Ordine del Giorno del CPN sulle vertenze aperte nel territorio livornese

Le notizie sull’accelerazione da parte di ENI della vendita della Raffineria di Livorno al fondo d’investimento Klesh, confermano l’obiettivo indispensabile di allargare ed approfondire la lotta dei lavoratori per bloccare quell’esito che cancellerebbe definitivamente lo stabilimento e aprirebbe scenari preoccupanti per l’utilizzo delle aree.
Il CPN ritiene che i lavoratori abbiano, con il picchettaggio di questi giorni, posto nei giusti termini il tipo di risposta da dare all’atteggiamento di ENI, riuscendo a evitare la divisione tra gli Enti locali e a far uscire il governo dal vuoto di iniziativa di questi mesi, strappando finalmente un incontro con il ministro Scajola e costringendo ENI al confronto.
Questa vertenza aperta aggrava l’impatto drammatico della crisi sul territorio livornese che ha già visto la chiusura di numerose aziende, la grave incertezza per molte altre, la perdita di svariate centinaia di posti di lavoro, il largo dispiegamento dell’uso della cassa-integrazione che già sta arrivando, in molte realtà, ad esaurimento.
Il CPN solidarizza con le mobilitazioni in corso e i presidi permanenti delle operaie e degli operai Delphi da tre anni e mezzo in attesa di un piano di reindustrializzazione dell’area dopo la delocalizzazione delle attività in Polonia, come con quello delle operaie ed operai della Giolfo e Calcagno che da mesi non hanno nessuna risposta sulle loro prospettive occupazionali.
Il CPN impegna il Partito, d’intesa con le forze della Federazione comunista e della sinistra d’alternativa, ad ampliare l’iniziativa di sostegno alle lotte dei lavoratori, alla loro unificazione e collegamento con le altre realtà nazionali, a contribuire all’elaborazione di una strategia complessiva di rilancio economico e industriale del territorio livornese nel contesto dell’area costiera toscana.
A questo fine, è indispensabile ottenere l’apertura immediata di un tavolo di crisi per l’intero territorio livornese che veda protagonisti Regione e Governo e abbia lo scopo di dare risposte concrete ai lavoratori ed al futuro economico e sociale a quest’area.

Per quanto riguarda la situazione della raffineria, il CPN impegna il Partito ad operare per:
1. bloccare la vendita al fondo d’investimento Klesh;
2. costringere ENI alla realizzazione della bonifica delle aree inquinate;
3. ottenere impegni reali del Governo alla realizzazione di un Piano Industriale di rilancio delle attività di raffinazione dello stabilimento, garantendo investimenti per l’innovazione tecnologica e per la diversificazione ecologica delle attività produttive, anche realizzando a Livorno un polo regionale e nazionale delle energie rinnovabili.
 
Per quanto riguarda la situazione Delphi, il CPN impegna il Partito ad operare per affrontare la questione della reindustrializzazione dell’area, nel quadro di un piano di tenuta e di rilancio nazionale del settore dell’ “automotive”, costringendo il Governo e FIAT ad assumersi la responsabilità di affrontare complessivamente il problema della tenuta occupazionale dell’intero settore.
 
Roma, 12 settembre 2009

5 giornata presidio Delphi

Oggi alle ore 10 i lavoratori della Delphi si sono riuniti al presidio per una assemblea, dopo aver chiarito che resteranno presenti in piazza del municipio fino a che non avranno risposte certe hanno occupato il palazzo della provincia e chiesto di essere ricevuti dal presidente. 

 

Il presidente si è fatto attendere il tempo necessario di pianificare la giornata interrompendo la riunione straordinaria con i sindaci di Livorno (Cosimi) e di Collesalvetti (Bacci).

Intanto è stato allestito un’altro gazebo, la Giolfo & Calcagno, con l’adesione delle RSU del Cantiere Benetti, Brovedani e la Pierbug e una rappresentanza dell’ANPI, dove mandano un comunicato stampa.

 
 

 

 

 

 Agli organi di informazione

 

 Livorno 11 Settembre 2009

Una delegazione del comitato provinciale dell’ANPI ( Cioni, Cocchella, Nocchi, Niccolai) ha incontrato, nella mattinata di oggi, i lavoratori della Delphi  ed i dirigenti sindacali  al presidio permanente in piazza del municipio.

I dirigenti dell’associazione dei partigiani hanno espresso tutta la loro solidarietà ai lavoratori che sono, da oltre tre anni, impegnati per la salvaguardia del posto di lavoro.

