Sciopero Fiom: cadono le ultime resistenze all’interno del PD. L’unità del centrosinistra sembra allontanarsi ancora di più!

da www.dazebaonews.it

di Franco Frediani

Sinceramente non è facile esprimere una valutazione sui meccanismi in atto, ma la cosa certa è che il PD sta veramente avviandosi lungo una china disastrosa, per il paese e per la sua stessa politica. In molti stavano guardando a Stefano Fassina con speranza, come a colui il quale (malgrado abbiamo a suo tempo doverosamente ricordato che è pur sempre il Direttore scientifico di NENS, il periodico di Bersani & Visco) poteva mantenere saldo l’anello di congiunzione con una vera politica di sinistra. Così non sembra più. All’indomani dell’annunciata partecipazione allo sciopero della FIOM, il Responsabile economico dei Democratici ha fatto dietrofront! La motivazione sembra essere l’annunciata partecipazione allo sciopero di esponenti del movimento NO TAV.

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I lavoratori della Compagnia Portuale di Livorno sapranno fare le scelte migliori!

Ci preoccupa il difficile momento che sta attraversando la Compagnia Portuale di Livorno e le ricadute che essa potrà avere sull’intera gestione del Porto. La crisi attuale rischia di mettere a dura prova la tenuta e la presenza del mondo dell’autogestione, in forma cooperativistica, e di aprire una fase di conflittualità preoccupante all’interno di un Porto che rischia di essere consegnato ad avventurieri e speculatori.

Proprio per questo, come Federazione della Sinistra, sentiamo la necessità di intervenire, in questi giorni in cui i lavoratori della Compagnia sono impegnati nelle assemblee, per testimoniare con forza, la piena fiducia nei confronti della loro capacità di fare le scelte migliori per uscire dal momento di difficoltà che stanno vivendo e per rilanciare la stessa cooperativa. La forza delle cooperative sta proprio nel loro essere un’associazione degli stessi lavoratori che su base di uguaglianza intervengono per decidere sul loro lavoro e sul loro futuro.

Aggiungiamo, infine, che ogni giorno che passa diventa sempre più urgente che Autorità portuale e Istituzioni si adoperino per evitare un peggioramento delle condizioni di lavoro e creino le condizioni che consentono una ripresa dei traffici e un rilancio delle attività sul porto attraverso la messa in opera degli interventi strutturali necessari, basta ricordare la questione dei fondali.
Michele Mazzola – Lorenzo Cosimi – Federazione della Sinistra

FDS Livorno: “Pieno e convinto sostegno alla mobilitazione dei lavoratori contro le liberalizzazioni nel commercio”

Una delle poche certezze contenute negli orientamenti del Governo Monti sulle liberalizzazioni, riguarda le aperture degli esercizi commerciali le domeniche ed i giorni festivi.
Se su tutto il resto, il dibattito nel parlamento è ancora aperto, e ferve il lavoro delle varie forze politiche per dare uno sbocco normativo alle rivendicazioni di alcune categorie, sul versante del commercio l’affondo del governo è pesante e, non sembra trovare alcun contemperamento per l’indifferenza dei soggetti che compongono quella strana coalizione che è l’attuale maggioranza.
E’ in questo quadro che le organizzazioni sindacali, CGIL in testa, hanno lanciato per domani una importante mobilitazione nazionale per esprimere la propria contrarietà a questi provvedimenti. Una mobilitazione unitaria che merita il pieno e convinto appoggio politico della Federazione della Sinistra di Livorno e l’impegno a portare il problema dentro i vari ambiti istituzionali.
Non solo perché saranno ancora una volta i lavoratori a pagare sulla propria pelle il prezzo delle aperture e questo sarebbe già una ragione per noi più che sufficiente per sostenere la loro lotta.
Ma anche perché è chiaro che in questo modo si è imposto alla competizione un terreno che finisce per premiare chi è interessato essenzialmente a fare cassa, a dispetto della ricerca di alti standard di qualità e di un rapporto negoziale con le organizzazioni sindacali.
E questo a maggior ragione in un momento in cui anche in seguito alle manovre unilaterali di questo governo ed alla proposta di riforma fiscale, è di fronte a noi crescente riduzione dei consumi.
Il rischio per tutti è che nella competizione selvaggia finiscano per soccombere i piccoli esercizi e quegli esercizi medio-grandi socialmente più responsabili, con un danno occupazionale evidente e con condizioni di lavoro ancora peggiori in un settore già in sofferenza.
Il nostro impegno, a fianco delle organizzazioni sindacali e a quelle di categoria più attente al problema, vuol rappresentare un contributo per evitare che questo drammatico scenario possa realizzarsi, anche incalzando le istituzioni locali a svolgere quel ruolo politico che finora è clamorosamente mancato.

