Emergenza abitativa – Interpellanza del gruppo PRC-PdCI al Sindaco di Livorno

Tenuto conto che la grave crisi economica colpisce sempre più le condizioni di lavoratori, pensionati e giovani, che perdendo lavoro e reddito perdono la casa a causa dei numerosi sfratti di morosità incolpevole che vanno ad aggiungersi a quelli per finita locazione

Tenuto conto che il governo nei tagli agli enti locali, non solo ha diminuito lo stanziamento per il sostegno all’affitto, escluso la nostra città tra quelle ad alta tensione abitativa, ma non prevede nessun finanziamento per la realizzazione di edilizia pubblica sovvenzionata

Tenuto conto  che l’Ufficio Casa non è più in grado di trovare soluzioni abitative, neppure transitorie, per le famiglie che rimarranno senza casa nel mese di dicembre, e che la  soluzione ventilata di Via Eugenia proprietà Asl, come struttura di prima accoglienza non trova risposte adeguate per il suo utilizzo a causa degli incomprensibili ritardi tra Comune e Asl, nonostante l’interessamento della regione

Tenuto conto che le richieste rivolte dai sindacati degli inquilini al Sindaco e Prefetto per un utilizzo immediato delle caserme dismesse di Via Adriana, Via del Pantalone e Via dell’Acquedotti per strutture di prima accoglienza non trovano fino ad oggi chiari e trasparenti percorsi istituzionali per una risposta positiva

Tenuto conto che si è addirittura richiesto, da parte dell’Unione Inquilini, l’intervento della Protezione Civile per impedire che famiglie con bambini si trovino in mezzo alla strada

Tenuto conto che recentemente il Comune, attraverso l’assessore, ha comunicato una lista di immobili comunali per una loro vendita

 

Si chiede:

 

  • – quali sono le sollecitazioni nei confronti degli impegni della regione
  • – quali percorsi istituzionali impediscono l’uso della struttura dell’Asl d via Eugenia e delle caserme dismesse
  • – se il Comune intende prevedere, dato la grave situazione sociale in premessa, l’organizzazione di strutture di prima emergenza per far fronte all’aumento di casi di emergenza che verranno ad aumentare.

Per  PRC- PDCI:

Tiziana Bartimmo
Lorenzo Cosimi

Intervento al 12 ° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

di Francesco Maringiò

Signor Presidente, colleghi delegati: è un onore per me essere delegato dal Dipartimento Esteri del Partito della Rifondazione Comunista d’Italia a partecipare a questo importante incontro internazionale. Innanzitutto vorrei ringraziare, a nome del Partito della Rifondazione Comunista d’Italia, il Partito Comunista Sudafricano per aver organizzato questo importante incontro che per la prima volta si tiene nel continente africano. Un evento che avviene a pochi giorni dal 17º Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti che segnerà ancora di più la lotta dei giovani per sconfiggere l’imperialismo, per un mondo di pace, solidarietà e per la trasformazione sociale. Saluto anche tutte le delegazioni che partecipano a questo incontro ed esprimo la mia convinzione che questo 12º Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti ed Operai avrà successo.

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Comunicato stampa – Nuovo ospedale a Montenero

Federazione della Sinistra

Livorno. Più volte abbiamo sottolineato che l’essere arrivati al referendum, ha rappresentato per tutti noi che sediamo sui banchi del Consiglio Comunale, una sconfitta della politica, un’ incapacità a essere riusciti a portare l’amministrazione sulla strada di un dialogo e di un confronto aperto e trasparente, c’è voluto che migliaia di cittadini facessero sentire la loro voce perché il carro del nuovo ospedale , che viaggiava a velocità sostenuta verso Montenero, subisse almeno un rallentamento. Per questo continuiamo a dire, in maniera convinta, che il referendum deve essere, non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per poter discutere di sanità, riappropriandoci inoltre di tutto quel percorso di partecipazione che è completamente mancato, ecco perché è importante che tutti si rechino alle urne.

Non è che rinnovando il contenitore, miracolosamente la sanità livornese comincerà a funzionare meglio. Coloro che spingono verso il nuovo ospedale hanno provato a chiedersi quali sono i punti di criticità della sanità livornese? Dipendono esclusivamente dal contenitore?

