- Circolo Porto
Dall’Assemblea Nazionale di Assoporti svolta a Roma il 29 Ottobre siamo passati dal soporifero all’inverosimile. Oltre a non avere invitato il rappresentante di ANCI non sono neppure stati invitati i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali del settore portuale che pure un ruolo lo hanno sempre esercitato e senza i quali, data la loro rappresentanza dei lavoratori, sarebbe difficile affrontare i problemi in discussione. Ha ragione il Senatore Marco Filippi quando sostiene che l’atteggiamento del Ministro Lupi rischia di far arenare la riforma della legge 84/94 che oggi è possibile attuare. Ascoltando le proposte del neofita ministro Lupi che vorrebbe adottare tramite decreto, fra circa trenta giorni, la sensazione che si ricava è che non sappia nemmeno di cosa sta parlando. In soldoni il Ministro Lupi, ed i fans della “riformona” vorrebbero ridurre il numero delle le Autorità Portuali trasformandole in Autorità di distretto logistico, facendole diventare delle SPA e quindi privatizzarle come alcune significative realtà del nordeuropa. Non dimentichiamoci però che in quelle realtà le Autorità Portuali sono di diretta emanazione dei Comuni di Città-Stato, con poteri speciali e comunque in contesti molto diversi rispetto al nostro ordinamento. Siamo d’accordo che i poteri delle Autorità Portuali debbano essere modificati, secondo noi soprattutto adeguandole alla legislazione costituzionale e comunitaria successiva al 1994, rivedendo ed ampliando alcune competenze istituzionali delle AP, rafforzando i poteri di coordinamento nei confronti degli altri enti con poteri di ordinanza sul organizzazione dei servizi in particolare sugli orari di lavoro. La proposta del Ministro Lupi non solo impatta con “problemini” tutt’altro che banali come quelli costituzionali che oggi vedono i porti come materia concorrente fra Stato e Regioni. Non vi sono solo problemi legati alla gestione del demanio ad una SPA. La gestione del demanio sarà una “nuova-vecchia” competenza delle Capitanerie?
La legge impatta anche con alcuni “problemini” che riguardano l’emanazione del regolamento della Commissione Europea sull’accesso ai servizi portuali di prossima emanazione. Ne citiamo solo quattro: 1) il fatto che il regolamento è direttamente applicabile soli nei 12 porti inclusi nella rete TEN-T e questo, per come è fatto materialmente il sistema portuale italiano, comporta seri problemi applicativi. Avremmo porti vicini e simili, con due diverse modalità di accesso al mercato dei servizi e diverse regole di trasparenza finanziaria; 2) in particolare per i servizi tecnico-nautici occorre intervenire sul Codice della Navigazione e la parte della L84/’94 riguardante il coordinamento delle competenze fra Autorità portuale e Capitanerie di Porto. In questo senso uno strumento di recepimento, ancorché il regolamento si applichi direttamente, si profila indispensabile. 3) Il Regolamento poi, esclude le attività di movimentazione delle merci ed i servizi ai passeggeri, rimandando il tema all’approvazione della Direttiva sulle concessioni che verrà emanata dopo il regolamento Nell’attuale ordinamento italiano quelli per i passeggeri sono servizi di interesse generale. A Livorno si sta discutendo molto attorno alla c.d privatizzazione della Porto di Livorno 2000, ma nella direttiva europei sulle concessioni i servizi ai passeggeri, inclusi quelli crocieristici rimarranno servizi di interesse generale? 4) in Italia non è ancora stato emanato regolamento sulle concessioni previsto dall’articolo ex.art.18, per cui sulla materia così importante per i porti continueremo senza riferimenti certi. 5) con il regolamento si esclude il deposito delle merci dall’ambito di applicazione. In Italia il deposito in ambito portuale è una operazione portuale con ciò che ne consegue. Ci sembra che questi “problemini” non siano affrontabili e risolvibili in un arco di tempo breve. Insomma, si può discutere di modificare tutto ma non è tollerabile che un Ministro parli con leggerezza e disinvoltura di materie molto complesse. Sul piano prettamente politico, ammesso e non concesso che vi fosse un accordo di merito, per produrre cambiamenti di questo livello occorre un Governo stabile con prospettive di durata. Ma questo Governo delle Larghe Intese è appeso ad un esile filo e la stabilità non è certo la sua caratteristica principale, anzi è vero l’opposto. L’altro punto riguarda la nuova spaccatura in seno al P.D. Su una materia così importante e strategica come quella portuale il PD non riesce a trovare una sintesi o un indirizzo comune a livello nazionale, anzi vede rappresentati in una delle due componenti la punte di diamante dell’”estremismo vacuo”. Oggi abbiamo da affrontare una emergenza esplosiva presente nei porti che è il problema del lavoro e dei lavoratori che stanno pagando i costi della crisi. Lupi discute del sesso degli angeli, lui che come ministro non ha avuto la forza di sopprimere l’Autorità Portuale di Manfredonia e di stoppare la costituzione della nuova Autorità Portuale di Trapani, queste si due situazioni scandalose. Parafrasando Totò potremo dirgli: Ma ci faccia il piacere, ma ci faccia…