di Guido Rossi *
Esistono oggi alcuni “credo”, a matrice quasi religiosa, che governano il mondo e che hanno i loro devoti sacerdoti, i quali anche di fronte alle evidenze contrarie dell’attuale depressione economica, continuano a predicarne le virtù.
Tra questi quello più fallimentare, come ormai è noto, è il credo del libero mercato che si autoregola, e della selvaggia deregolamentazione della finanza collegata alla speculazione.
La teologia degli economisti, che ben tollera i paradossi, va ora coniugando austerità e crescita, pur dopo aver incautamente sostenuto che anche dalla sola austerità e dal rigore può nascere la crescita. Mi perdonerà il lettore se, annoiato da queste teologie, mi prendo la libertà di definire i due ultimi termini, che paradossalmente si vogliono accomunare, chiamando in causa il divino Nicolò Cusano, come un caso tipico di «coincidentia oppositorum», cioè la coincidenza degli opposti. Questa in sé e per sé si rivela ben lungi dal risolvere i problemi economici, politici e sociali che travagliano il mondo. E rischia invero di peggiorare ulteriormente la situazione attuale che continua ad avvitarsi su se stessa.
Non è allora il caso di continuare ad attribuire la colpa ad altri, come si fa in Europa con la Grecia ed ora anche Barack Obama con l’Europa, laddove quel che succede nel mondo è dovuto soprattutto alla speculazione finanziaria, le cui istituzioni portanti non sono ancora state messe in discussione e continuano ad essere protette coi denari dei contribuenti dal «nuovo capitalismo di Stato», come l’ha definito Eric Hobsbawm. Preliminare ad ogni programma di crescita è allora una seria riforma del capitalismo finanziario, così come fece il New Deal dopo la grande depressione del 1929. Ma purtroppo di F.D. Roosevelt non mi pare di riscontrarne nessuno fra i leader politici mondiali. Mi basterà allora un esempio, fra i tanti che si potrebbero fare, che riguarda il cuore e la natura intima della globalizzazione finanziaria, all’origine delle sempre più gravi diseguaglianze mondiali. Leggi tutto “Il grande assente al casinò della finanza”