In questo anno scolastico, dove a fronte di un aumento del numero degli alunni disabili nelle scuole toscane (salito da 9.915 a 10.202), a causa dei tagli lineari, è rimasto invariato (4.690) il numero degli insegnanti di sostegno, il diritto al sostegno è stato fortemente limitato. Dopo numerosi ricorsi legali, la stessa Corte Costituzionale ha affermato che il sostegno è un diritto, come tale deve essere pienamente garantito e non può essere subordinato alle logiche di bilancio.
In collaborazione con molti genitori, docenti di sostegno e in sintonia con il tavolo regionale per la scuola della repubblica, come Rifondazione Comunista abbiamo attivato, anche sul tutto il territorio provinciale di Livorno, una petizione indirizzata alle autorità statali e locali con cui si chiedeva il reperimento di risorse finanziarie urgenti per il sostegno all’integrazione degli alunni diversabili nella Scuola pubblica.
Sono ad oggi diverse centinaia le persone che hanno sottoscritto la petizione (che consegneremo nei prossimi giorni al Prefetto), finalmente una buona e prima risposta ci giunge dalla Regione Toscana e possiamo affermare con soddisfazione che circa 300 studenti delle scuole toscane potranno beneficiare di un aumento delle ore di sostegno. Una vittoria di resistenza sociale in un periodo di attacco generalizzato alle condizioni di vita e dei diritti, ma anche una narrazione umana della consapevolezza che cambiare rotta è possibile e che non esistono percorsi obbligati, come vorrebbe farci credere quella parte della politica che ha ceduto la propria sovranità alla speculazione finanziaria.
E’ questo il risultato di un protocollo d’intesa firmato dalla regione Toscana e dall’Ufficio scolastico regionale che prevede un finanziamento per il sostegno dei disabili pari a un milione di euro (stanziato interamente dalla regione). Con cui verranno finanziate: le ore di sostegno in deroga; le ore aggiuntive di insegnamento per i docenti curricolari della classe; le ore aggiuntive di sostegno. Sono anche previste ore retribuite per la progettazione, la documentazione e la verifica, nonché possibilità di attivare esperienze di laboratori che coinvolgano l’intera classe.
Saranno anche finanziate attività di formazione a cui la maggioranza dei docenti avrà l’obbligo di sottoporsi.
Ad ogni classe che accede alla sperimentazione sarà abbinato un docente-tutor (che saranno nominati dagli Uffici scolastici territoriali).
In prospettiva il protocollo prevede anche un aggiornamento del documento base della regione Toscana (le “linee di indirizzo per l’integrazione scolastica dei disabili”), la proposta di percorsi di accoglienza/inclusione/apprendimento che coinvolga personale ATA (amministrativo Tecnico e Ausiliario), personale docente, operatori e studenti di tutte le scuole toscane anche nel garantire agli alunni disabili una libertà di scelta nei percorsi di istruzione.
Si tratta di un primo parziale successo delle mobilitazioni territoriali ma che necessita anche di un intervento di verifica nella sua attuazione concreta.
Siamo ovviamente felici di questo risultato, un impegno aggiuntivo e migliorativo delle regioni è ovviamente da apprezzare, ma non può essere sostitutivo dell’impegno prioritario dello Stato per il semplice motivo che si tratta di un diritto primario ed universale che lo Stato deve garantire a tutti/e ed in tutte le realtà locali, su tutto il territorio nazionale.
Occorre adesso evitare un’odiosa discriminazione territoriale del diritto allo studio che non può essere condizionato dalle diverse sensibilità politiche regionali.
Un discussione del titolo V a fronte della confusione dei ruoli che si sta determinando, anche a causa di scelte politiche sbagliate, è assolutamente indilazionabile.
Silvio Lami capogruppo alla Provincia di Livorno – Rifondazione Comunista