Se non ora, adesso..!

di Niccolò Gherarducci *

 

“Se non ora, adesso..!!”. Queste le parole che Don Gallo, il prete degli ultimi e degli sfruttati, ha usato per titolare uno dei suoi ultimi libri. Parole semplici, significative, che riassumono il vissuto di una moltitudine di uomini e donne, di lavoratrici e lavoratori che avvertono il bisogno di poter finalmente contare in una sinistra unita. Una sinistra che sia in grado di restituire entusiasmo e speranza a quanti, in questi anni, sono stati sopraffatti dalla disillusione e dallo sconforto causato da forze politiche inconcludenti e autoreferenziali. Le ultime tornate elettorali hanno evidenziato la fine del bipartitismo, vero volto di un bipolarismo esasperato, attraverso il quale lo stesso centrosinistra ha dimostrato lacune vistose intrise di politiche incoerenti e antipopolari. Gli esempi di De Magistris a Napoli, Pisapia a Milano, Orlando e Doria, rispettivamente a Palermo e Genova, sono la prova evidente del sipario calato sulla politica degli ultimi vent’anni.
“Se non ora quando”, non è un semplice slogan quanto una realtà che reclama risposte chiamando  l’assunzione di responsabilità degli stessi partiti della sinistra.
L’avvento di Monti, incautamente favorito da una classe dirigente e politica ormai al capolinea, che lo ha dipinto quale uomo della provvidenza, non ha portato alcun tipo di miglioramento ad una situazione già compromessa dalla lunga parentesi berlusconiana, rilanciando con maggior determinazione politiche recessive che hanno solo peggiorato le condizioni sociali del Cittadino stesso. Dalla riforma delle pensioni, all’aumento dell’IVA fino all’introduzione dell’IMU: nessuna  traccia di qualcosa che possa favorire sviluppo e crescita economica. Leggi tutto “Se non ora, adesso..!”

Attentato di Brindisi: comunicato stampa FDS – GC di Livorno

di Niccolò Gherarducci *

 

Intendiamo esprimere innanzitutto la nostra vicinanza e il nostro cordoglio ai cari e alle famiglie delle studentesse e degli studenti colpiti stamane ( 19 maggio ) dall’ignobile attentato davanti alla scuola di Brindisi.
La Federazione della Sinistra e i Giovani Comunisti di Livorno condannano unanimemente tale fatto, in coerenza con quanto espresso ad altri episodi di violenza; ancora più forte e decisa che in passato deve essere la risposta da parte delle Istituzioni, tutte, e della società civile, a cominciare dal mondo dell’associazionismo, sindacale e dei partiti coinvolgendo tutte quelle realtà sinceramente democratiche.
Oggi più che mai situazioni simili ci fanno riportare la mente al passato, al terrorismo degli anni ’60 e ’70 con le stragi di Piazza Fontana a Milano e di Piazza della loggia a Brescia, oppure alle criminali stragi di mafia del 92 – 93, nel trentennale dell’uccisione di Pio La Torre, segretario regionale siciliano del PCI e a dieci giorni dal 9 maggio, giorno in cui nel 1978 veniva ucciso Peppino Impastato.
Si è inteso colpire il luogo simbolo della cultura e della conoscenza, la scuola, colpendo, in maniera intimidatoria, il grande movimento giovanile che si oppone alle mafie proprio nel giorno in cui sarebbe dovuta passare la carovana nazionale antimafia.
Fatti simili vorrebbero indebolire, e mettere le basi per una sua demolizione, la democrazia nel nostro Paese, oltretutto in un momento in cui anche la crisi economica e sociale attanaglia il Paese e la società, in un passaggio in cui non ci possiamo certo permettere di allentare l’attenzione e la vigilanza rispetto al democratico funzionamento di tutte le Istituzioni.
Non è purtroppo vero quello che dice Grillo, la mafia uccide e come, il fatto di stamani ne è la tremenda riprova, è per questo motivo che in un giorno triste e di lutto come quello odierno richiamiamo al senso di responsabilità, presente e futuro tutte le forze politiche; facciamo appello alla mobilitazione di  tutte le forze democratiche e antifasciste livornesi, ricordando che anche Livorno e la sua provincia sono territori di infiltrazione mafiosa, per costruire un fronte di lotta unitario e che possa presentarsi alla società quale certezza, che possa ridare speranza e sicurezza, da tutti i punti di vista, e che possa essere un risposta forte e decisa anche per quelle realtà criminali, mafiose e eversive, purtroppo presenti, che stamani si sono macchiate in maniera indelebile con questo brutale attentato contro la democrazia e la gioventù di questo Paese.

* Federazione della Sinistra
Giovani Comunisti

 

Vile attentato a Brindisi: dichiarazioni di Ferrero e Giovani Comunisti

Comunicato Ferrero e GC *

 

Come PRC – FDS di Livorno ci associamo alle dichiarazioni fatte dal segretario Paolo Ferrero di cui riportiamo di seguito  il testo integrale:

Il segretario del Prc Paolo Ferrero ha espresso a nome suo e di tutto il partito della Rifondazione Comunista “il cordoglio ai familiari della giovane ragazza assassinata a Brindisi e l’orrore per la barbarie che a Brindisi si è scatenata”. “La ferocia di chi mette bombe appositamente per cercare la strage di giovani ragazzi e ragazze e seminare il terrore – si legge in una nota – non può essere lasciata impunita: lo Stato si attivi per assicurare i colpevoli alla giustizia”.
I giovani del Prc stanno organizzando manifestazioni e sit-in in tutta Italia (a Roma, 18.30 al Pantheon, a Palermo alle 16 all’Albero Falcone, a Catania alle 17.00, Palazzo della Prefettura) per protestare contro l’attentato criminale di Brindisi. Altri appuntamenti sono previsti a Milano piazza San Fedele ore 17.
“Non aspetteremo la sentenza della Cassazione per reagire”, dichiarano in una nota i giovani comunisti. “Tre bombe – scrivono in un comunicato – hanno ucciso questa mattina davanti ad un Istituto professionale di Brindisi una ragazza di 16 anni e ne hanno ferite altre sette. Forse è presto per affermare con certezza i nomi dei responsabili. Ma certo non aspetteremo le sentenze della Cassazione per esprimere la nostra indignazione e per dire che la Storia di questo nostro Paese la conosciamo fin troppo bene”. “Il giudice Caponnetto – ricordano – diceva che ‘la mafia ha più paura della scuola che della giustizia’. Le tante stragi impunite ci raccontano poi la storia del dolore degli innocenti, gli intrecci mortiferi tra apparati dello Stato, poteri forti, criminalità organizzata. Chi ha messo quelle bombe voleva uccidere. Ha ucciso Melissa ma voleva uccidere tutti noi. La cultura, il conflitto, l’alternativa di un mondo più giusto”. “Noi reagiremo, ci ribelleremo, resisteremo, moltiplicheremo la nostra lotta dentro ogni scuola, ogni istituto, dove sta la nostra gente. Con infinita rabbia, ma senza paura, con lucidità e determinazione. Stiamo organizzando in tutta Italia presidi, manifestazioni, sit-in”, conclude la nota.

* da Controlacrisi.org

Tesseramento 2012 – Apre il Circolo di Rosignano

Un grande festa comunista

di Silvia Gesess – Segretaria PRC Rosignano

È stato indubbiamente un successo l’evento organizzato dal Circolo di Rosignano e dai Giovani Comunisti l’11 marzo presso “Le serre del Giardino”.
Al pranzo del tesseramento 2012 hanno partecipato oltre 90 tra compagne e compagni; molti i compagno storici presenti, altrettanti quelli nuovi. Questo non può che farci bene, sintomo anche di una rinnovata fiducia nel Partito.
Sono inoltre intervenuti Stefano Cristiano, Segretario regionale toscano, Irene Bregola e Claudio Grassi della Segreteria nazionale; se da una parte infatti è stata l’occasione per stare insieme, per mangiare, comunicare e giocare alla tombolata popolare, dall’altra è stata anche quella di riflettere sulla situazione politica nazionale e sul necessario rafforzamento del nostro Partito, quale forza propulsiva per la rinascita sociale e organizzativa, in termini di massa, della sinistra e del Partito Comunista, unica vera espressione delle masse popolari e dei loro interessi.
La compagna Irene Bregola ha sottolineato quanto la politica neoliberista del Governo Monti stia mettendo a rischio alcuni diritti fondamentali, quali quello al lavoro, all’istruzione e alla formazione. Il compagno Claudio Grassi, invece, partendo dalla manifestazione dei metalmeccanici della FIOM di venerdì 9 marzo e dalle attuali criticità del mondo che coinvolgono il mondo del lavoro ha poi incentrato il suo ragionamento sull’importanza della riorganizzazione e del rafforzamento del PRC.
Si tratta quindi di ricostruire un Partito di massa, ed i comunisti italiani nel corso della storia ci hanno detto che questo è possibile, come ricordato dallo stesso Grassi; di rivitalizzare il rapporto con il mondo del lavoro, per un Partito dei lavoratori e per i lavoratori, che sappia farsi interprete e protagonista delle istanze delle classi sfruttate e meno abbienti.
Ringrazio infine i compagni e le compagne che si sono impegnati per la costruzione e la buona riuscita di questa giornata, e tutte le compagne e i compagni che hanno partecipato.

Giorno del ricordo: un altro punto di vista

di Bianca Bracci Torsi

È una recente acquisizione la ricorrenza nazionale del ricordo degli italiani giustiziati e gettati poi nelle foibe slave accomunati alla Giornata della memoria, dedicata ai morti nei campi di sterminio tedeschi in gran parte per la sola colpa di appartenere ad una etnia che gli uccisori dichiaravano meritevole di sterminio, dal dato comune dell’innocenza: tutti ugualmente vittime di odio razziale, tutti senza colpe. Ma gli ebrei erano cittadini italiani, tedeschi, polacchi, francesi e slavi, da secoli, i rom trascorrevano la loro esistenza nomade in giro per l’Europa da millenni, c’erano fra loro ricchi e poveri, persone più o meno oneste, ma nessuno di loro aveva invaso un paese e oppresso un popolo.

Si può dire altrettanto degli italiani in quel pezzo di Yugoslavia che le potenze vincitrici della prima guerra mondiale avevano assegnato all’Italia nella spartizione dell’ex Impero Asburgico? Quella che era stata una delle tante società multietniche europee fu brutalmente italianizzata dal divieto di parlare la propria lingua, mentre i propri cognomi venivano cambiati per legge, gli autoctoni trattati come i popoli delle colonie, potevano essere espropriati delle proprie case e dei propri campi, per lasciare spazio ai coloni italiani e dovevano sottostare a Prefetti, Questori, Dirigenti scolastici e padroni di aziende e campagne arrivati da Roma. Privi di ogni diritto i popoli slavi erano soggetti a tutti gli obblighi delle leggi fasciste compreso il richiamo alle armi: chi fuggì per unirsi ai partigiani, fu fucilato come disertore. Il tutto si aggravò con la occupazione militare italo tedesca contro la quale insorse una delle più ampie e valorose resistenze europee. Dopo la liberazione, come in tutti i Paesi occupati, furono giustiziati gli occupanti, italiani e tedeschi e i collaborazionisti locali. Come ovunque ci furono certo dei morti innocenti o con responsabilità limitate ma il movente di quelle esecuzioni non aveva niente a che fare col razzismo, caso mai con l’odio di un popolo che aveva visto uccidere, deportare, angariare e umiliare tanti dei suoi. Le pulizie etniche e le stragi di innocenti ci furono e non solo per mano tedesca ma nessuno ne parla e nessuno propone nel nostro paese, una giornata del rimorso per ricordare uomini, donne e bambini di interi villaggi e perfino i giovanissimi allievi di una scuola ortodossa massacrati dall’esercito italiano perché colpevoli di essere libici o eritrei, albanesi o slavi.