Comunicato stampa della Federazione della Sinistra sulla situazione MTM

Ancora una volta le conseguenze della crisi o di un ipotetico calo del mercato ricadono esclusivamente sui lavoratori. È inaccettabile l’atteggiamento mostrato in questi giorni dall’Azienda Mtm.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai 60 lavoratori che non hanno visto rinnovato il loro contratto e a tutti gli altri precari presenti nell’azienda. Allo stesso tempo condividiamo in pieno l’iniziativa assunta dai sindacati in questa vicenda.

Già a novembre segnalammo che la situazione dei lavoratori presso questa azienda era particolarmente delicata visto l’altissimo numero di precari presenti. All’epoca si parlava di solo 10 sono assunti a tempo indeterminato su 400 dipendenti. In questo contesto l’accordo sulla stabilizzazione siglato tra azienda e sindacati faceva sperare in una normalizzazione della situazione. Oggi apprendiamo che così non è!

Ricordiamo che La Mtm, costituita nel 1977, non è una piccola azienda. Essa occupa oltre 600 addetti tra Piemonte e Toscana e fa parte del gruppo Brc, multinazionale tra i leader mondiali nella produzione e commercializzazione di componenti e impianti a gpl.

Proprio per questo è inaccettabile che continui a fare un uso spregiudicato delle norme sul lavoro, colpendo ogni volta i diritti dei lavoratori, richiamando possibili flessioni negative del proprio mercato. La preannunciata fine degli ecoincentivi non può giustificare le scelte dell’azienda. È necessario che Mtm si confronti con i sindacati affrontando insieme a loro e a tutti i lavoratori le possibili conseguenze delle scelte del Governo.

Su questo aspetto riteniamo che la decisione del Governo sia stata presa nel modo peggiore. Sarebbe stato necessario che il Governo accompagnasse agli incentivi una politica di rilancio del settore della componentistica e attuasse una loro riduzione graduale e non una netta chiusura. Sottolineiamo, inoltre, la necessità di vincolare gli aiuti alle imprese, quali ad esempio gli incentivi, ad un impegno forte in termini occupazionali da parte delle aziende beneficiarie. Se non facciamo questo continueremo a regalare soldi pubblici ad aziende che, come la FIAT, finiscono per andare a produrre in altri Paesi.

Alessandro Trotta – Michele Mazzola
Federazione della Sinistra (PRC-PdCI)

Comunicato Stampa

     
     
FIRENZE 23 febbraio 2010
 
I Candidati nel listino regionale della lista “Federazione della Sinistra – Verdi” alle prossime elezioni regionali in merito alla questione gas e rigassificatori in Toscana.
 
Il gas è fonte non rinnovabile ed esauribile e per questo subirà un continuo e costante aumento dei prezzi nel corso del tempo. Per questo – in una regione per altro già ben servita tramite il gasdotto algerino –  proprio la sfida della competitività deve spingere all’abbattimento dei costi energetici e quindi puntare su altre fonti, in primis lo sviluppo di quelle rinnovabili – su cui punta il Piano Energetico Regionale approvato nella legislatura toscana appena conclusa, piano il cui impianto abbiamo condiviso e condividiamo – , fonti rinnovabili che sono non inquinanti e non esauribili.
Fatta questa premessa è indiscutibile, nel merito della questione rigassificatore, il nostro impegno affinché essa non venga slegata dai temi della sicurezza e dell’impatto ambientale – così come recita anche il programma della coalizione di centro sinistra per le elezioni regionali -, questioni che non possono non tener conto della attuale situazioni di aree quali Rosignano e Livorno, sulle quali insistono già numerosi siti industriali e che le rendono già fra le più pericolose d’Italia.
In questo ambito richiamiamo quindi con forza la legge regionale sulla Valutazione Ambientale Strategica – approvata nella legislatura appena conclusa -: una legge strategica perché impone  che ogni progetto presentato ricada nella realizzazione della VAS, la quale tiene conto di tutte le fonti inquinanti presenti su un territorio su cui tale progetto si vuol realizzare, stabilendone da questo punto di vista la compatibilità o meno.
 
 
I Candidati
Monica Sgherri
Paolo Marini
Mauro Romanelli

Intervento di PdCI e PRC in merito alle denucie notificate ad alcuni studenti del nautico

Abbiamo appreso che nei giorni scorsi è stata notificata una denuncia a due studenti dell’Istituto Nautico Cappellini di Livorno a seguito dell’occupazione  avvenuta in data 19 ottobre. Scriviamo per esprimere tutta la nostra solidarietà ai due studenti e a tutto il movimento.

