Scarichi Solvay, esposto alla Procura

ROSIGNANO – Medicina Democratica ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica relativo agli scarichi Solvay.
“Le questioni che si pongono con il presente esposto sono le seguenti – scrive Maurizio Marchi – la società Solvay di Rosignano, non rispettando gli impegni formalmente sottoscritti con l’accordo di programma del luglio 2003, ha arrecato danno alla salute pubblica e all’ecosistema marino, continuando nello scarico di solidi sospesi e di mercurio, oltre i limiti dell’accordo per i solidi, ha ricevuto illecitamente finanziamenti pubblici legati al programma di riduzione degli scarichi, non rispettato, di cui all’accordo citato, ha costruito un nuovo impianto (elettrolisi a membrana) senza un’adeguata preventiva bonifica del sito inquinato, come previsto dalla legge, dato che il rispetto dell’accordo citato era la condizione indispensabile per ottenere l’autorizzazione in deroga agli scarichi a mare, effettivamente concessa dalla Provincia di Livorno nel gennaio 2000 e reiterata nel 2004.
Il non rispetto dell’accordo rende automaticamente illegale lo scarico di solidi sospesi in mare oltre i limiti di legge, dal 2000 alla data odierna.
Dalla relazione relativa al 2° semestre 2007 risulta che a fine 2007, gli scarichi Solvay in mare ammontavano ancora a 148.359 tonnellate annue”.

Canzone Del Maggio

di Fabrizio De Andrè

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.

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E’ la crisi di un capitalismo fragile. Rilanciare l’intervento pubblico

di Roberto Farneti

su Liberazione del 29/05/2008

Emiliano Brancaccio, docente di macroeconomia

«Bisogna interrompere questo circolo vizioso che pretende di risolvere le contraddizioni di un capitalismo fragile e frammentato, come è quello italiano buttando giù i salari. Il capitale non si riorganizza se ha sempre a disposizione un varco per potere scaricare sui lavoratori i propri problemi».
Emiliano Brancaccio, professore di macroeconomia all’Università del Sannio, ha le idee chiare su quali siano le cause profonde della crisi che attanaglia l’economia del nostro paese, impietosamente fotografata nel rapporto Istat relativo al 2007. Alcune cifre: tra il 2000 e il 2006 il reddito per abitante in Italia è crollato del 13% rispetto alla media europea. Il 50% delle famiglie è costretto a vivere con meno di 1900 euro al mese, il 14,6% arriva «con molta difficoltà alla fine del mese», informa l’Istat, mentre il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro.

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La riunificazione dei comunisti: un processo auspicabile

di Leonardo Masella

su Liberazione del 29/05/2008

L’autocritica che Ferrero fa sul Congresso di Venezia nell’intervista a Liberazione del 16 maggio («l’errore fondamentale fu aver sbagliato l’analisi dei rapporti di forza») è apprezzabile ma insufficiente. Non si è trattato di un “errore”, tutti sapevano che non vi erano i rapporti di forza. L’obiettivo vero dell’ingresso nel governo non era quello di cambiare la società ma la natura del partito, spegnendo l’antagonismo storico del Prc al capitalismo per portarlo all’avvicinamento e poi alla fusione con quelle componenti di sinistra, socialdemocratiche e ingraiane dei Ds (da Folena, a Tortorella, a Mussi, a Occhetto) con le quali il Prc aveva rotto dopo lo scioglimento del Pci. Il rifiuto di uscire dal governo anche di fronte a provvedimenti odiosi non si spiega se non con il rifiuto di rompere quel progetto, che infatti ora è perseguito ancora, costi ciò che costi, dall’area di Vendola.

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Perché se la prendono sempre con Togliatti

di Giuseppe Carroccia

da esserecomunisti.it

Ogni qual volta nella vicenda politica italiana si cerca di eliminare(sciogliere, superare, diluire) una presenza organizzata dei comunisti, il partito comunista, puntuale come la pioggia dopo il tuono arriva l’attacco al dirigente più autorevole del pci, accusato a prescindere delle più inverosimili nefandezze: piove, Togliatti ladro.

Fece così Occhetto durante la svolta della Bolognina, lo ha fatto recentemente Bertinotti prima della disfatta inverosimile di cui è stato protagonista e per cui passerà alla storia.

Non stupisce in questo accanimento la coerenza di quelli che si sono sempre rifatti alla vicenda storica di chi combattè Togliatti e la politica del pci, i trotzchisti per intenderci, quanto la pusillanimità di chi usa quegli argomenti strumentalmente, pur provenendo dalla tradizione dei comunisti italiani.

Come se si dovesse liberare di una colpa o di un senso di colpa, gettando sulle spalle di un solo uomo la responsabilità della propria storia e delle proprie scelte passate, quasi deresponsabilizzandosi.

Fu così importante Il Migliore? Si e per diverse ragioni. 

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Neofascismo, il rischio della banalizzazione

di Alberto Burgio

su Aprile online del 28/05/2008

Si respira un clima di legittimazione di posizioni ideologiche e comportamenti fino a ieri condannati perchè chiaramente neofascisti. Un clima scaturito da segnali che esponenti politici come Fini, Alemanno, Gasparri hanno dato. Su tutti, la recente proposta del sindaco capitolino di dedicare una strada ad Almirante. Mentre l’antifascismo ha perso forza.

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