Ebbene, la tanto attesa replica della proprietà del Porca Vacca alla mobilitazione cittadina è arrivata. Vuota, senza alcun riferimento a fatti e comportamenti specifici e quindi inutile ed autocelebrativa. Tutta tesa a difendersi da quelli che sembrano considerare meri attacchi ideologici. Dicono di essere un’impresa toscana fatta di toscani, che compete in un settore dominato da aziende straniere e che, nonostante ciò, rappresenta un fulgido esempio di successo al quale stentano loro stessi a trovare eguali. Evidentemente è un valore aggiunto essere sfruttati dalla propria gente nonché far finta di essere un piccolo David contro Golia, perché le cose non stanno così. Il mondo della ristorazione veloce è dominato da pochi, grandi, marchi internazionali, che agiscono però come franchising rispetto a medie e grandi società locali che arrivano a controllare spesso decine e decine di locali; e sono queste ultime a pagare i propri dipendenti ed essere direttamente responsabili delle proprie scelte imprenditoriali. Una di queste, la Arranger Consulting di Firenze, tra le altre cose, ha avuto uno sviluppo ancora più impetuoso del Porca Vacca, aprendo franchising Burger King in quasi tutte le città toscane in circa due anni. In questo settore, e basta leggere qualche volta il Sole 24 Ore, diverse aziende italiane stanno infine entrando con marchi propri e con altrettanto successo, come ad esempio i friulani Old Wild West.
Vertenza Porca Vacca: inaccettabile la risposta dell’azienda
La replica continua affermando che, sostanzialmente, la proprietà si toglie il pane di bocca per fornire alla collettività il “Progetto Porca Vacca” e che, se qualcuno ha goduto fino a questo momento, sono stati i dipendenti. L’azienda, continuano ad affermare, si difende solo da attacchi strumentali provenienti da chi vuole farli chiudere. E chi vuole farli chiudere? i dipendenti? il sindacato? i Partiti? Significa che dietro le nostre azioni c’è la longa manus di Mc Donald? Non è così, noi non vogliamo che il Porca Vacca chiuda, anzi. Vogliamo che si sviluppi: ma che si sviluppi in una direzione che porti reddito e dignità per i lavoratori, non certo verso la direzione in cui punta chi vorrebbe i dipendenti zitti e pronti ad accettare di tutto pur di lavorare. La verità è che la lotta degli ex dipendenti del Porca Vacca è una piccola Stalingrado per la concezione del lavoro nella nostra città.
Non è nei momenti di sviluppo che si delinea il futuro, ma in quelli di crisi. E’ quando il mondo che conosciamo arretra che si delinea quello che saremo, e noi non vogliamo essere gli schiavi del XXI secolo.
Vogliamo il reintegro dei dipendenti licenziati ingiustamente, che tutte le mansioni siano adeguate al contratto collettivo nazionale e che non si abusi di part-time o contratti a chiamata solo per tenere sotto ricatto i dipendenti. Tutto questo è stato consentito in nome di uno sviluppo che non c’è stato e non ci sarà. Quindi basta!
Francesco Renda
Segretario Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea