I Bilanci di ASA ed ASA Trade spalancano drammaticamente di fronte ai nostri occhi la grave situazione contabile di queste aziende.
E fanno emergere con nettezza l’urgenza di risposte rapide e chiare.
E’ ormai ogni giorno più evidente il divaricarsi dell’interesse pubblico da quello del “soggetto industriale”.
Non sappiamo quanto questa spaccatura sia oramai ricomponibile: nel dubbio gli elementi che abbiamo davanti ci dicono che è meglio fare a meno di medici pietosi.
Infatti, gli stessi dati di Bilancio dicono chiaramente che, a fronte della disfatta contabile delle due aziende (di cui il pubblico dovrà farsi carico per il 60%), non altrettanto vale per il tornaconto dei privati.
Basta leggere la Relazione di Gestione e la Nota integrativa per sapere che Iride vende servizi ed energia ad ASA spa per un fatturato che si aggira annualmente tra i 7 ed i 10 milioni di euro.
Come avevamo denunciato in tempi non sospetti, è qui, insieme al “future” dell’operazione OLT, la polpa della redditività di Iride nella nostra provincia.
Altro che azzeramento dei vertici! Il risultato è pienamente raggiunto: profitti privati e debiti pubblici. Quindi c’è da aspettarsi lauti premi di risultato per i fiduciari di Roberto Bazzano (amm. delegato di Iride).
Infatti siamo al paradosso che il 40% privato ha in mano le scelte di direzione dell’Azienda e scarica sul 60% pubblico i costi della propria “cattiva” (?) gestione.
Questa gestione tutta a vantaggio di Iride oggi brandisce come un randello quel deficit e quell’indebitamento crescenti. Coscientemente perseguiti per tenere sotto ricatto le Amministrazioni Locali. Obiettivo: imporre nuove scelte nefaste sulla pelle dell’interesse collettivo e dei lavoratori.
Il pubblico si è fatto mettere in trappola: viene da chiedere dov’erano il Presidente di ASA ed il Consiglio di Sorveglianza quando si preparava questo boccone avvelenato.
Complici di un delitto perfetto, le banche possono oggi far il lavoro sporco di far ingoiare, con il cosiddetto “piano di bancabilità”, una nuova ondata liquidatoria ai Comuni dopo il disastro della privatizzazione del 2004: la vendita di ASA Trade.
Crediamo sia indispensabile spezzare definitivamente questo circolo vizioso che ci porterà a svendere ASA ed a trasferire altre innumerevoli risorse pubbliche dai Comuni a Iride.
Non possiamo farci dettare l’agenda né da Bazzano, né dalle banche!
Per questo dobbiamo formalizzare la disdetta immediata dei patti parasociali, ed aprire una riflessione seria sulle prospettive economiche, finanziarie ed industriali di un pezzo di patrimonio pubblico che pubblico deve continuare ad essere per ridistribuire qui ricchezza e non altrove.
In secondo luogo, bloccare qualsiasi ipotesi di vendita di ASA Trade o di altre liquidazioni industriali o patrimoniali.
Abbiamo bisogno di tempo per definire una strategia, anche attingendo al sostegno di finanziarie pubbliche come Fidi Toscana.
Tutto questo passa inevitabilmente dal riprendere in mano il volante dell’Azienda prima che gli attuali gestori ci infilino in un vicolo cieco da cui sarà poi difficile uscire.
Livorno, 06 maggio 2008
Alessandro Trotta
(Segretario Prov.le PRC)