di Claudio Grassi
da Liberazione del 28 maggio 2008
Caro Nichi Vendola,
anch’io penso che, dopo il disastroso risultato elettorale del 13 e 14 aprile, il modo con il quale stiamo affrontando questo congresso possa essere fatale per il nostro partito. Anche a me non piacciono le “conte interne” e la denigrazione delle posizioni che non si condividono. Soffro anch’io nel vedere il mio partito piegato, ancora una volta, in una lacerante lotta interna anziché in una lotta di tutti noi contro le destre e i padroni. Non accetto assolutamente che il confronto diventi scontro personale, denigrazione, processo alle intenzioni, odio. Tu fai un lungo elenco di accuse che ti sarebbero state rivolte e che sarebbero false, offensive, non “da compagni”. Ti senti ferito, provi dolore. Hai ragione, ma questo vale per tutti, anche per me. E non da oggi.
Potrei parlarti del dolore lancinante provato al Congresso di Venezia quando mi venne indicata la porta. Oppure quando, per rappresentare le mie idee, nei blog di cui tu parli, si usano termini “gentili” come stalinista, vetero-comunista, identitario. Se la mettiamo su questo piano, quindi, come vedi, non sei l’unico bersaglio.
Allora, caro Nichi, abbiamo solo una possibilità per contribuire a fermare questa deriva: mettere chiaramente a confronto le idee diverse che abbiamo sul futuro del nostro partito.
E qui avanzo una prima critica al tuo ragionamento. Perché, se era nelle tue intenzioni lavorare per svolgere un congresso unitario, non hai accettato la proposta che veniva da noi, ma anche da moltissimi circoli, di farlo a tesi? Certo, so bene che quella modalità non ci avrebbe messo al riparo da una discussione anche forte tra di noi, ma avremmo potuto circoscrivere il dissenso a pochi punti.
Non era meglio, soprattutto per le nostre strutture di base, dare loro un unico documento, farle pronunciare sul merito, chiedere anche a loro di avanzare proposte, anziché metterle di fronte ad una conta tra mozioni contrapposte? Aver rifiutato questa proposta ritengo abbia alimentato la contrapposizione interna. Così come, pur avendo una grande stima nei tuoi confronti, credo sia stato un errore avanzare una auto-candidatura alla guida del Partito.
Non ti pare che sia un “cedimento” a quella personalizzazione della politica che noi avversiamo? Non ti pare che anche il nostro partito, dopo aver sperimentato per anni una leadership forte, debba riflettere sulla necessità di costruire quell’intellettuale collettivo di cui ci parlava Gramsci? Non ti dà fastidio, prima ancora che il tuo partito abbia iniziato a discutere e a scegliere, essere scelto dalle televisioni e dai giornali come il “candidato leader” di Rifondazione Comunista? E poi, caro Nichi, ma veramente tu pensi di riuscire a fare contemporaneamente il Presidente della Puglia e il segretario di Rifondazione Comunista? E, ammesso che tu ci riesca, non è anche questo in palese contraddizione con quanto abbiamo tutti assieme deciso a Carrara e cioè che una buona innovazione sarebbe quella di evitare i doppi e tripli incarichi?
Infine vorrei dirti due cose. Contesti il fatto che ti si accusi di voler sciogliere Rifondazione Comunista che – tu dici – hai «contribuito a costruire nelle strade polverose prima che nelle istituzioni». Lo so. Per quel che vale, anche io ho macinato più di un milione di chilometri, con le mie macchine ormai rottamate, per raggiungere i paesi più sperduti per fare comizi, riunioni o per convincere i compagni a non abbandonare il partito in passaggi difficili come la scissione del ’98.
Ma se ritieni che Rifondazione Comunista debba continuare ad esserci per l’oggi e per il domani, perché non lo hai scritto chiaramente, come noi abbiamo fatto, nella tua mozione? Perché quando in campagna elettorale si sono alzate voci autorevoli che hanno parlato del comunismo come “tendenza culturale” tu non hai detto che eri contrario? D’altra parte un compagno che ha sottoscritto la tua mozione lo ha sostenuto lealmente in una riunione della commissione politica, affermando che «se avessimo preso l’8% lo scioglimento di Rifondazione sarebbe stato all’ordine del giorno»!
E anche la proposta che avanzate di Costituente della sinistra come deve essere intesa se non come un processo, come ha ripetutamente detto Alfonso Gianni, alla fine del quale si prevede il superamento di Rifondazione Comunista?
In ogni caso ti faccio una proposta, visto che, come tu dici, nessuno vuole sciogliere Rifondazione Comunista: chiunque vinca il congresso si impegni a fare na gestione unitaria e ci si impegni tutti a rimanere nel partito. Inoltre, si dichiari da subito che ci presenteremo con il nostro nome e il nostro simbolo alle prossime elezioni del Parlamento Europeo.