Risultati delle amministrative e rischi per Livorno

Vladimiro Mannocci, membro della Segreteria di Rifondazione Comunista – Federazione di Livorno, sul risultato delle amministrative livornesi ed i rischi che corre la portualità della nostra città senza interventi concreti:

Vladimiro Mannocci

“Il voto alle amministrative chiude la discussione sui motivi che hanno portato la nostra città nelle difficili condizioni in cui si trova. Livorno ha una nuova maggioranza alla guida dell’Amministrazione Comunale. La sconfitta del PD e la vittoria del M5S, con l’elezione di Filippo Nogarin a Sindaco di Livorno, segnano indubbiamente un quadro di discontinuità che comunque lascia aperte molte incognite. L’esperienza di Sinistra Unita per il Lavoro non finisce con le elezioni, né tantomeno con la perdita del seggio in Consiglio Comunale dovuta a questo nuovo assetto. Nei prossimi giorni vedremo se la coalizione di Sinistra che ha candidato a Sindaco Andrea Raspanti, raggiungendo il 16.5%, è un’esperienza transeunte oppure se sarà confermata nell’azione politica e istituzionale di prospettiva. In questi anni, Rifondazione Comunista, nell’attività del Consiglio Comunale e nelle iniziative politiche che ha svolto sui temi del lavoro e dell’economia, sistematicamente snobbate (ahi loro!) dal P.D. e dall’ex Sindaco Alessandro Cosimi, ha tracciato alcuni indirizzi che hanno fatto parte del programma della coalizione. Uno dei punti più significativi riguarda il porto, la sua particolare criticità al netto della crisi, le sue prospettive di crescita e il ruolo che potrà svolgere nel sistema portuale nazionale, non solo in termini commerciali, ma anche in termini politici. Il Sindaco Nogarin che siederà nel Comitato Portuale, potrà svolgere un ruolo di rilievo non solo per le problematiche contingenti o di medio termine, ma anche affrontando nelle sedi competenti, vedi ANCI, nel rapporto con la Regione e con il Governo, problemi di prospettiva che la passata amministrazione ha sottovalutato.

1) Livorno deve essere protagonista di un’azione che riesca a far prendere coscienza alla portualità italiana, che se non si andrà ad una regolamentazione internazionale che regoli i concentramenti che stanno definendosi nel settore del trasporto marittimo, specie nel settore dei contenitori (vedi P3), non solo è a rischio il ruolo di Livorno, ma nel giro di pochi anni l’intero Mediterraneo potrebbe soccombere al favore dei porti del Nord Europa.
2) L’iter di modifica alla L. 84/’94, i cui contenuti si basano più su un’ottica di riduzione della spesa, che non su una riorganizzazione funzionale del sistema portuale, sta andando nell’indirizzo di ridurre, accorpandole, alcune Autorità Portuali. Il questo ambito sta prendendo corpo l’ipotesi di far rientrare il nostro scalo nella giurisdizione di La Spezia, potendo sparire dalla scena l’Autorità Portuale di Livorno. Ciò comporterebbe un forte ridimensionamento del nostro scalo, in particolare del settore dei contenitori, che è l’attività a maggior valore aggiunto in termini di creazione di ricchezza ed occupazione. Va aggiunto che nei testi fino ad oggi proposti, il ruolo dei Comuni perderebbero il loro peso rispetto all’attuale ordinamento, sia sulla nomina dei Presidenti delle Autorità Portuali, sia sulla loro funzione in seno ai Comitati Portuali. Nella versione governativa, cioè quella hard, i Presidenti delle Autorità Portuali sarebbero una sorta di Amministratore Unico di questi Enti. Livorno su questi temi non ha più voce e idee da mettere in campo a livello nazionale. Noi pensiamo che Livorno debba ritornare ad avere una voce ed un ruolo propositivo in questo quadro.
3) Abbiamo più volte ribadito la necessità di mantenere e sviluppare il carattere commerciale del porto, dando risposte concrete anche alle esigenze delle attività crocieristiche in un’ottica di complementarietà. Il segnale che è passato fra i lavoratori del porto, che è costato caro in termini elettorali al PD, è stato quello opposto: cioè di dare centralità al settore crocieristico a detrimento di quello commerciale, non dando con ciò risposte adeguate ne all’uno ne all’altro settore.
4) Nell’immediato dovrà essere affrontata la crisi dell’ALP, la funzione dell’art.17 (lavoro portuale temporaneo), la sorte dei suoi dipendenti. Abbiamo ancora qualche giorno per sapere se i proprietari di Alp metteranno di nuovo in liquidazione questo azienda, se la “moral suasion” annunciata dall’Autorità Portuale per convincere tutte le imprese autorizzate ai sensi dell’art.16 ad entrare nella compagine sociale, ha prodotto risultati positivi.
5) Il lavoro portuale deve tornare ad essere il fattore su cui si misura non solo le condizioni sociali dei lavoratori del nostro scalo, ma anche i caratteri imprenditoriali che vogliamo sviluppare: nanismo imprenditoriale prevalentemente intermediario o dimensionamento “industriale”? Sta ora a Filippo Nogarin dimostrare di essere il Sindaco di tutti i livornesi. Noi non faremo sconti ma non abbiamo mai avuto nella nostra attività pregiudiziali ideologiche, anche se riteniamo che i teorici del superamento delle categorie della Destra e della Sinistra abbiamo prodotto molti dei guai degenerativi oggi causati in politica.