Fortezza Nuova: serve un programma d’intesa

Il Direttore artistico della società “Fortezza Village Livorno” afferma in una recente intervista al Tirreno che per il programma degli spettacoli di quest’anno stanno “selezionando band musicali tenendo conto del loro impatto acustico, nel rispetto dell’equilibrio tra Fortezza e i residenti”. Un equilibrio che, in base alle lamentele pervenute dai residenti, non ci sembra essere stato finora rispettato. Allo stesso modo non ci sembra rispettato l’obbligo di garantire la “fruibilità delle aree costituenti il parco pubblico“, previsto dal bando di assegnazione della Fortezza: secondo numerose segnalazioni di cittadini e turisti gli orari di chiusura sono spesso anticipati rispetto a quelli degli altri parchi pubblici cittadini. Ricordiamo inoltre le indisponibilità temporanee legate agli eventi che occupano la Fortezza nella sua interezza.
A questo proposito, dato che dal 12 al 14 maggio proprio nella Fortezza Nuova si svolgerà il “Leghorn Medieval Festival”, e visto che l’evento prevede un biglietto d’ingresso, le aree destinate a parco pubblico saranno ancora inaccessibili ai cittadini per giornate intere?

Secondo noi serve un diverso equilibrio tra profitto della società concessionaria e natura di bene pubblico della Fortezza. Auspichiamo che, magari con l’intervento dell’amministrazione, si possa giungere ad un programma d’intesa che tuteli gli interessi di tutti.

la Segreteria della Federazione Livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Solidarietà ai naufraghi sbarcati a Livorno

Aderiamo e stiamo partecipando al presidio di solidarietà, e rilanciamo il comunicato:

LIVORNO SOLIDALE E ANTIRAZZISTA SALUTA L’ARRIVO DEI NAUFRAGHI DELLA LIFE SUPPORT
IL GOVERNO CONTINUA A OSTACOLARE I SALVATAGGI IN MARE
Ancora una volta Livorno solidale e antirazzista rivolge un saluto di benvenuto ai naufraghi in arrivo nel nostro porto nella giornata del 3 maggio e ringrazia l’equipaggio della nave Life Support che li ha soccorsi, assicurando loro la salvezza.
Assieme alla solidarietà vogliamo esprimere una precisa denuncia delle misure recentemente adottate dal Governo Meloni su questa materia, misure che denotano accanimento contro i migranti e volontà di ostacolare il lavoro delle organizzazioni che si occupano di salvataggi in mare.
Politiche che, nella loro recrudescenza, furono inaugurate nello scorso dicembre proprio a Livorno, e che da allora sono state adottate come prassi ordinaria.

Ai naufraghi e a chi li soccorre non viene concesso di sbarcare nel porto più vicino, come sarebbe logico e umanamente sensato, oltre che doveroso, nei confronti di persone che si trovano in grave difficoltà e sofferenza. il porto di sbarco Imposto dal Ministero dell’Interno spesso che trova molto lontano dal luogo del soccorso e recupero dei naufraghi, che devono quindi sopportare altri giorni di navigazione prima di giungere al porto di destinazione.
La Life Support che giunge a Livorno mercoledì 3 maggio sbarca naufraghi che ha raccolto quattro giorni fa, sabato 29 aprile, a cui non è stato concesso sbarco in altri porti che hanno trovato nel loro tragitto. Un’assurdità che si può leggere solo in chiave razzista e discriminatoria. Allo stesso modo sono da interpretare le sanzioni previste per le associazioni che operano salvataggi in mare, nel caso in cui deroghino da quanto strettamente disposto o addirittura operino salvataggi plurimi.
Le politiche di guerra e di sfruttamento dei territori esercitate in vari settori del mondo, in particolare in Africa, dove l’Italia ha attive oltre 40 missioni militari, provocano quell’emergenza ormai costante che determina la necessità di emigrare. A questa situazione le direttive governative reagiscono con una brutalità che si manifesta in vari modi: non attivando i dovuti soccorsi, come è successo a Cutro; mettendo in atto respingimenti, come denunciato dalla Sea Watch pochi giorni fa; imponendo di sbarcare in porti molto distanti dalle aree di soccorso; destinando chi fugge da situazioni drammatiche a quelle prigioni chiamate CPR (centri di permanenza per i rimpatri).