I responsabili del sindacato aziendale e territoriale hanno fatto il punto della situazione ed illustrato i prossimi impegni che prevedono incontri con le istituzioni locali, con l’assessore regionale al lavoro e con lo stesso presidente della giunta regionale. Forte è la preoccupazione e la tensione trai lavoratori i quali insistono, a ragione,  nell’esigenza di risposte concrete e non di generici impegni.

I rappresentanti dell’ANPI hanno sottolineato l’importanza di mantenere ed estendere la solidarietà delle forze organizzate e di tutta la città, manifestando la totale disponibilità della loro associazione per tutto ciò che possa essere considerato utile al fine del proseguimento e del successo della lotta.

Al termine dell’incontro la delegazione dell’ANPI ha consegnato al presidio un megafono come strumento utile per le frequenti assemblee che li si svolgono, ma anche come simbolo che possa mantenere, fino al successo, alta e forte la voce in difesa del diritto al lavoro sul quale si fonda la nostra costituzione.

La presidenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Presidio al Provveditorato

     

 

Terzo presidio:  Oggi a Livorno. I precari della scuola davanti al provveditorato.

 

I  COMUNISTI SONO AL FIANCO DEI PRECARI IN LOTTA E NE SOSTENGONO LE RIVENDICAZIONI

 

Da mesi i precari della scuola, docenti e ATA, si stanno mobilitando per la difesa del diritto al lavoro e della qualità della scuola della Repubblica.

Sul Governo grava la responsabilità dei tagli feroci che mirano a distruggere la scuola pubblica a tutto vantaggio delle scuole private.

A farne le spese sono i precari, licenziati in tronco dopo anni di servizio, gli insegnanti tutti, costretti a lavorare su aule sovraffollate e in condizioni impossibili, gli studenti, ai quali si nega nella sostanza si nega il diritto costituzionale all’istruzione.

Lo stesso governo artefice del massacro sociale e civile a danno della scuola in questi giorni sta dando luogo alla messinscena dei cosi detti “contratti di disponibilità “.

Una vera e propria truffa che punta alla pacificazione in cambio di pochi spiccioli, che discrimina da precari di seria A e di serie B, che producono trattamenti diversi tra precari di diverse regioni, che non da alcuna risposta né sul piano occupazionale né su quello della qualità della scuola.

PRC e PDCI chiedono perciò che gli assessori regionali al lavoro e all’istituzione abbandonino questa strada e si impegnino concretamente a sostenere le rivendicazioni dei precari per il ritiro dei tagli, il ripristino dei finanziamenti alla scuola statale e l’assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti.

Nell’immediato, il PRC e PDCI chiedono che venga garantito il lavoro a tutti i docenti e gli ATA licenziati attraverso la costituzione nelle scuole di un organico funzionale, necessario per ripristinare gli standard qualitativi pregiudicati dagli interventi del Governo.

Le Regioni non devono rendersi complici dell’inganno dei contratti di disponibilità.

LA SOLIDARIETA CON I PRECARI DELLA SCUOLA RICHIEDE POSIZIONI NETTE E ATTI CONCRETI.

 

Partito della Rifondazione Comunista

Partito dei Comunisti Italiani

Federazione di Livorno

 

 

Il Caso ENI

Terza giornata di presidio per i lavoratori dello stabilimento ENI. Oggi la direzione aziendale stava forzando la situazione, avevamo paura che crescesse la tensione, invece cosi non e stato.  E intervenuta la DIGOS tutto è stato chiarito  tra le forze dell’ordine e sindacati, il blocco continua.

 

Comunicato dei consiglieri e amministratori comunisti su ENI e Delphi

Le notizie di queste ultime ore su ENI confermano l’idea che sia indispensabile come prima cosa bloccare la vendita a uno speculatore finanziario, quale è Klesh. Abbiamo sempre sostenuto che questa vendita non garantisce una continuità allo Stabilimento e a quanto risulta dai giornali anche ENI comincia a rendersene conto. A differenza di quanto afferma la destra , che si affretta a legittimare tale compratore e a giustificare la completa assenza del Governo in questa partita, riteniamo che operino nel giusto le scelte di lotta che i lavoratori hanno fatto e le forme di protesta che stanno organizzando per i prossimi giorni.

L’impegno dei consiglieri comunisti nei prossimi giorni sarà quello di contribuire affinchè i consigli straordinari convocati per la prossima settimana costituiscano  un momento di discussione vera e positiva. Vera, nel senso che vi sia la possibilità di affrontare la realtà della crisi a Livorno, dati reali alla mano, a partire da Eni e Delphi, per analizzare tutte le realtà in difficoltà. Nell’ultimo anno è diventato sempre più grosso il tragico filo rosso della crisi che collega in un’unica rete sempre lavoratori di industrie e attività livornesi. Dicevamo sopra una discussione vera e positiva. E poi positiva,  perchè si concluda con una posizione netta delle Amministrazioni.
Basta con le  ambiguità o  le politiche attendiste.
La provincia di Livorno ha lanciato il primo allarme in questa direzione ,insieme al Comune di Collesalvetti  : ora deve continuare su questa strada.
In questo momento riteniamo che la battaglia sia comune.
Il futuro dei lavoratori non è solo un problema dei comunisti nè del PD ; pertanto è il momento di condurre un’azione unitaria contro la crisi.
Questo per noi vuol dire portare i Consigli a  esprimere  un unico giudizio su tre punti fondamentali:
1- appoggio indiscusso alle lotte dei lavoratori;
2- richiesta a ENI e al Governo di bloccare la vendita ad uno speculatore finanziario quale Klesh e a qualunque altro soggetto  che non presenti un vero piano industriale di rilancio;
3- apertura immediata di un tavolo di crisi per la città di Livorno che veda protagonista Regione e Governo e abbia lo scopo di dare risposte concrete ai lavoratori.

Il Governo deve essere richiamto alle sue responabilità senza mezzi termini. Ricordiamo che ad esempio nella vicenda ENi il Governo decide molto più di quanto voglia far credere. Esso è proprietario del 30 % delle Azioni! Se il PDL ,come dichiara, è dalla parte dei lavoratori , dovrà sostenere queste proposte e mostrare di saper convincere il Governo a operare per il bene della città di Livorno.
Attualmente abbiamo dei dubbi che ciò accadrà,  visto il ruolo del Governo e le posizioni della destra locale sulla vicenda ENI, così come sulla vicenda Delphy. Ci sembra di aver davanti una destra bravissima a sollevare polveroni e a speculare sulle paure dei cittadini, ma inesistente e priva di peso, a Livorno come a Roma, quando si tratta di risolvere i gravi problemi economici ed occupazionali del territorio.

Aldo Manetti, Consigliere Regionale PRC
Paolo Marini, Consigliere Regionale Pdci
Michele Mazzola, Consigliere Provincia Livorno
Silvio Lami, Consigliere Provincia Livorno
Tiziana Bartimmo, Consigliere Comune Livorno
Lorenzo Cosimi, Consigliere Comune Livorno
Alberto Benedetti, Vicesindaco Comune Collesalvetti

ENI continua il Blocco

Eni e il fondo a un passo dalla firma

Gary Klesch guida la trattativa a Stagno, la vendita è quasi fatta ?????

 

Seconda giornata di blocco alla raffineria ENI di Stagno.
L’iniziativa forte e determinata dei lavoratori sta mettendo in seria difficoltà l’operatività della raffineria che si sta avviando allo spengimento.
Si era sparsa la voce oggi del tentativo di forzare il blocco con alcuni camion scortati dalla polizia, la cosa poi è sfumata ed al presidio si parla di un contatto del ministro Scajola con il Prefetto per aver elementi sulla situazione.
I blocchi stanno ricevendo la solidarietà di tutta la città, ora occorre far crescere l’incisività delle lotte, allargando l’iniziativa per ottenere il blocco di ogni vendita da parte di ENI, depennando qualsiasi ipotesi di subentro del fondo d’investimento Klesh.
I 1000 lavoratori della raffineria tra diretti e indotto hanno bisogno di un serio piano industriale che garantisca il futuro produttivo degli impianti e, insieme, quello occupazionale di chi ci lavora.
Bisogna che la città, le forze politiche e sociali, le istituzioni, mettano da parte eventuali tentennamenti, e facciano cemento intorno alla lotta degli operai ENI, non è solo in gioco la vita di tanti uomini e donne e delle loro famiglie, ma le stesse prospettive economiche dell’intera area livornese e non solo.
Dobbiamo costringere il governo ad aprire un tavolo sulla situazione di crisi del nostro territorio, dobbiamo costruire relazioni con altre realtà che vivono la stessa nostra condizione di difficoltà, dobbiamo mettere insieme le idee per definire un progetto per l’uscita complessiva della città dalla crisi.
 
Sentiamo anche l’esigenza di dare voce alle tante lavoratrici e lavoratori di tante piccole aziende in crisi, ai precari ed ai disoccupati che oggi non hanno la forza di imporre l’attenzione generale sul loro dramma di un lavoro perso, di una cassa-integrazione senza prospettive, di un’aspettativa di futuro che si allontana.
 
Uniamo le vertenze di tutti i lavoratori, costruiamo una mobilitazione generale del territorio a sostegno del lavoro e del futuro per tutte e per tutti.