- Documento politico
Il “provincione” che è venuto fuori dall’ultima operazione sul riordino delle province dimostra quale schizofrenia c’è stata sulla materia. Questo governo tecnico ha fatto un gran pasticcio, tutt’altro che tecnico, e dimostra quanto sia evidente l’affondo sulla democrazia. Si è messo mano con l’accetta al taglio a ad accorpamenti strampalati di istituzioni democratiche elette dai cittadini per sostituirle, in nome di un risparmio fittizio che non considera affatto le ripercussioni negative economiche e funzionali sulla gente, con quelli che c’è il timore che diventino carrozzoni di nominati, senza una valutazione socio scientifica dell’efficienza dei servizi e in spregio al rapporto democratico istituzioni –cittadini. Per non dare risposte vere al degrado di certa politica si è cavalcata l’ondata di antipolitica senza che i veri privilegi della casta vengano intaccati.
Di 3 punti che a nostro avviso sono fondamentali si parla poco e sono stati derubricati ad argomenti di secondaria importanza:
1) I risparmi, se avverranno, saranno irrisori e ci lasceranno senza rappresentanza democratica e territoriale, e pare proprio che questo sia l’obiettivo, perché il quadro di riforme che si è andato a delineare una cosa la chiarisce, che si vuole levare ai cittadini la possibilità di eleggere i propri rappresentanti per quanto riguarda la rappresentatività dei territori e del pluralismo politico, perché questi nuovi carrozzoni saranno composti da giunte nominate e non elette dai cittadini, un esproprio grave e intollerabile di democrazia ed è grave che se ne parli poco negli ambienti della politica.
2) Ci sono da definire le future funzioni e competenze (basti pensare ad ambiente, scuola, lavoro…), bisognerà discutere di come si realizzeranno queste scelte per rendere efficaci e fruibili i servizi ai cittadini, creando meno disagi possibili
3) Bisognerà tener presente quali saranno le ripercussioni sui lavoratori (perché già si parla di esuberi) di ruolo e su quelli rimasti vergognosamente precari da una vita, e poi nessuno parla del personale in appalto della provincia, centinaia di lavoratori che rischiano di essere licenziati e per i quali non è prevista alcuna tutela. Forse prima bisognava risolvere questi problemi e poi pensare a come fare i tagli senza lasciarsi prendere da nessun furore ideologico e poi pensare anche alle guerre di campanile che hanno egemonizzato ogni discussione.
Ma se di campanili bisogna parlare, parliamo del tentativo messo in atto per scippare il capoluogo del provincione a Livorno, perché con l’ultima stesura approvata il 31 ottobre di questo si tratta. L’art. 3 dice”…diviene capoluogo di provincia il comune, tra quelli già capoluogo di provincia, quello avente maggior popolazione residente, salvo diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni..” e continua su come si determina la popolazione residente. Con questa nuova, diversa formula, c’è il rischio serio che il nuovo capoluogo della maxi provincia sia Pisa. Ora qui non si vuole negare l’importanza storica, la posizione strategica, la sede universitaria o altro, non è questo il punto, ora (perché prima le regole erano diverse) sembra una manovra fatta scientificamente per scippare il capoluogo a Livorno, per tutte le nuove province toscane vale il numero degli abitanti (si pensi alla provincia Grosseto Siena il cui capoluogo sarà Grosseto), mentre nell’unico caso della maxi provincia che andrà da Carrara a Piombino, verrà adottato un criterio diverso: per ragioni di peso politico, di vicinanza al potere?
Perché prima c’era un criterio che valeva per tutti, quello del maggior numero di abitanti, e ora nella pratica c’è lo stesso criterio che vale per tutti meno che per Livorno. Nella prima stesura infatti era previsto un accordo tra i soli comuni capoluogo di provincia e non a maggioranza, per cui se l’accordo non si fosse raggiunto (e non si sarebbe raggiunto di sicuro) si passava al criterio del numero di abitanti. In questa stesura la contrario è previsto che l’accordo si trovi fra i comuni ( è ancora da capire se fra tutti i comuni, o come sembrerebbe, fra i comuni capoluogo delle diverse province) anche a maggioranza. In ogni caso Pisa avrebbe sempre la meglio, la provincia di Pisa ha il doppio dei comuni di Livorno, e per Massa Carrara Lucca forse Pisa rappresenta la soluzione logisticamente migliore.
La riflessione ora è che la Regione Toscana ha avuto una parte fondamentale inventando questa maxi provincia, caso simile, ma non con le stesse proporzioni c’è solo Varese Como Lecco, e c’è stato qualcuno che si è mosso per far modificare la Legge.
A questo punto mi ricordo quando all’inizio si è cominciato a parlare di accorpamenti fra province, il Sindaco raccomandava ai partiti (fuorchè al suo evidentemente), si coordinassero nelle province per essere coerenti , qui mi sa che invece il peso del PD livornese non sia neanche equiparabile al peso del PD pisano, meglio, conta proprio poco nel panorama regionale.
Noi non siamo campanilisti nel senso più negativo del termine,ma tutto questo determina ricadute sul piano dell’economia e opportunità per la città, basti pensare agli Uffici territoriali che saranno presumibilmente nel capoluogo (Prefettura – Questura – Direzione Provinciale del Lavoro – Dogane- Inps – Provveditorati agli Studi , e vorrò vedere un docente costretto a far domanda per una provincia che va dall’Abetone all’Elba!) e che determinerà esodi e controesodi di dipendenti ed utenti.
Ora è bene che il Sindaco ed il PD si muovano per capire come stanno le cose e facciano valere le ragioni della città, non per campanilismo ma per dignità della città (che già in altri casi è stata scippata di opportunità e questo ne sottolinea la debolezza politica), perché questa poteva rappresentare un’opportunità per attivare un percorso di ripresa dell’economia cittadina. Qualcuno si è mosso per far modificare una legge e ci è riuscito, evidentemente qualcuno con più forza politica.
Partiamo dal documento già votato in Consiglio e facciamolo rispettare ( visto che avevamo ragione ad esprimere dei dubbi, fidarsi è bene…) se non sarà così Livorno si impoverirà sempre di più, e sarà a causa degli attuali amministratori e del partito che da sempre governa la città.
Lorenzo Cosimi
Segretario PRC Livorno