Non c’è da spargere una sola lacrima sulle dimissioni di Draghi la cui agenda si è dimostrata impermeabile ai bisogni della maggioranza del paese e delle classi popolari e pericolosa prosecuzione dell’attacco ai diritti che va avanti da anni. Il governo Draghi e le modalità con cui è avvenuta la sua caduta testimoniano ancora una volta il fallimento di una classe dirigente neoliberista autoreferenziale che ha portato il paese in guerra, lo ha impoverito e reso più ingiusto.Per l’ennesima volta il Partito Democratico apre un’autostrada all’affermazione di una destra con cui ha condiviso e condivide tutte le scelte strategiche.
Consideriamo grave sul piano democratico la decisione di Mattarella di convocare le elezioni per una data così ravvicinata come il 25 settembre, non solo per la palese discriminazione per le liste che dovranno raccogliere le firme mentre i partiti presenti in parlamento si sono esentati per legge ma anche per l’impossibilità di svolgere una campagna elettorale partecipata.
Vogliono che le elezioni siano una competizione truccata tra i partiti guerrafondai e antipopolari. Noi lavoreremo per guastare la festa al partito unico della guerra, della precarizzazione del lavoro, delle privatizzazioni, della devastazione ambientale. Rifondazione Comunista lavorerà per evitare che il confronto politico-elettorale sia ridotto alla competizione tra partiti e schieramenti che portano avanti la guerra della NATO e le politiche neoliberiste.
Poniamo apertamente alle formazioni che si dicono di sinistra e ambientaliste e si sono dichiarate all’opposizione del governo Draghi con quale credibilità ripropongano logiche di alleanza con un Partito Democratico che si presenta come il più coerente sostenitore dell’agenda Draghi. Lo stesso tema riguarda il Movimento 5 Stelle che si trova a un bivio dopo una legislatura che ha deluso le speranze di cambiamento e rottura che aveva rappresentato per milioni di persone.
Rifondazione Comunista mette a disposizione tutte le sue energie militanti per rendere possibile la costruzione di una coalizione di alternativa contro la guerra per un governo popolare con un programma sociale e ecologico, per la democrazia e l’attuazione della Costituzione.Rifondazione ritiene fondamentale per le classi popolari di questo Paese proseguire col progetto Verso l’Unione Popolare avviato il 9 luglio con Luigi De Magistris, le parlamentari di Manifesta e Pap e aprirlo al dialogo con tutte le forze alternative al sistema delle due destre: quella postfascista e quella draghiana.
La precipitazione elettorale richiede uno slancio e uno sforzo straordinari di partecipazione politica e programmatica e di impegno a partire dalla raccolta delle firme. Lavoriamo con determinazione per la presentazione della lista di Unione Popolare e anche alla determinazione di possibili allargamenti di uno schieramento antifascista e antidraghiano sapendo che la costruzione di una nuova soggettività unitaria e plurale richiede tempi più lunghi.
Riteniamo indispensabile che l’Unione Popolare chiami a raccolta tutte le energie e le intelligenze disponibili per un progetto che risponda ai bisogni delle classi popolari e lavoratrici e che si proietti oltre il passaggio elettorale.La direzione nazionale, data la situazione determinata dallo scioglimento delle Camere, propone al CPN il rinvio della Conferenza nazionale d’organizzazione al periodo successivo alle elezioni mentre le conferenze già convocate sui territori possono diventare utili momenti di discussione sulla fase politica preparatorie per una campagna elettorale straordinaria.
La Direzione nazionale dà mandato alla segreteria di concordare in tempi necessariamente ristrettissimi con altre soggettività interessate le modalità di presentazione e la proposta programmatica entro la convocazione del Cpn a fine mese.
Documento approvato all’unanimità dalla direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, 21 luglio 2022