Dichiarazione di Claudio Grassi, membro del comitato di gestione e coordinatore nazionale di “Essere comunisti”.
Chi pensa che dalla crisi della Sinistra e di Rifondazione Comunista si possa uscire investendo su un leader o su un capo carismatico è fuori dal mondo. La tragedia elettorale del 13 e 14 aprile risiede anche nel fatto che le decisioni più importanti sono state prese, all’interno dei partiti, da pochi leader e in totale solitudine, senza ascoltare le critiche che serpeggiavano tra la nostra gente.
Oggi vedo che il compagno Nichi Vendola dichiara al quotidiano “La Stampa” che si trova a “incarnare il ruolo di chi partecipa a sfide impossibili”. Sono allibito, da queste parole. Rifondazione ha bisogno di ricostruirsi come intellettuale collettivo, non ha bisogno di scimmiottare Berlusconi o Veltroni, deve ritornare tra i lavoratori che non ci hanno votato per la nostra incoerenza nel Governo e perché portatori di un progetto – l’Arcobaleno – che non era né carne né pesce.
L’area che nell’ultimo Comitato politico del Prc ha votato il documento maggioritario e ha deciso di investire nel rilancio di Rifondazione, avanza una proposta politica, e non un segretario-leader. Su questo dobbiamo discutere nel congresso, di contenuti.
In definitiva, di tutto abbiamo bisogno, tranne che di un referendum per la scelta di un capo.