- Documento Politico
Il IX° congresso della federazione livornese del PRC, preso atto della drammatica situazione in cui versa il nostro paese sotto il profilo economico, sociale e politico, causato dalla crisi del sistema capitalistico e dalle nefaste politiche messe in atto dal governo Letta nei confronti del mondo del lavoro, della cultura, e del sociale, ritiene indispensabile e quanto mai necessario avviare la formazione di una massa critica che sappia costruire una vasta mobilitazione di tutti coloro che si oppongono all’attuale compagine governativa. Tale risposta non può non vedere la presenza di forze politiche e di aggregazioni di cittadini uniti nel portare avanti un reale progetto di cambiamento nelle scelte di governo. In questo percorso Rifondazione Comunista vuole essere uno degli attori principali. Oltremodo drammatica è la situazione della nostra provincia e della nostra città.
La perdita di potenzialità e di sviluppo nel campo economico e produttivo testimonia la negatività del momento, e ad oggi la totale assenza di progetti che possano invertire la rotte per ridare al nostro territorio il ruolo che per natura gli compete. Per quanto concerne la realtà livornese, l’arretramento dell’economia è vittima non solo di una situazione di criticità, ma anche di una sclerotizzazione della sua progettualità politica. La città è ripiegata su se stessa e vive sulle proprie spalle scelte politicamente sbagliate degli ultimi venti anni dovute ad una imbarazzante mancanza di programmazione. Occorre una rinascita della città dal punto di vista economico, sociale e politico. Questo deve essere un punto imprescindibile per una sinistra che riconosca nel conflitto sociale una spinta dinamica per mutare l’esistente, nonché la capacità di unificare le lotte in corso da parte di tutto il mondo del lavoro per raggiungere l’obbiettivo di una “vertenza livornese” che veda la presenza viva della città per rivendicare la funzione di Livorno a livello regionale, nazionale, europeo e mediterraneo; nonché il ruolo primario dei lavoratori nelle spinte al cambiamento. La volontà di Rifondazione Comunista è di dar vita ad un dialogo aperto e non formale con tutte le forze sinceramente democratiche e progressiste che abbiano una visione critica dell’attuale sistema, senza nessuna preclusione, con la massima disponibilità al confronto e con la volontà di mettersi al servizio di un progetto ampio, positivo e incisivo che vada oltre le singole sigle dei partiti fino ad affondare le proprie radici nella volontà ineluttabile di una possibile alternativa. Convintamente dichiariamo di voler partecipare come protagonisti a questa fase, ed è per questo che proponiamo, non solo uno scambio dialettico, quanto la possibilità di costruire momenti comuni di intervento politico sui temi del lavoro, della cultura e del sociale. Siamo pronti ad assumerci responsabilità diverse dal passato purché si denoti una forte discontinuità con il recente vissuto. Politiche percorribili, denotate dalle difficoltà che oggi emergono nell’amministrazione degli enti locali, quali il patto di stabilità e l’auspicio di una sinergia con le comunità limitrofe per la pianificazione e lo sviluppo del territorio, dovranno essere la via privilegiata del nostro agire politico, non per questo prive delle emozioni e dell’obbiettivo del compimento di una società alternativa, equa e socialista, che da sempre ci caratterizza. Per poter affrontare la sfida che siamo chiamati a cogliere, il Partito continuerà ad implementare il proprio radicamento territoriale nei quartieri cittadini e nella Provincia, valorizzando l’impegno dei tanti compagni e delle tante compagne che quotidianamente svolgono le loro attività tra le Gente e nei luoghi di lavoro. Particolare attenzione dovrà essere posta all’accrescimento della preparazione politica e culturale dei quadri dirigenti e dei militanti, al fine di affrontare con nuovo vigore e competenza, tematiche prioritarie come le politiche della pace, dell’approfondimento delle tematiche di genere, delle pari opportunità, dei migranti, dell’accoglienza, dei diritti civili, della questione sociale e ambientale, della drammatica situazione occupazionale e delle nuove povertà. Punto di riferimento sarà come sempre la cultura antifascista militante e la difesa dell’attuale architettura costituzionale nata dalla lotta partigiana durante la Resistenza al nazifascismo.
Infine la necessità non più procrastinabile del rinnovamento del gruppo dirigente, sia nel merito che nel metodo, da eleggere in base alle capacità politiche, all’affidabilità e alle esperienze maturate, e non per la fedeltà al dirigente di riferimento. Avvertiamo come altrettanto importante l’esigenza di porre fine alla diaspora comunista mettendo in atto un processo di riunificazione dei comunisti che sappia affrontare in maniera analitica l’elaborazione storica del movimento comunista a livello Italiano e Internazionale che permetterebbe allo stesso partito di concretizzare realmente la rifondazione di un partito comunista.