Comunicato Stampa – Giovani Comunisti/e

In merito alle ultime vicende riguardanti la maggioranza e la giunta in CC i giovani comunisti, come in precedenza fatto da Alessandro Trotta, chiariscono con nettezza che non sussistono le condizioni affinche rifondazione comunista e la federazione della sinistra possano far parte di una nuova maggioranza e tantomeno di una giunta al comune di livorno. Laddove emergano forze centrifughe interne in tal senso tendenti sara nostra premura lavorare perché queste rimangano isolate e minoritarie. Non esiste alcun fatto nuovo che ponga all’ordine del giorno dei nostri organismi una scelta simile, i fatti odierni semmai ci spingono a constatare, con orgoglio ma anche preoccupazione per il futuro della citta, la bonta delle scelte da noi fatti negli anni addietro a cominciare dall’ultima tornata elettorale.
Teniamo a tranquillizzare anche gli amici di senza soste da questo punto di vista. Nessuno, a noi pare, possa mettere in dubbio la nostra coerenza e la nostra serietà consolidata negli anni anche per quel riguarda scelte di questo tipo dove mai abbiamo avuto esitazione.
Non solo sosteniamo ma partecipiamo attivamente alla vita e all’attività di tutti i comitati e i movimenti cittadini, facendoci spesso promotori di portare le loro istanze presso le istituzioni cittadine.
Scontiamo chiaramente anche noi la crisi politica che complessivamente sta attraversando la società, anche quella livornese, ma non possiamo certo nascondere la nostra presenza in tutti i quartieri attraverso le sezioni e i singoli compagni. Anche per quanto riguarda la questione sindacale, nella fattispecie il rapporto con la cgil, la nostra posizione appare limpida e nitida. Noi non sosteniamo una maggioranza o una minoranza, sosteniamo le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici, senza mai far mancare il nostro appoggio e il nostro contributo. Al nostro interno esistono anime diverse che si confrontano dialetticamente su tale questione, sia all’interno della federazione che del sindacato, come noi pensiamo debba essere in un’organizzazione come la nostra.
Ai sindacati di base, e qui torniamo a tranquillizzare senza soste, non e’ mai mancata, ed incalziamo chiunque a smentirlo, il nostro sostegno, premesse, come in ogni caso, le nostre possibilita e i nostri mezzi.
Chiudendo cosi speriamo una futile polemica, per molti versi campata in aria, i GC ribadiscono il loro impegno per le prossime settimane e i prossimi mesi per sostenere e promuovere le lotte dei lavoratori e contrastare con tutti i mezzi possibili le politiche disastrose di questo governo, tese solo all’asservimento dei lavoratori e delle lavoratrici.
Niccolò Gherarducci – Coord. Giovani Comunisti Livorno

Segreteria prov PRC Livorno

90° anniversario della nascita del P.C.D’Italia

21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2011  ( 90° anniversario della nascita del PCd’I )
 
21- 23 gennaio 2011
Venerdì 21 gennaioOre 17 – Introducono Lorenzo Cosimi (PRC) e Michele Mazzola (PdCI)
Ore 18 – “1921-2011: 90° anniversario della nascita del PCdI. Il contributo della questione di genere alla teoria ed alla prassi dei comunisti e della sinistra,
nell’epoca della pervasività del neoliberismo e della crisi”

• Lidia Menapace  
• Giovanna Capelli   
• Paola Pellegrini  
Coordina: Tiziana Bartimmo ( Capogruppo PRC-PdCI – Comune di Livorno )     
Luogo: Circolo Astra Cantiere, Piazza L. Orlando

 

22 gennaio 2011

Luogo: Teatro “Grattacielo” Via del Platano 6

Ore 10:00 – 17:00 – Dalla crisi del capitalismo le ragioni del Comunismo. La straordinaria attualità di un pensiero rivoluzionario.
    
· Vladimiro Giacchè     
· Umberto Carpi
· Paolo Ferrero

Introduce: Stefano Cristiano e Nino Frosini
Coordina: Alessandro Trotta (FdS Livorno)

 

 

Domenica 23 gennaio

Ore 9:30 : “L’unità della sinistra si fa al fianco delle lotte di studenti e lavoratori”. I compiti della Federazione della Sinistra.  

