Anniversario della nascita del PCI
Il Tirreno:
Grande partecipazione al corteo per i 79 anni dalla fondazione del partito – Un lungo corteo per ricordare il Pci
LIVORNO. Grande partecipazione e lanci di fumogeni ieri pomeriggio al corteo per le vie del centro, promosso da vari movimenti e partiti della sinistra per l’anniversario della nascita del partito comunista.
Il corteo per il 79º anniversario dalla nascita del Pci è partito alle 17 dal Goldoni, dove nel 1921, al momento della scissione comunista, era in corso il congresso del Partito socialista.
Alla manifestazione hanno partecipato anche dipendenti di aziende in crisi, come la Telegate dove ben quattrocento lavoratori sono in attesa di conoscere il proprio futuro.
Il corteo è stato monitorato dalle forze dell’ordine.
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La Nazione:
In mille al corteo per la nascita del PCd’I
– LIVORNO –
CIRCA UN MIGLIAIO di persone han¬no partecipato ieri pomeriggio alla ricor¬renza della fondazione del Partilo Comu¬nista d’Italia, ritrovandosi dapprima da¬vanti al Goldoni, dove hanno preso la pa¬rola Stefano Cristiano e Nino Fiosini (se¬gretari regionali di Re e Pdci) e alcuni la¬voratori di aziende in crisi, per poi sfilare lungo le vie del centro e arrivare infine al teatro San Marco dove nacque il Pei. Qui le conclusioni sono state affidate ai rap¬presentano degli organizzatori, ovvero i due partiti sopra citati e il «Centro politi¬co 1921.
PARTECIPATE anche le due cene che hanno visto la presenza di 200 persone di¬vise tra il centro sociale anziani di via de¬gli Asili e «Centro politico 1921» di via dei Mulini. Qui si sono anche esibiti due gruppi di musica folk e di canti di lotta.
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21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2010 : il PCd’I, i comunisti oggi, il lavoro
Care compagne e cari compagni,
il prossimo 21 gennaio ricorrerà l’89esimo anniversario della nascita del Partito Comunista d’Italia – sezione italiana di quella che allora era l’Internazionale Comunista.
Come certo tutte e tutti voi saprete la scissione che portò alla fondazione del Partito Comunista (che poi divenne il più grande d’Europa) avvenne durante il XVII congresso del PSI che si teneva al teatro Goldoni di Livorno. Gli scissionisti, i comunisti, aprirono così al teatro San Marco di Livorno il primo congresso del PCd’I.
Noi, comuniste e comunisti livornesi, anche quest’anno come sempre organizzeremo delle iniziative e un corteo per ricordare e rendere attuale quel giorno.
Noi pensiamo che le ragioni che 89 anni fa portarono alla fondazione del PCd’I siano quelle che ancora oggi portano migliaia di compagne e compagni a lottare. Le contraddizioni di allora sono le stesse che oggi noi combattiamo. Nella società contemporanea, lo sfruttamento del capitale sul lavoro e la violenza sulle classi subordinate esistono ancora e più amplificate di prima.
Il conflitto capitale – lavoro si fa ogni giorno più crudo, complice la crisi economica frutto del sistema capitalistico stesso. La ribellione degli schiavi di Rosarno, la minaccia di chiusura degli stabilimenti della FIAT a Pomigliano d’Arco e Termini Imerese, la vicenda della INNSE di Milano, i licenziamenti selvaggi all’Eutelia, il precariato, per dirne soltanto alcuni dei più conosciuti, sono la dimostrazione che, a dispetto del camuffamento che i capitalisti si sono cuciti addosso (con la complicità degli opportunisti, come Lenin li definiva), fatto di buonismo e di ipocrisia, la violenza padronale oggi non è minore di ieri. Questi fatti sono anche la cartina tornasole a cui il proletariato odierno, quello cosciente di sé e dello sfruttamento che subisce, ha deciso di dire basta; ha deciso di dire a gran voce che la storia non è finita, una voce fatta di picchetti, di cortei, di occupazioni, una voce fatta di lotta!
Noi, giovani comuniste e comunisti di Livorno, come abbiamo fatto in questi anni, pensiamo di dover stare all’interno di queste lotte e queste vertenze, consapevoli che per uscire in maniera positiva (dal punto di vista dei lavoratori chiaramente) non basta avanzare delle proposte ma anche riuscire a organizzare tutti coloro i quali si oppongono a questo sistema.
Da questo punto di vista ricordare la nascita del PCd’I, che si proponeva appunto di riunire il proletariato, significa avere la consapevolezza che senza un’organizzazione di classe di tutti lavoratori lo sforzo di tanti compagni e compagne potrebbe essere inefficace. Ricordare il 21 gennaio per guardare al futuro, per la ricomposizione della sinistra, per il rafforzamento del Partito della Rifondazione Comunista, per aprire una nuova stagione di lotta per l’emancipazione dei lavoratori.