Siamo felici di salutare i naufraghi che sbarcano a Livorno, a cui esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà; allo stesso tempo ci opponiamo con decisione alle politiche governative in materia di migrazione e all’ipotesi, di cui si sta sempre più parlando, di costruzione di un CPR in Toscana.

Ringraziamo gli equipaggi di Life Support e quanti si adoperano per aiutare queste persone ad affrontare questo momento drammatico .

Livorno anche in questa occasione conferma la sua storia: QUI NESSUNO È STRANIERO

LIVORNO SOLIDALE E ANTIRAZZISTA

Sulle dichiarazioni di Romiti (FdI) in merito alla Costituzione “anticomunista”

Andrea Romiti, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Livorno, afferma:
“La Costituzione ha dei principi di democrazia, libertà e uguaglianza. E’ antifascista e anticomunista. Nella Costituzione non c’è la parola antifascista, ma i principi sono quelli antifascisti e anti comunisti”.
Lo sfacciato revisionismo di Romiti è gonfio di menzogne. La nostra Costituzione non ha nulla di anticomunista.
Il Partito Comunista Italiano è stato una forza determinante sia nella lotta di liberazione contro nazisti e fascisti, sia nella stesura della Costituzione e nella definizione dei suoi principi e del suo dettato.
Il Presidente dell’Assemblea Costituente era Umberto Terracini, comunista (presiedette anche la sottocommissione sull’organizzazione costituzionale dello Stato). La nostra Costituzione porta la sua firma, la firma di un comunista, assieme a quella del Capo dello Stato Enrico De Nicola e del Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi. 104 su 556 deputati della Costituente erano comunisti.
Noi, come ogni anno, saremo alle celebrazioni del 25 aprile con le nostre bandiere rosse con falce e martello, e per il resto dell’anno, portiamo l’antifascismo nelle rivendicazioni e nella lotta politica di ogni giorno. Invitiamo tutta la cittadinanza a fare altrettanto!

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA PISA E LIVORNO SUI LICENZIAMENTI ALLA VODAFONE DI OSPEDALETTO

La multinazionale della telefonia Vodafone ha presentato nel nostro paese un piano di “esuberi” che riguarda complessivamente 1.003 lavoratrici e lavoratori su 5.598.

Nella sede di Ospedaletto (Pisa) sono coinvolti 97 dei 271 dipendenti attuali: oltre un terzo. Sono 97 persone che in molti casi lavorano lì da oltre vent’anni, in maggioranza con funzioni di assistenza clienti.

Riteniamo inaccettabile che, ancora una volta, da parte delle aziende si mascheri la ricerca del profitto dichiarando una crisi che viene scaricata sui lavoratori.

Noi diciamo che Vodafone deve ritirare immediatamente i licenziamenti e ridefinire il riassetto che richiede nel suo piano industriale.

Noi diciamo che il governo deve accogliere velocemente la richiesta delle organizzazioni sindacali di aprire un tavolo di settore, perché quello che succede in Vodafone è solo il più recente sviluppo di una situazione aggravata dall’assenza di una vera programmazione economica statale. Tutto il comparto delle TLC, strategico e fondamentale per l’innovazione tecnologica, ha bisogno di misure programmatiche strutturali tese anche a valorizzare ed espandere l’aspetto occupazionale.

Invitiamo le amministrazioni locali di Livorno, Pisa e dei comuni vicini, dove vivono i lavoratori del centro Vodafone di Ospedaletto e le loro famiglie, a prendere posizione in questo senso e a sostenere la difesa dell’occupazione in territori già colpiti da una pesante deindustrializzazione.

Invitiamo tutta la cittadinanza a sostenere le lavoratrici e i lavoratori Vodafone nel proseguimento di questa vertenza, dando ancora più forza e risalto alle iniziative che verranno da loro messe in campo.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Federazione di Pisa
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Federazione di Livorno