Le liste di attesa per le prestazioni specialistiche sono lunghissime, manca completamente il settore della riabilitazione, non c’è una camera iperbarica, l’assistenza agli anziani e domiciliare, è insufficiente e si va verso un periodo in cui l’età media della popolazione sarà sempre più avanzata, la tanto evocata sanità decentrata sul territorio è ormai un miraggio, specialmente ora che è partita l’alienazione dei distretti socio sanitari per recuperare fondi per il nuovo ospedale.

Ce ne sarebbe abbastanza prima di imporre la scelta di un nuovo ospedale, perché sicuramente queste questioni non possono attendere decenni prima di essere risolte.

Quello che manca è la parte più importante, un vero progetto a 360° sulla ristrutturazione dei servizi socio sanitari (e aggiungerei assistenziali), e che rappresenta la vera necessità in questa città e a maggior ragione dovrebbe essere definita prima della realizzazione di un opera che avrà tempi di realizzazione molto lunghi e che vedrà la contemporaneità di fasi di gestione (costruzione del nuovo e progressiva dismissione del vecchio) che interesseranno la città fin dalle prime fasi.

Come è stato detto sta andando avanti il percorso verso la definizione di un ospedale come struttura per acuti, ma sono necessari interventi che ricompongano l’articolazione dei servizi sanitari in un’ottica di pariteticità e interdipendenza dell’ospedale e del territorio. Ad oggi nulla è stato fatto, nonostante le gravi criticità dei distretti sanitari sul territorio aggravati dai progetti di dismissione.

L’ospedale è ancora al centro di ogni prestazione, con l’evidenziarsi delle problematiche di cui dicevo prima. Ci vorrà una graduale e governata inversione di tendenza da parte degli utenti: nell’immaginario collettivo è ancora forte il concetto di maggiore affidabilità dell’ospedale , quindi bisognerà lavorare per valorizzare, anche sul piano del sentire comune, l’appropriatezza dei servizi territoriali. E’ evidente che questo percorso può avvenire nella misura in cui si riescono a trasferire sul territorio, e qui si parte da zero, dando loro visibilità, quelle quote di risposte svolte per anni dall’ospedale. Quindi livelli elevati di specializzazione, attraverso assetti organizzativi e processi di efficacia pari a quelli di una prestazione ospedaliera. Quindi una ristrutturazione dei servizi che vada di pari passo, anzi che inizi prima della costruzione dell’ospedale, quali ambulatori, quali presidi, quali consultori, perché è impensabile che si debba andare fin lassù per fare una radiografia, un prelievo, una terapia oncologica. E’ qui la grande sfida di modernità.

La scelta dell’amministrazione della localizzazione a Montenero è poi stata affidata a una semplice delibera di cambio d’uso delle aree, come se invece di un blocco ospedaliero, si dovesse fare un semplice ambulatorio, non è inserita nel piano regolatore, è fuori da una programmazione territoriale complessiva, si è usata una scorciatoia inaccettabile, dando quanto meno un pessimo esempio di governo del territorio. La zona di Montenero è delicata da un punto di vista ambientale, una zona paesaggistica pedecollinare da proteggere invece che cementificare ulteriormente e appesantire con progetti impattanti di viabilità (da realizzare non si sa bene con quali fondi). Impariamo a pensare ad un uso zero di territorio, a salvaguardare le nostre risorse naturali, evitiamo che la speculazione edilizia si appropri di tutto quel patrimonio che l’ASL vuole vendere, dentro e fuori l’ospedale attuale (a proposito ancora un piano definito di cosa verrà realizzato nel “vecchio” non esiste), cerchiamo di evitare che i vari progetti di project financing consegnino la sanità in mano ai privati, valorizziamo i piani alternativi che da più parti vengono proposti.

Infine un’ultima preoccupazione, si sta procedendo già ora alle ristrutturazioni e dimensionamenti di alcune Unità Operative, i posti letto soni inferiori numericamente che nell’attuale, non è che si vada anche verso un processo di dimensionamento dei lavoratori?

Tiziana Bartimmo

capogruppo Consigliare PRC- PDCI

Lorenzo Cosimi

(Consigliere comunale PRC-PDCI)