali e di sicurezza che questo comporta), decide di risolvere il contratto con LTM, a favore di un altro terminalista che opera prevalentemente su altra merce. Così avremmo un nuovo terminalista nel settore ro-ro, già strutturalmente sovradimensionato.

Se sommiamo aree e banchine per i ro-ro ci accorgiamo che rispetto all’anno del record sono più che raddoppiate. Allora evitiamo di dire che in porto siamo in presenza di un eccesso di domanda, perché è vero il contrario. Sulle prospettive: La presenza ed il rafforzamento nel nostro scalo dell’armatore Grimaldi, potrebbe non risultare in prospettiva quell’Eldorado che si vorrebbe far credere. Un grande operatore internazionale che certo aiuta poco le prospettive occupazionali dei marittimi italiani, come emerge dal contenzioso con il gruppo Onorato e dalle preoccupazioni delle O.O-S.S. Il problema non finisce nella tratta marittima, ma si allarga al lavoro e ai servizi portuali. Nel nostro scalo in questi anni è diminuita la creazione di ricchezza in parte trasferita proprio agli armatori che sono scesi a terra.

E’ bene essere chiari, chi pensa che una volta ultimato lo steep 1 della Darsena Europa si possa trasferire sulla Darsena Toscana, con banchine a -13m, le attività dei ro-ro, farebbe un grave danno al porto di Livorno sul piano organizzativo, economico e sociale. L’evoluzione dei vettori non riguarda solo i contenitori, ma anche le Break Bulk, specie le boxshaped/open hac, molto utilizzate per il trasporto dei prodotti forestali.

21 gennaio 2016: La nostra storia e l’attualità del comunismo


In occasione del 95° anniversario della fondazione del PCI, importante iniziativa nazionale a Livorno: la conferenza “La nostra storia e l’attualità del comunismo”. L’iniziativa si tiene dalle 17:00 in Sala Montecitorio del Palazzo dei Portuali (Via San Giovanni 13, Livorno)!

questo il programma dell’iniziativa:

Presiede:
Francesco Renda – segretario provinciale Rifondazione Comunista

Interventi :

Claudia Candeloro – portavoce Giovani Comunisti

Paolo Favilli – storico

Andrea Ferroni – portavoce Giovani Comunisti

Dino Greco – responsabile formazione Rifondazione Comunista

Guido Liguori – storico

Lidia Menapace – partigiana, femminista

Conclude

Paolo Ferrero – Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista

 

Prima dell’iniziativa, alle 16:00, ci troviamo di fronte al Teatro Goldoni (Via Goldoni, 83) per una camminata commemorativa del percorso fatto 95 anni fa dai fondatori del PCI fino al Teatro San Marco!

Referendum regionale sulla sanità: da Rossi schiaffi alla democrazia

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – SEGRETERIA REGIONALE TOSCANA
tagli_sanitaSulla legge di (contro) riforma della sanità regionale pensavamo di averle viste tutte da parte di Rossi e della sua maggioranza, invece al peggio non c’è fine, continuano infatti con gli schiaffi alla democrazia!

Dopo aver infatti presentato una nuova proposta di legge allo scopo unico di evitare il referendum (richiesto da 55 mila toscani e alla cui raccolta, come PRC toscano, abbiamo fattivamente contribuito). Imposto un approvazione velocissima della proposta di legge con consultazioni fatte per email ed osservazioni in cinque giorni.

Dopo aver più volte palesemente violato le più basilari regole del Consiglio per impedire la discussione degli emendamenti, di merito, delle opposizioni, tra cui la maggior parte di SI Toscana A Sinistra, siamo adesso all’auto mutilazione, da parte del PD, di un terzo della proposta di legge della Giunta, oltre 50 articoli su una legge di 150, pur di vanificare gli emendamenti presentati dalle opposizioni.

Insomma pur di impedire il referendum, terrorizzati dal fatto di perderlo perché è sempre più evidente ai cittadini toscani dove veramente sta andando la sanità toscana: privatizzazioni, ticket altissimi, liste di attese lunghissime, sono pronti a tutto.

Ma oltre allo schiaffo evidente alla democrazia sorge spontanea la domanda: ma che serietà può avere una proposta dalla quale per esigenze di bottega si possono stralciare parti così rilevanti? Insomma in nome a rendere impossibile il pronunciamento popolare e gli emendamenti son pronti a realizzare “aborti” legislativi ancor peggiori dei precedenti!

Segreteria Regionale Toscana di Rifondazione Comunista

19 dicembre fuori tutt@! Sosteniamo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione

(di Roberta Fantozzi)fuoritutti2

Le lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione scioperano una seconda volta il 19 dicembre, dopo la mobilitazione del 7 novembre, e manifestano a Milano.
Sosteniamo con forza la loro lotta, che è importantissima per i salari e le condizioni di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori.
Lo è perché in questo settore si è sperimentato in questi anni il massimo dello sfruttamento: moltiplicazione dei contratti con ogni forma di precarietà, subordinazione della vita delle lavoratrici e dei lavoratori ai tempi delle imprese, liberalizzazione degli orari che ha invaso i giorni festivi impedendo le normali relazioni tra le persone.
Ma tutto questo non basta. Non solo non viene rinnovato il contratto scaduto da 22 mesi ma i padroni della grande distribuzione pretendono di tutto, di più: taglio degli scatti di anzianità e delle ore di permesso retribuito, sterilizzazione di 13esima e 14esima per il calcolo del tfr, aumento degli orari e della flessibilità gestita unilateralmente dalle aziende. Le grandi centrali cooperative vogliono ridurre il costo delle ore di lavoro, tagliare le maggiorazioni per il lavoro domenicale, notturno, straordinario e supplementare, tagliare le retribuzioni per le malattie brevi, derogare al contratto per il Sud.
Sono spesso i giovani e le donne i dipendenti della grande distribuzione, e su di essi si vorrebbero scaricare una concorrenza feroce.
Diciamo NO con le lavoratrici e i lavoratori che sciopereranno sabato. E’ grottesco che la grande distribuzione si lamenti di una crisi dei consumi che affonda le proprie radici in quella diminuzione dei salari e svalutazione del lavoro che vuole aggravare con le proprie inaccettabili pretese.
Diciamo SI a condizioni di salario e di lavoro dignitose e ci impegniamo a lavorare perché venga rimessa radicalmente in discussione la liberalizzazione degli orari introdotte dal governo Monti nel 2011. Monti allora disse che con le “liberalizzazioni il prodotto interno lordo potrebbe salire dell’11%, i consumi dell’8% e i salari reali di quasi il 12%”.
Una balla stratosferica. Le liberalizzazioni hanno solo aumentato il dumping tra piccola e grande distribuzioni, peggiorato la qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie, tagliato il tempo per il riposo e per le relazioni umane.

Fuori tutt@! Tutt@ a MILANO!