LIVORNO. Lavoro, piano strutturale, emergenza abitativa e situazione portuale. Sono le questioni più importanti che Livorno deve affrontare e che, secondo il partito di Rifondazione Comunista, l’amministrazione comunale stenta a portare a termine. «Fino a oggi abbiamo assistito a una politica basata sugli annunci – ha detto Tiziana Bartimmo, consigliere comunale – senza però mai arrivare a fatti concreti. Livorno ha bisogno di un cambiamento a 360 gradi perché in gioco c’è il futuro della città».
E questo cambiamento può avvenire solo risolvendo le questioni poste sul tavolo da Rifondazione che: «Al momento rappresenta l’unica forza politica di opposizione all’attuale amministrazione», tuona Lorenzo Cosimi, consigliere comunale.
Il primo punto da risolvere riguarda la questione casa, con la necessità di trovare alloggi per le famiglie che sono costrette a vivere per strada e per coloro che non possono accedere alle case popolari: «Il Comune deve riservare una parte delle abitazioni per l’affitto concordato – prosegue Bartimmo – Altro punto riguarda il piano strutturale per il quale è necessario un percorso partecipativo e un coinvolgimento dei cittadini, perché questa amministrazione non ascolta i suoi abitanti e la continua nascita di comitati ne è la conferma tangibile». I rappresentanti di Rifondazione Comunista puntano il dito anche sulla questione immigrati e in particolare sui rifugiati libici che sono ospitati a Villa Morazzana, dei quali: «Non sappiamo più niente – dice Bartimmo – ci siamo dimenticati di loro». Silvio Lami, capogruppo di Rifondazione in Provincia, critica la proposta del governo di abolire le Province: «Non ci sarà alcun risparmio con la loro eliminazione, al contrario, togliendo le Province finiranno con il contare solo i grandi Comuni a scapito dei piccoli con una visione comune-centrica che ha già visto predominare la città di Firenze». Infine, la questione del porto: «Il nostro porto nasce con una vocazione commerciale non turistica – dice Cosimi – stiamo attenti a non snaturarla per favorire il settore turistico o rischiamo di perdere la nostra identità. Creiamo piuttosto un equilibrio tra i due ambiti».