Livorno, 3 marzo 2012

Federazione della Sinistra – Livorno

A proposito di monotonia…..una prima risposta a Monti!

di Maurizio Canaccini – Responsabile Lavoro PRC Livorno

La Federazione di Livorno del Partito della Rifondazione Comunista critica fermamente le parole del Presidente del Consiglio Monti rispetto alla “monotonia” del lavoro a tempo indeterminato. La vera monotonia nel nostro Paese è, ahinoi, invece, la disoccupazione, il non poter progettare il futuro con serenità, e il rischio quotidiano di perdere il lavoro e, come spesso accade, anche la casa. Questa monotonia ha un effetto dirompente, in maniera negativa, sulla vita di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici.
Nel corso degli anni abbiamo potuto sperimentare come la flessibilità invocata da Monti, ovvero la precarietà in realtà, sia un fallimento totale, sia dal punto di vista occupazionale che sociale.
Ci sono, ad oggi, tantissimi giovani che lavorano da precari, sottopagati, senza diritti e alcuna tutela sindacale e come spesso accade, al nero.
In taluni settori viene applicato il “metodo” Marchionne in cui si utilizzano contratti particolari e ad hoc che non tengono di conto del contratto nazionale, come, ad esempio succede nel comparto della componentistica auto o nel settore del trasporto pubblico, sia esso su rotaia o su gomma.
Con i recenti provvedimenti l’età pensionabile viene ulteriormente innalzata costringendo così quei lavoratori prossimi ad andare in pensione a lavorare ulteriori anni e impedendo, naturalmente, ai giovani di subentrare al loro posto. Non solo non si creano, come sarebbe invece necessario, le condizioni per costruire nuovi posti di lavoro, ma si blocca bensì il naturale turn over tra le generazioni.
E’ oramai diffusa tra la maggior parte degli economisti l’opinione secondo cui le politiche economiche del governo siano recessive e che, se non si interviene prontamente invertendo la tendenza, le condizioni di vita per i lavoratori e per la popolazione più in generale andranno ulteriormente peggiorando.
Affermiamo convintamente il nostro NO alle politiche di destra del governo Monti, il nostro obbiettivo verso la piena occupazione e verso il lavoro a tempo indeterminato, la difesa dell’articolo 18, andando ad estenderlo anche alle categorie che ad oggi non possono usufruirne.
Cogliamo l’occasione per invitare tutti i cittadini, i lavoratori e le lavoratrici alla manifestazione indetta dalla FIOM a Roma sabato 11 febbraio.

Cassa integrazione alla Solvay – Intervento della Sezione di Rosignano

COMUNICATO STAMPA

di Silvia Gesess – Segretaria PRC Rosignano

Il Partito della Rifondazione Comunista, Sezione di Rosignano, esprime grande sconcerto e preoccupazione per il contenuto del comunicato inviato dalla Società Solvay alla stampa.
L’annuncio è quanto mai allarmante; più della metà degli occupati nell’unità di produzione “Miniera di Ponteginori, per un totale di 25 lavoratori, saranno collocati in cassa integrazione; l’azienda minaccia inoltre drastici tagli, sempre mediante il ricorso alla cassa integrazione, anche nell’intero insediamento industriale di Rosignano.
I provvedimenti elaborati dalla Solvay sono stati causati, a quanto si apprende dal dispaccio, dalla situazione di stallo – per il mancato rinnovo delle concessioni minerarie – in cui versa l’estrazione del salgemma e, in seconda analisi dovuti al blocco dei prelievi nell’approvvigionamento idrico, utile all’estrazione del salgemma, presso il Comune di Montescudaio.
Siamo intervenuti sulla stampa proprio oggi ( giovedì 2 febbraio ), come sezioni dell’Alta e Bassa Val di Cecina, rispetto a questi temi, centrali non solo per la Società Solvay ma anche e soprattutto per i territori e i lavoratori coinvolti.
Provvedimenti simili, qualora venissero confermati, andrebbero ad aggravare ulteriormente la già precaria situazione occupazione in cui versa il nostro territorio, per cui, riteniamo di centrale importanza innanzitutto la salvaguardia dei posti di lavoro.
Compito della Politica è elaborare proposte che vadano, allo stesso tempo, verso la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e verso la tutela, e in prospettiva l’incremento, dell’occupazione.
In questo senso crediamo essenziale che sia le Amministrazioni comunali locali, che provinciali e, in ultima istanza, regionale, si dotino di un vero e serio Piano Industriale, ad oggi mancante. Ciò permetterebbe di evitare il verificarsi di situazioni simili a quella odierna e a maggior ragione darebbe l’opportunità di una pianificazione sul medio e lungo periodo, rispetto sia all’occupazione e all’impatto ambientale che al mantenimento di livelli di produzione adeguati.
Rivolgiamo per questo un invito alle Istituzioni affinché possano contrattare soluzioni condivise che vadano a tenere di conto degli elementi necessari al proseguimento della produzione negli impianti della Società Solvay senza per questo dover svendere l’ambiente e la salute dei cittadini.
Da parte nostra impegneremo il Partito nelle Istituzioni che ci vedono presenti, con il primario supporto del nostro gruppo consiliare presso la Regione Toscana. Annunciamo che avvieremo fin da subito delle consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici sia dello stabilimento che dell’indotto, poiché non ci potrà essere una vera, seria e duratura soluzione senza il coinvolgimento attivo di chi la fabbrica la vive quotidianamente.