“Solvay” o “Marina”, va bene, ma quale futuro per Rosignano?

 

  • Niccolò Gherarducci *

 

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura,che la dritta via era smarrita”, inizia così il viaggio di Dante.
Frase che oggi potrebbe essere usata per fotografare l’articolata discussione sul cambiamento del nome ad frazione del Comune: da Rosignano Solvay a Marina di Rosignano. Sicuramente uno stimolante esercizio retorico, ma difficilmente in grado di cogliere la complessità della fase storica che Rosignano sta attraversando,l’incertezza dalla situazione economica, le difficoltà del quotidiano.
Che il nostro Comune – ed in particolare la frazione di Rosignano Solvay – viva un momento di particolare crisi è vero, ma è complicato credere che la colpa sia da ricercare nel suo nome. E forse sarebbe stato meglio parlare del nostro territorio già anni fa, quando le condizioni erano assai migliori e quando dai trenta mila abitanti del periodo invernale arrivava a sfiorare i centomila in quello estivo in virtù delle presenze turistiche. Le scorciatoie non servono, Rosignano, oggi, ha bisogno di rilanciarsi a partire da fatti concreti. Dal punto di vista storico, e non solo, è indiscutibile il rapporto tra il paese e la fabbrica Solvay, di cui appunto la frazione porta il nome. Dobbiamo chiedere che sulla fabbrica vengano fatti sempre maggiori investimenti, per rilanciare l’occupazione e costruire un grande indotto, che dalla produzione vada alla commercializzazione del prodotto finito. Sviluppare inoltre le competenze e le professionalità; in questo senso abbiamo apprezzato, anche se pur descritto per ora in maniera generica, la proposta elaborata dalla Regione Toscana per la creazione del polo della chimica sul nostro territorio. In un contesto simile è naturale domandare quale futuro le forze politiche, ed in particolare il Partito Democratico, immaginino per questo Comune. Dopo lo studio Cheli Luzzati sul ruolo della Società Solvay e sulla sua penetrazione economica e sociale, e a seguito del costoso studio commissionato alla Scuola Sant’Anna di Pisa, ed inoltre a pochi mesi dalla scadenza del regolamento urbanistico e della legislatura bisogna parlare del futuro. Ripensare la collocazione delle forze produttive, dare opportunità di crescita economica, culturale e sociale, riprogettare urbanisticamente Rosignano; questi sono, per noi, elementi decisivi su cui lavorare.
Non solo fabbrica e Solvay, bisogna rilanciare l’agricoltura e il turismo, avendo la capacità di rendere protagoniste le forze sociali e mettendo alla sbarra qualsiasi tentativo corporativo e d’interesse particolare, ma, al contrario, tenendo presente sempre lo scenario complessivo.   A maggior ragione oggi, in coerenza con la nostra storia, siamo disponibili e lotteremo per portare il nostro contributo. Di sicuro nessuno può tirarsi indietro dall’affrontare tali problematiche, a cominciare da chi ricopre ruoli di maggiore responsabilità.

* Niccolò Gherarducci- Capogruppo Gruppo Comunista – FdS  al Consiglio Comunale Rosignano