Facciamo appello a tutti i compagni e le compagne, a tutti i sinceri democratici, a tutti quelli che credono come noi che questa società vada cambiata affinché partecipino in massa sabato 23 gennaio dalle ore 17 in poi al presidio e al corteo in piazza Goldoni, poiché il PCd’I è patrimonio di tutti, non solo dei comunisti.
Il coordinamento provinciale dei Giovani Comunisti di Livorno
PRC-PDCI: Oggi bella manifestazione, un fatto nuovo e un nuovo impegno a proseguire
Centinaia di donne e uomini provenienti da varie realtà d’Italia hanno raccolto l’appello alla mobilitazione che, per la prima volta, tutti insieme i genitori dei ragazzi uccisi in questi ultimi anni nelle carceri o nelle piazze italiane dalla violenza di alcuni settori delle forze dell’ordine, hanno lanciato al paese.
Questi genitori e parenti hanno gridato con forza, tutti uniti, che in uno Stato veramente democratico non si può morire, in un modo tanto drammatico e brutale quanto inconcepibile, per mano di qualche servitore dello Stato che, invece della Costituzione, ha servito quella pulsione di repressione e di distruzione del “nemico” che in questi tempi terribili chi gestisce il potere ha inoculato, a piene mani, nella società per poterla tenere sotto il proprio tallone d’acciaio.
E’ un fatto importante che per questa prima volta si sia scelto Livorno per mandare questo messaggio di unità e determinazione.
E Livorno ha risposto positivamente: con i tanti che hanno partecipato al corteo, con chi applaudiva dalle finestre, con chi osservava incuriosito, ma solidale, al passaggio del corteo, magari un po’ perplesso per l’impressionante dispiegamento di forze dell’ordine, inedito e surreale per una realtà come la nostra e anche per le dimensioni della manifestazione.
Anche i comunisti erano presenti con una tanto folta quanto discreta presenza di compagne e compagni che si sono stretti intorno a queste famiglie per condividere l’impegno a continuare la lotta nella ricerca della verità e della giustizia.
Per coloro che oggi non ci sono più e perché i responsabili di tali nefandezze possano finalmente pagare il prezzo per il troppo sangue che, in questi anni, hanno versato.Livorno, 16 gennaio 2010
Alessandro Trotta (segretario PRC – Fed. di Livorno)
Michele Mazzola (segretario PDCI – Fed. di Livorno)
Giovani Comuniste/i – Documento Conferenza n° 1 con sottoscrizioni – Una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni
«Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera» (Pablo Neruda)
«Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia» (Ernesto Guevara)
•1. Una generazione in crisi e nella crisi del capitalismo
La crisi economica mondiale è il tratto determinante di questa fase. È una crisi «di sistema», che dimostra come il capitalismo sia strutturalmente incapace di diffondere eguaglianza e benessere e come, ciclicamente, esso produca stagnazioni e recessioni che mettono in discussione la sua stessa sopravvivenza. Alla radice di questa crisi ci sono trent’anni di compressione salariale, di crescita scriteriata dei profitti, di lotta di classe contro i lavoratori. Anche l’esplosione della bolla speculativa dei mutui subprime negli Stati Uniti d’America – da più parti propagandata come l’espressione di una semplice crisi finanziaria – ha al fondo una pratica di indebitamento di massa che è il prodotto del clamoroso impoverimento della società nord-americana.
E cosa succede quando il capitalismo va in crisi e, con esso, la globalizzazione del mercato, su cui tanto avevano scommesso i poteri forti di questo pianeta? Cosa accade quando le certezze di presente e futuro scompaiono, per diverse generazioni? Si rischia di precipitare nella barbarie: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; i migranti sono bersaglio del più aspro sfruttamento e delle derive razziste di una guerra tra poveri che appare inarrestabile; per i giovani si aggiunge alla già sperimentata precarietà la disoccupazione cronica che, già presente in alcune aree del Sud, si sta estendendo a tutto il territorio nazionale.
L’intreccio tra la crisi economica, che incide sulle vite a livello materiale, e la crisi della democrazia è fortissimo. Nessuna strategia potrà vincere se non terrà presente quest’intreccio e se non porrà sullo stesso piano l’urgenza democratica con quella materiale.
Il compito delle/dei Giovani Comuniste/i è allora intercettare il dissenso diffuso verso il sistema e trasformarlo in una grande battaglia per il lavoro, la giustizia sociale e i diritti.