Michelle Huart e l’insostenibile leggerezza del pensiero Solvay

di Silvia Gesess *

Appaiono leggere, inconsistenti e a tratti propagandistiche, sono queste le parole che a nostro giudizio meglio descrivono la posizione della Solvay in merito al presente e al futuro dello stabilimento di Rosignano.
Balza subito agli occhi la mancanza di rispetto verso le Istituzioni, viste come ostacoli allo “sviluppo” dei piani di Solvay. La strafottenza con cui ci si rivolge al Sindaco del Comune che da oltre 100 anni ospita questa azienda la dice lunga rispetto alla mentalità “alla marchionne” che Solvay ha. Quale futuro può avere lo stabilimento senza un legame vero con il territorio? E quale futuro può esserci senza il rispetto delle Istituzioni di questo territorio?
Stiamo ai fatti: Solvay utilizza oltre il 45 per cento della risorsa idrica della Val di Cecina, dati tratti dallo studio Cheli – Luzzati; in base a questo dato consigliamo all’azienda di informarsi bene, visto che i 6 milioni di metri cubi utilizzati da Solvay dichiarati dalla Huart diventano 11 ! E quindi se rapportati alla portata media annua del fiume Cecina non rappresentano più il 5 per cento bensì quasi il 10. Dovrebbe dirci l’azienda quanto avrebbe intenzione di prelevare ulteriormente dal fiume e con quali modalità. Il rimandare genericamente all’incontro con la Regione pare il voler fuggire dalla realtà e dalla situazione data.
L’unica proposta verosimile e fattibile rimane quella del dissalatore, tutto il resto sono speculazioni atte a confondere le acque, appunto.
E’ evidente a tutti quanto sia grave la situazione idrica nella Val di Cecina e quanto sia oggi importante, anche per dare un futuro alla fabbrica, risolverla.
Non esistono scorciatoie, bisogna affrontare la realtà in quanto tale e smetterla di perdere altro tempo prezioso.
In merito al dissalatore rigettiamo con forza la posizione dell’azienda in tutti i suoi punti, avendo già spiegato ampiamente mesi fa la fattibilità del progetto; anche sui costi la Huart utilizza parole più da impianto ideologico che economico, sicuramente costa meno pompare l’acqua dalle falde a costo praticamente zero.
E’ bene chiarire infine che in Italia ci sono delle norme e che queste debbono essere rispettate, in Italia vi è la certezza del diritto, semmai, volendo scendere su un piano a noi meno congeniale, l’unico soggetto in questione che utilizza le deroghe fatte ad hoc alle leggi, è proprio Solvay.
Noi crediamo fermamente nel futuro della fabbrica e del nostro territorio, se non di più almeno quanto la Huart. Più volte abbiamo fatto appello al senso di responsabilità di tutti affinchè si potesse costruire un domani sia per Rosignano che per Solvay, crediamo oggi sia arrivato il momento che l’Azienda cerchi un rapporto con i lavoratori, con le realtà locali e con i cittadini ed infine si apra un confronto serio e schietto sul futuro che vogliamo dare complessivamente a questo territorio. Noi ci crediamo e siamo pronti a fare la nostra parte.

* Segretaria Circolo PRC – Rosignano