No Berlusconi Day Conferenza Stampa 13/Novembre 2009

COMUNICATO STAMPA Manifestazione “No Berlusconi Day” 5 dicembre 2009 Roma

 

 

La crisi economica sta determinando una sofferenza sociale sempre maggiore. L’aumento della precarietà, la perdita di posti di lavoro, salari e pensioni con cui si fatica ad arrivare a fine mese sono il panorama comune a tutto il Paese.

 

Il Governo, invece di intervenire per risolvere questa situazione, la aggrava con tagli alla spesa sociale e all’istruzione, con la compressione di salari e pensioni, di cui l’attacco al contratto nazionale di lavoro è solo l’ultimo atto. Inoltre, questo Esecutivo si adopera a fomentare la guerra tra i poveri con provvedimenti razzisti e xenofobi sull’immigrazione.

 

Come se non bastasse, il Governo ha varato provvedimenti come lo scudo fiscale che legalizzano l’evasione fiscale e il malaffare, ha stanziato una quantità enorme di denaro per le banche, per l’acquisto di cacciabombardieri e per grandi opere inutili come il ponte sullo stretto di Messina.

 

Il Governo contribuisce, quindi, ad aggravare la crisi, difende i poteri forti e parallelamente si adopera per demolire la democrazia italiana portando a compimento la realizzazione del piano della P2 di Licio Gelli. Le proposte di manomissione della Carta Costituzionale si accompagnano ad una quotidiana azione di scardinamento della Costituzione materiale, al tentativo di mettere il bavaglio alla libera informazione, di limitare l’autonomia della Magistratura, di snaturare il ruolo del sindacato e di ridurre al silenzio i lavoratori.

 

Per contrastare quest’operazione che è allo stesso tempo antidemocratica, fascistoide e socialmente iniqua, riteniamo necessario costruire una risposta politica generale, forte e unitaria. Siamo impegnati a costruire un‘opposizione di massa per ripristinare la democrazia nel Paese e nei luoghi di lavoro e che obblighi il Governo a cambiare la politica economica e sociale.

 

Ecco perché chiediamo le dimissioni di Berlusconi anche alla luce della sua manifesta indegnità morale a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio. E proponiamo a tutte le forze di opposizione di convocare per il prossimo 5 dicembre una manifestazione unitaria contro la politica del Governo e per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio.

 

Per questi motivi aderiamo all’assemblea promossa dal comitato NO BERLUSCONI DAY -LIVORNO convocata per lunedì 16 novembre ’09 alle ore 18 presso il Cìrcolo ARCI “Colline” via di Salviano 53\a per organizzare la partecipazione di tutti i soggetti organizzati e dei cittadini che sono interessati alla manifestazione del 5 dicembre.

 

Questi sono i contatti per aderire al pullman che è stato organizzato: cell. 347.3807495 oppure mail: IDVLIVORNO.GIOVANI@GMAIL.COM GIOVANI@PRCOMUNISTALIVORNO.IT (con partenza da Livorno – Rosignano – Cecina, prezzo €18).

 

 

Paolo Bertolini – Coordinatore prov.le Giovani Italia dei valori Livorno

Niccolò Gherarducci – coordinatore prov.le Giovani Comuniste/i Livorno

Giacomo Serini – Coordinatore prov.le Federazione Giovani Comunisti Italiani

Libertà per i compagni arrestati!

COMUNICATO STAMPA

 

10 novembre 2009

 

Nell’ambito dell’inchiesta per i fatti di Pistoia dell’11 ottobre questa mattina (9 novembre) all’alba la polizia ha perquisito le abitazioni di due compagni del Movimento antagonista livornese notificando ad entrambi la misura degli arresti domiciliari.

I due compagni erano tra coloro che risultavano già denunciati l’undici ottobre stesso quando furono prelevati dall’assemblea pubblica a cui stavano partecipando.

