Ancora un incidente mortale in porto. Ora basta!

La Federazione livornese del PRC esprime le proprie condoglianze ai familiari e ai colleghi del camionista rimasto ucciso a causa dello schiacciamento provocato da un forklift, durante le operazioni di carico del camion nel Terminal “Scotto”. Dobbiamo purtroppo constatare che in poco tempo sono successi nel nostro scalo incidenti mortali e gravi infortuni.

Non è possibile continuare così, bisogna fermare queste dinamiche anche attraverso il monitoraggio delle condizioni e dei ritmi del lavoro che, specie in alcuni settori, stanno rasentando l’inumano.

Sull’incidente odierno in Sintermar

In merito all’incidente sul lavoro avvenuto oggi a bordo di un traghetto in Sintermar, la Federazione livornese di Rifondazione Comunista esprime innanzitutto gli auguri di pronta guarigione a Mauro Montalbano. Rimarchiamo come il porto stia diventando un’ambito di lavoro dove i livelli di sicurezza sono spesso bassi, tanto da aver provocato in questi anni anche incidenti mortali. Certo incidono su queste dinamiche gli allentamenti sulla questione delle regole che, come abbiamo denunciato più volte, ricadono sui lavoratori sia sul piano sociale che dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro. Per fermare questa spirale bisogna che il lavoro ed i lavoratori tornino ad avere un ruolo e una funzione centrale nelle attività lavorative, in particolare nel nostro porto.

La Segreteria della federazione livornese di Rifondazione Comunista

sabato 28 maggio, incontro pubblico contro l’euroausterità

Dalle manifestazioni francesi “La nuit Debout” contro contro lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, alla conferenza internazionale per un “PLAN B” contro le politiche europee di austerità: la mobilitazione europea ci mostra una strada diversa da quella dei golpe finanziari, dei tagli sociali e della disoccupazione di massa. Quali le prospettive sui nostri territori?
Parliamone insieme in questo incontro aperto!

Sabato 28 maggio, dalle 16:30, Arena Astra (P.zza L.Orlando 38)

presenta:
Checchino Antonini (Comitato Promotore Plan B Italia)
partecipano:
Roberta Fantozzi (responsabile lavoro nazionale Rifondazione Comunista)
esponenti di #BuongiornoLivorno e Rete degli Studenti Medi
moderatrice:
Antonella Bruschi (Sinistra Anticapitalista)

 

28_maggio_a4_2

Renzismo spirituale: il Segretario PRC risponde al vescovo di Livorno

Francesco_RendaHo letto con disgusto le dichiarazioni del Vescovo di Livorno, Sig. Giusti, sull’assenza di una cultura del lavoro a Livorno. Pur condividendo l’appello ad uno sforzo unitario affinché nella nostra città possano tornare a crescere i posti di lavoro, questa affermazione dà la misura di quanto i rapporti di forza tra lavoratori e datori di lavoro siano ormai sproporzionati a vantaggio di questi ultimi. E’ al corrente il Sig. Giusti che, in questo paese, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici sono in via di smantellamento progressivo in un sostanziale clima di rassegnazione sociale? Come spiega che, nonostante il blocco della contrattazione collettiva, l’abolizione dell’articolo 18 e via discorrendo, non si sia verificata nessuna impennata della crescita economica? Col fatto che i lavoratori sono dei fannulloni?

Non me ne voglia il Vescovo, ma leggere che i livornesi non hanno la cultura del lavoro non è solo falso, ma strumentale alle politiche del Governo Renzi, di cui infatti utilizza proprio il linguaggio e l’atteggiamente sprezzante. Per quanti esempi lui possa portare ne esistono altrettanti dove i lavoratori e le lavoratrici livornesi continuano ad andare sul posto di lavoro senza percepire lo stipendio, o sottopagati, subendo soprusi quotidiani da parte del datore di lavoro, del quale sono completamente in balìa, e che, nonostante tutto, difendono la propria professionalità continuando ad edempiere al loro dovere. Perché allora rammentare presunti fannulloni? Semplicemente per lo stesso motivo per cui, ad ogni fatto di cronaca, occorre specificare la nazionalità del reo, in modo così da scaturire una reazione generalizzata di colpevolezza attorno a tutti gli altri. La colpa del lavoratore indisciplinato o fannullone ricada su tutti gli altri, sarà più facile attaccare le ultime vestigia della nostra lotta il prossimo anno!

La colpa non è dei lavoratori Sig. Giusti, la colpa è stato il permettere l’adozione a-critica del modello neoliberista dopo la caduta del Muro di Berlino, senza mantenere in vita quanto di buono la tradizione della lotta operaia aveva da offrire. L’Italia ha scalato la classifica della disuguaglianza, foraggiato un sistema finanziario crudele, abbandonato qualsiasi politica industriale ed illuso i suoi cittadini con parole da imprenditore macchietta, insegnandoci che dovevamo essere “giovani, dinamici e flessibili” o “reperibili H24” mentre stavamo tornando ad essere sfruttati come nell’800. Chieda pure a qualsiasi lavoratore o lavoratrice se oggi è possibile far valere in azienda i propri diritti rimasti, le verrà risposto con secco NO! Voglio portare alla sua attenzione una vicenda personale, cosa farebbe se non percepisse lo stipendio da mesi e scoprisse che il suo datore di lavore è in villeggiatura all’estero senza aver minimamente giustificato il proprio inadempimento con lei? Sig. Giusti, se lavorasse, si scoprirebbe in malattia pure Lei!

