“La notizia è quella dell’ennesima speculazione sulle tragedie che colpiscono la collettività. Mentre i livornesi si mobilitavano in massa per risollevare la città ed i suoi abitanti, Emanuele Fiaschi “brindava all’alluvione”, o almeno questo è quanto emerge dagli elementi resi pubblici del del fascicolo d’indagine . C’è sempre qualcuno che riesce ad arricchirsi nei momenti di crisi, chi sperando in lauti appalti gonfiati ad arte a seguito di prevedibili tragedie dovute all’incuria del territorio, chi lucrando sulla pelle dei lavoratori, chi entrambe le cose.
I fatti oggetto dell’indagine sul comportamento della Tecnospurghi e dell’ex coordinatore della protezione civile Riccardo Stefanini gettano lunghe ombre sulle sia sulle attività di Tecnospurghi in città sia sul comportamento del sindaco Filippo Nogarin. Da un lato, Stefanini, già oggetto di un’altra indagine, pur non tardando a dimostrare la propria inadeguatezza all’incarico ricoperto, non era stato oggetto di alcun provvedimento da parte del sindaco. A tutt’oggi, inoltre, a distanza di un anno dall’alluvione, la protezione civile cittadina sembra essere stata quasi smantellata. Dall’altro emergono interrogativi sulla gestione, almeno dubbia, di attività quali la pulizia dei cassonetti condominiali, o dei servizi per conto di ASA.
Sappiamo infatti che la gran parte della pulizia dei cassonetti condominiali è affidata a Tecnospurghi. Ci auguriamo che tale predominanza sul mercato anche in questo ambito sia dovuta ad una scelta libera di ciascun condominio e non pilotata da pressioni o suggerimenti volti a favorire tale impresa rispetto alle altre. Sarebbe opportuno che, a partire da questo momento, venisse chiarito dall’amministrazione e da AAMPS in modo univoco e trasparente che Tecnospurghi non è necessariamente l’unica società certificata per questa attività. Sarebbe un’azione dovuta alla cittadinanza che, alla luce del fatto che la TARI è tutt’altro che diminuita, deve far fronte ad un ulteriore extra esborso per la pulizia dei cassonetti condominiali.
La questione non si porrebbe se i soggetti pubblici reinternalizzassero tutte queste attività anziché spendere (o far spendere) per affidarli ai privati. La storiella che il privato è efficiente e che il pubblico non lo è non regge più, perché la sottodimensione ed il sottofinanziamento dei servizi pubblici è sotto gli occhi di tutti, così come la volontà di smantellare progressivamente tutto ciò che ancora resiste in mano pubblica a favore di privati che entrano a lucrare in settori che prima gli erano preclusi. Che senso ha mantenere un simulacro di gestione pubblica dei servizi alla collettività quando questi sono svuotati da progressivi appalti ai privati? Come al solito, a farne le maggiori spese, potrebbero essere i dipendenti di Tecnospurghi, per i quali è bene che la giunta inizi a preoccuparsi per evitare ulteriori emorragie di posti di lavoro. Chissà se mentre inaugurava la nuova Ipercoop, che sta facendo soffrire molte famiglie, Nogarin c’ha pensato”.
Francesco Renda
Segretario Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea