Autorità portuali e comuni: un rapporto difficile da sempre

Vladimiro Mannocci, membro della Segreteria di Rifondazione Comunista – Federazione di Livorno, sul rapporto tra Autorità Portuali ed amministrazioni comunali.

“AUTORITÀ’ PORTUALI E COMUNI: UN RAPPORTO DIFFICILE DA SEMPRE: DIAMO SPAZIO ALLA POLITICA E NON AI POLITICISMI. LIVORNO DISTRATTA SUL BLITZ DEL DUO SERRACCHIANI/LUPI CHE FA FUORI I COMUNI
Vladimiro Mannocci

Non voglio entrare nella polemica di questi giorni rispetto alla c.d. privatizzazione della Porto di Livorno 2000 e sul fatto che l’intervento del Gruppo Consiliare del M5S rischia di aprire un conflitto istituzionale che è bene evitare. Da quando è stata approvata la legge 84/94 nelle varie città portuali abbiamo assistito spesso a problemi di rapporti fra Amministrazioni elettive e ruoli e funzioni della Autorità Portuali, che hanno una connotazione e delle prerogative specifiche che sono definite per legge. Per evitare conflitti istituzionali, che sono sempre un fattore negativo, è necessario attuare percorsi politici nei quali le amministrazioni elettive siano in condizione di definire cornici e traccianti strategici sul piano della programmazione del territorio, compreso l’ambito portuale. Ed operare quindi ricercando sempre quella “leale collaborazione” utile per risolvere i problemi, altrimenti si corre il rischio di scadere più sul terreno ideologico e gestionale che non di governo, così come hanno fatto le precedenti amministrazioni. Sforziamoci tutti di evitare discussioni da “vecchie comari”, delle quali pensiamo Livorno non abbia bisogno. Troviamo improduttiva la gara su chi rappresenta il volere dei cittadini come strumento di contrapposizione, fra chi è buono e chi è cattivo, fra chi sbaglia e chi fa bene. Un tema, quello della rappresentatività, da usare con cautela specie da questa Amministrazione che ha vinto con il 25% dei voti del corpo elettorale livornese. Allora dobbiamo dare spazio alla Politica ed abbandonare pratiche politiciste che hanno portato Livorno nelle gravi condizioni in cui si trova oggi. Che Livorno abbia perso un ruolo di indirizzo nella portualità nazionale lo stiamo affermando da tempo, infatti se continuiamo a guardare il particulare, rischiamo fare la guardia al “bidone vuoto”. Nel decreto “Sblocca Italia” che dovrebbe essere approvato da il Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, sono inseriti alcuni emendamenti figli di una proposta congiunta Serracchiani/Lupi, che oltre ad accorpare le attuali Autorità Portuali (Livorno Piombino) costituiscono in modo pasticciato dei distretti logistici. Questa proposta, coerente con il modello“autoritario” del PD di Renzi e del compare Berlusconi & C, dà subito una mazzata al ruolo degli Enti Locali, compreso il Comune, a partire per adesso dalla nomina dei futuri Presidenti delle Autorità Portuali. Infatti l’attuale ordinamento prevede che i Presidenti siano. “nominati previa intesa con la regione interessata, con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione, nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale designati rispettivamente dalla provincia, dai comuni e dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, la cui competenza territoriale coincide, in tutto o in parte, con la circoscrizione di cui all’articolo 6, comma 7. La terna è comunicata al Ministro dei trasporti e della navigazione tre mesi prima della scadenza del mandato. Il Ministro, con atto motivato, può chiedere di comunicare entro trenta giorni dalla richiesta una seconda terna di candidati nell’ambito della quale effettuare la nomina. Qualora non pervenga nei termini alcuna designazione, il Ministro nomina il presidente, previa intesa con la regione interessata, comunque tra personalità che risultano esperte e di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”. Con questo blitz sarà il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a “Selezionare, individuare e nominare il presidente tra soggetti aventi esperienze amministrative o istituzionali o professionali pertinenti e compatibili con gli indirizzi e le competenze dei distretti logistici, sentito il parere dei presidenti delle regioni interessate”. Quindi i Comuni spariscono direttamente dalla scena e la Regione potrà limitarsi a dare un “parere” che è altra cosa rispetto al fatto che i Presidenti A.P. siano nominati “previa intesa con la Regione interessata”. Le sorprese non finiscono qui, nel testo Lupi/Serracchiani, ma questa parte non rientra del corpo del D.L., i Presidenti delle Autorità Portuali diventeranno una sorta di “amministratori unici” di questi enti e i Comitati Portuali non avranno più poteri di deliberare ma daranno solo “pareri”. Insomma se esistono problemi con l’attuale ordinamento fra gli organi dell’A.P e le amministrazioni elettive, figuriamoci cosa accadrà quando passeranno queste modifiche in Parlamento. Tutto questo stà passando sulla testa dei cittadini, del Parlamento ecc. Chiediamo alle forze politiche livornesi i cui gruppi sono presenti in Consiglio Comunale, ai Sindacati ed ai rappresentanti datoriali, ma voi siete d’accordo con questa impostazione?? Noi no. Purtroppo a Livorno questi problemi non vengono discussi ne in sede politica ne in quella istituzionale. Sindaco Nogarin ANCI è d’accordo? Suggeriamo che il Consiglio Comunale organizzi delle audizioni con I Sindacati, Associazioni Datoriali, il Senatore Marco Filippi e magari anche con i Senatori del M5S presenti nell’VII° Commisione.”

30 Luglio 2014

Vladimiro Mannocci – Segreteria Federazione Rifondazione Comunista Livorno