Condanniamo la violenza con la quale è stato condotto nella nostra città l’arresto ripreso in un video che ha avuto ampia circolazione nelle scorse ore.
Non ci sono situazioni che possano giustificare un calcio in faccia sferrato da chi è responsabile della sicurezza pubblica contro una persona immobilizzata. Auspichiamo che le misure severe annunciate dall’arma dei Carabinieri nei confronti del responsabile siano accompagnate anche da azioni volte a prevenire simili pericolosi eccessi nell’uso della forza.
Accostando questo episodio al pestaggio ai danni di una donna transgender da parte di agenti della polizia municipale avvenuto a Milano, vediamo come la proposta della destra di abolire il reato di tortura sia decisamente fuori luogo: questi casi dimostrano che purtroppo c’è ancora bisogno di tutele contro la violenza da parte delle forze dell’ordine.
A Livorno è innegabile la presenza di disagio sociale e microcriminalità, anche al di là della concentrazione di questi fenomeni in quartieri e zone specifiche; sono situazioni che aggravano le condizioni di vita di ampi strati della classe lavoratrice. La risposta a questo non può essere la militarizzazione del territorio: si è dimostrata inutile e prepara il terreno ad abusi come quello a cui abbiamo assistito. E’ con la giustizia sociale, è con una vera politica che garantisca diritti, casa, lavoro, è abbattendo le disuguaglianze e le ingiustizie, è coinvolgendo attivamente cittadini, quartieri e comunità nella gestione della cosa pubblica, che si possono creare le condizioni per l’eradicazione del disagio sociale e la drastica diminuzione della microcriminalità.
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