La vertenza del “Porca Vacca” è ormai diventata uno dei simboli della resistenza contro lo sfuttamento, la precarizzazione e l’arroganza che sempre di più sono protagoniste nei posti di lavoro ai tempi del job act. L’azienda ha da poco comunicato il licenziamento dei dipendenti che, lo scorso febbraio e luglio, avevano deciso di non restare inermi di fronte alle continue vessazioni che quotidianamente erano costretti a subire. Il motivo? di natura economica naturalmente! Peccato però che, già da un paio di settimane, l’azienda si fosse messa alla ricerca di nuovo personale per il proprio ristorante di Livorno.
Com’è possibile allora che senza vergogna ed alla luce di sole si menta così spuduratamente? Facile, la pura e semplice impunità totale! Impunità avallata dalla legge, Impunità nascosta dietro ai luoghi comuni sui lavoratori fannulloni (specialmente livornesi) Impunità dettata dalla subalternità totale dei diritti del lavoro al puro e semplice profitto. Perché in fin dei conti si sa… c’è la crisi e se non guadagnano gli imprenditori, non guadagnamo nemmeno noi… Peccato che gli imprenditori odierni abbiamo sempre meno a che fare con lo stile dei loro predecessori e che, il più delle volte, riescono ad avere reddito a sufficienza per sopravvivere quando falliscono, al contrario dei loro dipendenti.
Dobbiamo chiedere a gran voce che i lavoratori che oggi hanno licenziato vengano immediatamente reintegrati, non perché lo impone la legge ma perchè è giusto! Perché è inutile che i tanti porca vacca di turno si presentino con la loro pubblicità giovane e dianamica se io, mio fratello, mia figlia o tutti noi, abbiamo le vite distrutte dal nostro lavoro! Ci rimarebbe solo la soddisfazione di mangiare un panino moderno giovane e dimamico a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma vuoi mettere quando non c’era il job act (e nemmeno tutti gli altri contratti precarizanti del PD) e ci mangiavamo il panino da Giovanni in via Ricasoli?