·         Cesare Salvi ( FdS )        

·         Anna Belligero (GC)         

·         Simone Oggionni (GC)       

·         Flavio Arzarello (FGCI)      

Coordina: Niccolò Gherarducci (GC Livorno)

Ore 13: Pranzo a prezzi popolari

Luogo: Teatro “Grattacielo” Via del Platano 6

  

90° anniversario della nascita del PCd’I

di Frida Nacinovich

La nascita del Pci, la sua morte, il presente. Il mare e la neve, Livorno a gennaio. Agenti di polizia che fermano l’automobile perché è lunga e vecchia. “Sa com’è, una Mercedes così dà nell’occhio”. Non ci sono malintenzionati a bordo, c’è il segretario di un partito comunista, molto più piccolo di quello che fu. Rifondazione comunista. Scena di segno opposto, poco dopo, in pizzeria. C’è grande lavoro, dai forni escono teglie di torta di ceci una dopo l’altra, schiacciate, pizza. I clienti sono in fila, aspettano il loro turno, contenti se ne vanno con il “cinque e cinquanta” (“non chiamatela schiacciatina con la cecina, così la chiamano i pisani”), con il quarto di pizza e visto che è sabato anche un quartino di vino. Con questo freddo non fa male. Il comunista Paolo Ferrero viene riconosciuto, una stretta di mano, un in bocca al lupo e oggi offre la pizzeria. Si pagherà la prossima volta, che tanto arriverà. Novant’anni fa in questa città che odora di salmastro nasceva il partito comunista italiano, ora non esiste più ma ha lasciato il segno. Un’idea, una visione delle cose, la richiesta di giustizia sociale. Il centro artistico il “grattacielo”, un teatro nel cuore della città, è pieno di bandiere rosse. Qui ci sono donne e uomini che non ci stanno a far riscrivere la storia da Silvio Berlusconi et similia. Il Cavaliere chiama comunisti i giudici che lo vogliono processare, chiama comunisti Massimo D’Alema e Walter Veltroni, chiama comunisti tutti quelli che non la pensano esattamente come lui. Anche a Barck Obama danno del comunista, sono quelli del tea party. “You are a comunist”. Non è vero. “La dissoluzione del partito comunista italiano ha fatto venir meno un linguaggio”, osserva il professor Umberto Corpi, che ci tiene a ricordare la sua tessera del Pci del 1956. “Oggi ci accusano di essere conservatori, i riformisti sarebbero quelli che vogliono far pagare il costo della crisi ai lavoratori. Un mondo stravolto”. Un mondo capovolto. Dalla crisi del capitalismo alle le ragioni del comunismo. “Perché la memoria – speiga ancora Carpi – deve essere un ottimo documento per la storia, altrimenti tutto può essere riscritto”. L’economista Vladimiro Giacché è abile nello spiegare le ragioni di una crisi, che “non può essere affrontata con il liberismo debole del Pd, e neppure con la decrescita felice. Perché lo sviluppo non va di pari passo con l’equità. Anzi, succede il contrario. L’indice che misura le diseguaglianze è alto, altissimo”. Di qui un’antica ricetta mai smentita dai fatti, come dimostrano anche gli aiuti tedeschi e francesi ai rispettivi settori automobilistici. “Rilancio del ruolo dello stato in economia. Non esiste una ricerca empirica che dimostri che un’azienda privata funzioni meglio di una pubblica”. La sala del teatro si riempie di attenti ascoltatori, nonostante i disagi del maltempo e un’orario – le 10 del mattino di sabato – molto comunista e molto poco comodo. Paolo Ferrero racconta in modo logico, passo dopo passo, “la crisi del capitale, che non è congiunturale ma strutturale. La stagnazione economica, che si accompagna alla difficoltà di reperire le materie prime. E la scarsezza delle risorse porta con sé una tendenza alla guerra”. Il segretario di Rifondazione comunsita non è ottimista, anzi: “Non c’è nessuna ragione per cui nei prossimi dieci anni l’Italia possa uscire dalla crisi in cui è oggi”. E c’è un perché: “L’offensiva di Berlusconi e di Marchionne vanno di pari passo. Il primo conquista voti con un’informazione manipolata e forte del consenso si sente in diritto di zittire i magistrati, pagare minorenni, fare quel che vuole. Un sovrano senza vincoli esterni. Il secondo pensa che il padrone di una fabbrica abbia il diritto di imporre con la forza del ricatto occupazionale le proprie regole. O ti fai toglere diritti o perdi il posto di lavoro imporre con la forza del ricatto fatto che quei lavoratori bisogno di lavoro tu li possa ricattare e togliere diritti.

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