La soluzione alla stagnazione economica italiana non è inculcare ai livornesi la cultura del lavoro, cultura che anzi potrebbero insegnarle, ma quella di smetterla di sbilanciare dal lato imprenditoriale le politiche governative, dirottandole su quello dei lavoratori e delle lavoratrici, con una sana opera di redistribuzione del reddito capace di rilanciare i consumi senza tagliare i servizi. Papa Francesco sarebbe d’accordo, e lei?

Francesco Renda
Segretario Federazione Livornese del Partito della Rifondazione Comunista

1 maggio agli orti urbani

1 maggio

Il Primo Maggio, oltre ad essere la festa dei lavoratori, è sempre di più una giornata di Lotta per la difesa dei diritti e dei beni comuni.

A Livorno esiste ormai da 3 anni, grazie ai compagni dell’Ex Caserma, al Collettivo dei disoccupati e precari e al Collettivo degli Orti Urbani, uno spazio liberato dal cemento che resiste e si offre come bene comune per tutta la città di Livorno.

Oggi questo spazio si trova sotto attacco da parte dell’Amministrazione Livornese.

La sinistra livornese si vuole schierare in modo netto e deciso per la tutela di un’esperienza che ha restituito alla fruizione di tutti una parte della città, contro una cementificazione che non risponde all’emergenza abitativa dei suoi residenti. Il Comune, trincerandosi dietro la scusa della propria impotenza, non fa niente per opporsi allo svuotamento di qualsiasi esperienza non sia ricompresa all’interno del modello di consumo sfrenato e globalizzato. La rilevanza pubblica e sociale dell’esperienza degli Orti Urbani impone invece che venga trovata una soluzione per la sua sopravvivenza.

L’obiettivo della festa è quello di continuare a mantenere accesi i riflettori sugli Orti, in modo che questi non siano smantellati nel silenzio prima che una soluzione per la loro sopravvivenza possa essere trovata. Parte del ricavato sarà inoltre destinato alle spese giudiziarie che il collettivo dovrà sostenere a causa delle inevitabili pendenze giudiziarie future.

Per questo Rifondazione Comunista, Buongiorno Livorno, la Rete degli Studenti Medi, Sinistra Anticapitalista insieme al Collettivo degli Orti Urbani invitano tutti i cittadini a partecipare alla festa del Lavoratori agli Orti Urbani di via Goito.

 L’appuntamento è dalle ore 12,00 con una giornata all’insegna di musica, cibo, dibattiti e convivialità.

Questo il programma:

ore 12,00 pranzo popolare

ore 15,30 Spettacolo: I Burloni in “il primo Maggio nobilita l’uomo”

ore 16,00 Dibattito: Un primo Maggio per la difesa dei beni comuni e dei lavoratori. Partecipano Marco Bruciati (BL) Francesco Renda (PRC) W. Baldo (SA) rappresentanti dei collettivi Orti Urbani e Precari e Disoccupati

ore 17,30 Musica live

Per tutta la giornata sarà possibile partecipare al mercato senza denaro!

Open the borders

La federazione livornese di Rifondazione Comunista aderisce alla manifestazione “Open the borders” di venerdì 15 aprile!

“BASTA alle morti in mare, BASTA ai muri ed ai fili spinati, BASTA allo sfruttamento economico da parte dei mercanti di morte, BASTA alla ricerca di soluzioni alternative che non tengono conto della disperazione e della dignità dei profughi provenienti dai Paesi in Guerra e dalle dittature… L’Italia e l’Europa hanno il dovere di accogliere tutti coloro che chiedono aiuto per le loro vite, come sancisce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “vi è anche il diritto di chiedere e ottenere in altri paesi asilo dalle persecuzioni…”, e non sono forse “persecuzioni” le bombe, le torture, gli stupri, le violenze, le dittature? L’Europa ha paura dell’ “invasione”, ma quale invasione? Siamo quasi 570 milioni di abitanti in questo Continente a fronte del 4,7 per cento di richiedenti asilo… E’ giunto il momento che l’Italia e l’Europa tutta aprano i CANALI vite perse e ridare dignità alle persone. La Comunità di Sant’Egidio insieme alle Chiese evangeliche e Valdesi hanno iniziato questo percorso, andando a prendere famiglie di siriani in Libano, portandole in Italia, concretizzando l’aiuto vero, ma ci vuole molto di più, non si può delegare ai privati ciò che è un DOVERE dell’Europa!
“OPEN THE BORDERS”, chiedono i migranti ammassati dietro i fili spinati con la polizia in tenuta antisommossa. Noi dobbiamo urlare a gran voce WELCOME EVERYBODY chiedendo l’impegno dei governi europei affinché le vite dei bambini, delle donne e uomini possano essere salvate rispettando la loro richiesta, la loro sicurezza e la nostra accoglienza.”

open_the_borders