È bene ricordare le circostanze in cui 8 compagni furono denunciati e 3 arrestati – dei tre i due compagni di Livorno, Elisabetta e Alessandro, furono messi agli arresti domiciliari dopo alcuni giorni. Quel giorno le forze di polizia sotto il comando della questura di Pistoia perquisirono il circolo Arci “Primo maggio”, dove era in corso un’assemblea regionale contro le ronde, senza mandato. Furono tutti prelevati e tenuti 10 ore nella questura di Pistoia, al termine della quali gli arrestati furono tre, due compagni del MAL e il segretario regionale dei CARC. Alcuni giorni dopo ai due compagni livornesi vennero concessi gli arresti domiciliari mentre per Alessandro La Malva veniva confermato il carcere; Alessandro è ancora in attesa di ricevere l’autorizzazione dal PM affinché la sua famiglia possa ricevere l’assegno di mobilità indispensabile alla loro sussistenza.

Oggi – a quasi un mese da quei giorni – l’ennesima doccia fredda con l’arresto, ai domiciliari, dei due compagni del MAL. Non riusciamo a capire lo scopo di queste ulteriori misure, ci troviamo del tutto sorpresi. Escludiamo che siano emerse nuovi fatti e nuove prove contro i compagni ma a questo punto è del tutto necessario che gli organi preposti informino l’opinione pubblica del loro operato dato che l’informazione su questo è stata pari a zero, in ogni caso a noi pare evidente la loro estraneità  alla vicenda della devastazione della sede fascista; pericolo di fuga (?!) dopo un mese?

Questi interrogativi hanno bisogno di risposte.

Se non risultassero immediate evidenze oggettive, come non risultano, siamo portati a pensare  che i provvedimenti abbiano una chiara matrice politica. Si tende ancora colpire una realtà da anni impegnata nella difesa della costituzione repubblicana, nella difesa dei valori dell’antifascismo e nella difesa dei lavoratori e dei più deboli. Appare come un atto chiaramente repressivo, contro un parte politica ben definita.

Questi fatti, che vanno ad aggiungersi a quanto successo a Massa, Lucca e Firenze, mirano a rompere il tessuto di coesione sociale alla base della convivenza civile e democratica, nel confermare il proprio impegno antifascista, il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti italiani ribadiscono che le forze dell’ordine e la magistratura farebbero bene a perseguire coloro i quali ogni giorno calpestano la Costituzione e che rievocano in molteplici forme quel regime fascista che trascinò nel terrore e nella violenza il nostro Paese.

Facciamo appello a tutte le forze democratiche affinché prendano posizioni chiare e nette a favore della liberazione di questi ragazzi ingiustamente detenuti e che si adoperino perché questo avvenga. Come Partiti sosterremo ogni mobilitazione democratica per raggiungere questo obiettivo, al fine di ottenere verità e giustizia su quanto accaduto, durante e dopo l’irruzione delle forze dell’ordine al Centro “Primo Maggio” di Pistoia.

 

Ugo Bazzani – Segretario federazione PRC di Pistoia

Tiziana Bartimmo – Capogruppo PRC-PdCI Comune di Livorno

Bianca Bracci Torsi – Direzione nazionale PRC, resp. nazionale antifascismo PRC

Lorenzo Cosimi – Consigliere comunale PRC-PdCI Livorno

Stefano Cristiano – Segretario reg. toscano del PRC

Ilicia Di Ienno – Resp. regionale toscano antifascismo PRC

Italo Di Sabato – Osservatorio sulla repressione

Niccolò Gherarducci – Coordinatore Giovani Comuniste/i Livorno

Alessandro Leoni – CPN PRC, resp. nazionale Apparati dello Stato PRC

Aldo Manetti – Consigliere regionale toscano del PRC

Michele Mazzola – Segretario federazione PdCI di Livorno

Gianluca Schiavon – Responsabile nazionale Giovani Comuniste/i

Giacomo Serini – Coordinatore FGCI Livorno

Alessandro Trotta – Segretario federazione PRC di Livorno

PRC-PDCI: ‘Sulla situazione economica e sociale livornese. Serve un cambio di passo e direzione di marcia’

