Le ultime vicende del premier non ci devono far dimenticare che ancora in Italia la maggior parte delle donne lavorano, di un lavoro a volte pagato ( poco e con pochi diritti) e molto spesso non pagato (prendendosi cura di relazioni affettive e familiari, occupandosi dei figli e dei genitori anziani), tante si adoperano per migliorare la società occupandosi di politica (nell’accezione più nobile del termine e non certo come la intende la Minetti), di volontariato, di sindacato e lo fanno portando la loro sensibilità, la loro forza, il loro senso innato di “accoglienza” per i più fragili, la loro cultura.
Perché le donne, quelle “vere” studiano sul serio e l’impegno a loro richiesto è talvolta anche maggiore rispetto ai loro colleghi maschi (ma quasi sempre è inferiore il loro salario).
Tutte queste donne che occupano la società civile non hanno dimenticato il rispetto e la considerazione di sé, della libertà e della dignità femminile.
La loro storia viene da lontano, e va ricordata nei 150 anni dell’Unità d’Italia. Molte donne avevano partecipato alla guerra di liberazione direttamente come combattenti, sia indirettamente con compiti pericolosi ed oscuri che comportavano il rischio della vita, ma per i quali nessuna chiese riconoscimenti.
In quelli anni molte battaglie furono vinte grazie alla tenacia e alla solidarietà delle donne grazie alla loro grande passione, al coraggio alla loro capacità politica pari a quella dei loro compagni.
In quelli anni furono conquistati in piazza, nei luoghi di lavoro, in Parlamento diritti sociali e civili. Con l’impegno delle donne del PC, del PSI, del Sindacato, dell’UDI e poi negli anni 60 e 70 con le femministe.
Noi veniamo da quella storia durata 60 anni.
Una ricca esperienza che oggi è cancellata dalla continua rappresentazione della donna solo come oggetto di scambio, nei giornali, nella pubblicità, nella rappresentazione del modello di relazione fra donne e uomini ostentato da una delle maggiore cariche dello stato.
Per questo è ora di dire basta e le donne della federazione della sinistra aderiscono alla giornata di mobilitazione del 13 febbraio e danno appuntamento a tutte e a tutti domenica 13 febbraio alle ore 11:00 al gazebo della Terrazza Mascagni di Livorno.