In quei giorni, gli studenti di tutte le scuole stavano manifestando contro ad una riforma  fatta solo di tagli. Non comprendiamo la necessità di irrigidire il clima come fu fatto quella mattina con continue intimidazioni rivolte agli studenti che oggi si sono trasformate in denunce addebitando il reato di interruzione di pubblico servizio e colpiscono solo 2 studenti del Nautico, quando invece il movimento di contestazione fu molto più ampio e le occupazioni si susseguirono in tutta Italia e nella stessa Livorno.

Riteniamo che fosse assolutamente legittima e giusta la protesta degli studenti. A nostro avviso è indiscutibile che la riforma delle superiori, nata per semplificare, nei fatti stia gettando nel caos il mondo della scuola e fornisca un quadro peggiorativo della situazione. Basta pensare che a fine febbraio cominceranno le iscrizioni alle scuole superiori e molti Dirigenti Scolastici, ad oggi, non sanno quali corsi potranno offrire con certezza per il prossimo anno. In una situazione così fumosa le famiglie non riescono ad orientarsi ed i ragazzi non hanno le notizie necessarie per fare una scelta fondamentale per il loro futuro.

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SeL – PdCI – PRC su centrale a Biomasse proposta dalla società Porto Energia

Riteniamo opportuno che il Consiglio Provinciale abbia modo di discutere e di confrontarsi sulla possibile realizzazione di una centrale a Biomasse da parte della società Porto Energia. Per facilitare questo passaggio abbiamo ritenuto necessario presentare al Presidente della Provincia una Interpellanza in cui abbiamo posto l’accento su alcune problematiche a nostro avviso centrali e problematiche.

Chiediamo in particolare di sapere:

-Se la Provincia ha autorizzato tale impianto che sembra avere una potenza massima di 52 MW;

-Se la capacità massima produttiva di cui si parla (52 MW) non finisca evidentemente per contrastare con il presupposto di attingere esclusivamente alla produzione derivante dalla filiera corta, richiedendo un ulteriore approvvigionamento derivante da altre aree.

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Intervento di Michele Mazzola (PdCI) sul caso Lucchini

Siamo fortemente preoccupati per quanto apprendiamo dai giornali sulla possibile vendita delle Acciaierie e siamo altrettanto disorientati dal dibattito che sta emergendo in questi giorni sui giornali. Qui non si tratta a nostro avviso di fare analisi sociologiche più o meno veritiere. Si tratta di rendersi conto che si sta discutendo di lavoro, di lavoratori e di intere famiglie.

Proprio per questo siamo da sempre convinti che la presenza dell’industria nel nostro territorio vada difesa e rilanciata. I settori alternativi possono essere complementari e non sostitutivi. Con la crisi attuale c’è necessità di incrementare i posti di lavoro e non certo di fare dei giochi di spostamenti da un settore ad un altro (quale poi?) con un saldo occupazionale che si rivelerebbe, non è il primo caso, pesantemente negativo. Ricordiamo, inoltre, che tutta l’area rientra in un sito SIN da bonificare.

La vendita di cui si parla, preoccupa perché ancora una volta siamo di fronte a notizie vaghe e incerte che annunciano il ripetersi di un film che non ci piace e che non prevede affatto un confronto chiaro con la proprietà e ancor meno con i possibili acquirenti. Tutti i soggetti interessati dai sindacati alle Istituzioni locali sono di fatto esclusi dalla possibilità di incidere su questa vicenda. Tutto questo avviene perché siamo di fronte da una lato a grandi proprietà internazionali e dall’altro alla completa e assordante assenza di una politica nazionale industriale in grado di arginare questi fenomeni. Ai tavoli che si apriranno e all’annunciato tavolo nazionale deve essere chiesto chiaramente al Governo di elaborare una politica industriale complessiva e approntare un forte ruolo della mano pubblica nei settori strategici per l’economia di un Paese qual è la siderurgia. Non esistono Nazioni che basano la loro economia solo su terziario o turismo. Dietro l’industria vi è ricerca, progresso e futuro per un Paese.

Come Comunisti vogliamo fare proposte concrete che valgono in questo e in altri casi che purtroppo hanno interessato la nostra Provincia. Affermiamo con forza la necessità di difendere in tutti i modi la presenza della fabbrica. Per far questo, come abbiamo fatto con la proposta di legge regionale depositata dai nostri gruppi consiliari, è necessario mettere in atto norme che bloccano i licenziamenti, impediscono le delocalizzazioni e diano un ruolo reale agli enti locali. Ci auspichiamo che al prossimo tavolo le Istituzioni sostengono e facciano proprie queste politiche.

Michele Mazzola
CapoGruppo PdCI
Presidente Commissione Speciale Anticrisi