Si è aperto il dibattito su quanto realizzato o no nei primi 100 giorni di governo del secondo mandato amministrativo del Sindaco Alessandro Cosimi.
Ci sembra che il dato più evidente sia:
la promessa della consegna degli alloggi popolari di Shangay e della Scopaia è stata tradita, insieme alla fiducia di chi attende un alloggio pubblico.
il ritardo sugli strumenti urbanistici, non serve certo all’apertura di un dibattito vero e ad una partecipazione degli abitanti nelle scelte, ma piuttosto serve a scippare la città di ogni decisione, mettendo subito sotto chiave la scelta controversa del Nuovo Ospedale a Montenero, ben prima di affidare l’incarico della revisione delle norme di governo del territorio.
Ma il fatto che emerge con più drammaticità è che questa Amministrazione, come la stessa minoranza di destra, non ha capito o fa finta di non capire quelle che sono e saranno le conseguenze durissime economiche e sociali della crisi sul nostro territorio.
Altrimenti non si continuerebbe a riaffermare una proposta di governo che è sostanzialmente inadeguata a delineare quel cambio di passo e di direzione di marcia necessario a farci affrontare meglio la crisi.
Le nostre proposte sono semplici.
Leggi tutto “PRC-PDCI: ‘Sulla situazione economica e sociale livornese. Serve un cambio di passo e direzione di marcia’”

Gruppo consiliare PRC-PDCI: Intervento sul nuovo ospedale

Sulla problematica del nuovo ospedale la questione di metodo, trattandosi di una grande opera che investe un nuovo progetto di città, diventa sicuramente una questione non formale.
E per aprire alla partecipazione dei cittadini non bastano certo gli sms, malgrado la buona volontà di qualche mezzo d’informazione locale.
Ci aspetteremmo che il Comune consentisse di aprire una seria fase di discussione, il più coinvolgente possibile a partire dalle istituzioni (dove i cittadini hanno eletto i loro rappresentanti, fra cui le circoscrizioni). Punto di partenza indispensabile è non discutere su dichiarazioni stampa ma avere gli atti e le proposte nero su bianco.
L’oggetto della discussione dovrebbe essere quale assetto dei servizi sanitari si ha nella testa per garantire il diritto alla salute dei cittadini, per sopperire ai bisogni della città, eliminare le liste di attesa, innalzare la qualità (talvolta deprecabile) dei servizi.
Purtroppo il Sindaco, fin dall’inizio, ha già dato tutto per definito, aree, date di scadenza, ecc.
Eppure nonostante tutta questa sicumera i tempi di consegna della documentazione si sono dilatati, evidentemente la scelta è così debole da temere ogni forma di confronto a partire dai fatti.

Leggi tutto “Gruppo consiliare PRC-PDCI: Intervento sul nuovo ospedale”

