Lettera inviata a Liberazione
Caro direttore, l’editoriale sul congresso, uscito il 4 luglio, deforma la realtà in modo così sistematico da rappresentare una perla di stalinismo. Inizialmente si stigmatizza con preoccupazione ciò che sta avvenendo nel congresso. Finalmente anche la redazione si accorge delle tessere manipolate al circolo della Garbatella, della denuncia del segretario della federazione di Brindisi, il quale cita fra le altre l’episodio di una compagna costretta a rinunciare al rinnovo del contratto perché di una mozione diversa rispetto a quella dell’assessore, del proliferare di dirigenti di Sd che votano la mozione 2, del rigonfiamento del tesseramento che in alcuni casi raggiunge l’80% ed in un caso addirittura quadruplica i voti ottenuti dalla Sinistra Arcobaleno, fino al fatto del circolo di Reggio Calabria centro nel quale 200 persone hanno votato senza tessera! Ma ciò che scandalizza la redazione non è questo, bensì il fatto che la nostra magistratura interna abbia annullato un congresso svoltosi nel completo dispregio delle regole che ci siamo dati! “Liberazione” non stigmatizza chi non si perita di far esplodere il tesseramento pur di vincere il congresso, bensì chi, nel nome del rispetto della legalità interna, interviene contro un palese stravolgimento dello spirito e della lettera del nostro regolamento congressuale. L’articolo si conclude poi con la litania sulla necessità di aprire porte e finestre, smettendola con purezze ideologiche e riavviare un cammino di rifondazione non solo di questo partito, ma della politica, suggerendo quindi che quanto avvenuto a Reggio Calabria (inizio congresso ore 18.15; fine congresso ore 19, 200 votanti senza tessera molti dei quali mai visti prima ecc.), rappresenti l’innovazione necessaria! Se così stanno le cose cari compagni di “Liberazione” io mi tengo strette le stanze forse un po’ fumose del circolo di Rosignano (federazione di Livorno 275 iscritti e 65 votanti 2 giorni di congresso con una ventina di interventi) frequentate da compagni che sentono sulle proprie carni le ferite al Prc al punto da rifiutarsi addirittura di partecipare per l’ennesima volta ad un congresso a mozioni, e che non si vergognano a mandarti a quel paese se insisti troppo a chiedere loro di votare, consapevoli del fatto che con questi metodi, a chiunque vinca, non rimarrà che un cumulo di macerie. A meno che l’obiettivo di qualcuno non sia precisamente questo.
Stefano Cristiano – Comitato politico nazionale