Comunicato stampa sulla decisione dell’ATO in merito alle bollette dell’acqua

Quanto sta accadendo con gli aumenti tariffari dell’acqua è frutto di una concezione privatistica che oramai ha interessato anche la gestione di un bene primario come è l’acqua che non può essere considerato come una merce.
Oltre a quanto denunciato, ne dà testimonianza tutta una serie di problemi che danno il senso di una distanza dalle necessità e dai bisogni dei cittadini. Abbiamo infatti assistito a ripetuti disservizi nei confronti degli utenti; alla chiusura di un numero imprecisato di contatori giustificata da presunti utenti morosi che spesso non si sono rivelati neanche tali. Abbiamo assistito ad una totale chiusura difronte alle richieste dei servizi sociali di evitare la chiusura dei contatori alle famiglie più indigenti. Ci domandiamo e ASA si rende conto che l’acqua non è un bene come un altro ma un bene primario per la vita di tutti. Avere l’acqua in casa è un diritto inalienabile per qualsiasi persona sulla terra non un lusso per pochi.
Tutto questo è successo essenzialmente per un atteggiamento compiacente da parte dei Comuni che oggi è arrivato ad approvare la prassi di aumentare le bollette per spalmare su tutti i cittadini le morosità: un aumento che i quotidiani stimano intorno al 4%. E’ una cosa assolutamente inaccettabile. In un momento di crisi come quello attuale in cui tutti gli enti sono impegnati a mettere in campo risorse a sostegno delle famiglie, gli stessi enti approvano l’aumento delle bollette dell’acqua?
Sarebbe necessario che l’ATO rendesse chiari i criteri con cui vengono determinate le tariffe e, soprattutto, in quale modo riesce a contemperare la copertura dei costi, con la garanzia del diritto per tutti all’accesso all’acqua e con un piano tariffario che premi i bassi redditi e i consumi parsimoniosi di una risorsa preziosa come è l’acqua.
Perchè non si è imposto ad ASA di presentare il “Piano di ricerca e riduzione delle perdite” necessario per evitare di dover incorrere nelle sanzioni prima di occuparsi di aumentare le bollette. Non è il caso che gli errori causati da una gestione inefficiente non siamo più fatti ricadere indiscriminatamente sui cittadini?
Prendiamo atto che l’unico comune ad aver avuto il coraggio di opporsi a questa logica promossa da ASA è stato il Comune di Collesalvetti. Speriamo che sia il capofila di un nuova politica delle risorse idriche da parte di tutte le amministrazioni della provincia.

Michele Mazzola
Federazione PdCI Livorno
 
Alessandro Trotta
Federazione PRC Livorno
 
Alessandro Favilli
Federazione PRC Val di Cornia

Comunicato stampa solidarietà studenti in lotta di GC e FGCI

La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani e i Giovani Comunisti solidarizzano e saranno al fianco degli studenti livornesi che lunedì 26 ottobre scenderanno in piazza per manifestare contro la “controriforma” al sistema dell’istruzione voluta dal Governo Berlusconi.
La crisi economica provocata dalle politiche neoliberiste che governi e padroni di tutto il mondo hanno portato avanti in questi anni prosegue ed i suoi effetti si fanno sempre più evidenti. Di fronte a tutto questo il governo delle destre taglia i fondi alla scuola pubblica e statale, oltreché a tutti i servizi pubblici essenziali. I licenziamenti hanno raggiunto livelli vergognosi, i lavoratori continuano ad essere coloro ai quali si vuole far pagare questa crisi.
Le lotte dello scorso anno hanno dimostrato la reale forza e la decisa volontà degli studenti; le loro rivendicazioni per un’istruzione pubblica, statale, gratuita, universale, democratica e di qualità, sono anche le nostre.
Oggi sono in campo anche i lavoratori, solo portando avanti la lotta in modo unitario, con l’unità  tra gli studenti ed i lavoratori è possibile vincere. Le esperienze italiane ed europee di questi mesi lo stanno dimostrando.
 
Basta con il caro-libri, con i tagli indiscriminati all’istruzione e all’edilizia scolastica. La scuola-azienda che questo modello di sviluppo e questo governo propone porteranno solo al peggioramento della scuola. L’obiettivo è quello di creare una scuola di classe, di serie A per i figli dei ricchi e di serie B per quelli dei poveri. Ci batteremo, insieme a tutti coloro che vorranno, affinché questo non avvenga. Lotteremo per questo anche contro i tagli al personale, 150.000 lavoratori della scuola (tra docenti e personale amministrativo) in tre anni saranno licenziati. Nella sola provincia di Livorno, solo in quest’anno, perderemo oltre 200 posti di lavoro nella scuola.
 
Livorno, 22 ottobre 2009
 
Niccolò Gherarducci – Coordinatore provinciale Giovani Comunisti
Giacomo Serini – Coordinatore provinciale Federazione Giovanile Comunisti Italiani