ROMA: Comunicato Stampa

Roma 3 settembre 2011

MANOVRA – FERRERO (PRC – FEDERAZIONE DELLA SINISTRA): NON CONDIVIDO PER NULLA L’INVITO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

“Non condivido per nulla l’invito del Presidente Napolitano alla rapida approvazione della manovra proposta dal governo. Questa manovra non solo è iniqua socialmente, non solo è recessiva ma soprattutto non serve a nulla per combattere la speculazione finanziaria. Questo per la semplice ragione che gli interessi forti della speculazione non vengono toccati in nessun modo.  Il problema non è l’approvazione rapida di una manovra, inutile e dannosa, ma la messa in discussione delle politiche neoliberiste con cui le classi dirigenti europee stanno portando al disastro il nostro continente. Senza questa messa in discussione ogni manovra non farà altro che avvicinare l’Italia al disastro a cui l’Europa ha portato la Grecia”.

Indignati a favore della Patrimoniale

Alla fine della manifestazione dove hanno partecipato circa 10,000 lavoratori, e stato messo un banchetto con la raccolta delle firme sulla patrimoniale, ottima risposta dei partecipanti che si sono trovati a fare la fila.
PETIZIONE POPOLARE INDIGNATI A FAVORE DELLA PATRIMONIALE

Noi sottoscritti cittadini e cittadine italiani siamo indignati. Il governo, con la scusa della crisi economica e della speculazione, vuole demolire lo stato sociale, i diritti dei lavoratori, la democrazia nel paese. Il tutto per difendere privilegi e grandi ricchezze Noi vogliamo difendere i diritti dei lavoratori e lo stato sociale, redistribuire la ricchezza creare nuova occupazione nella difesa dell’ambiente
Proponiamo una politica economica rovesciata, a partire da, Tassa sui grandi patrimoni al di sopra del milione di euro Lotta all’evasione fiscale, anche con una sovratassa sui capitali che hanno usato lo scudo fiscale Dimezzare gli stipendi delle caste e mettere un tetto agli stipendi dei manager. Dimezzare le spese militari. Basta con la guerra in Afghanistan e in Libia Le aziende che delocalizzano devono restituire i finanziamenti pubblici Blocco delle grandi opere inutili e dannose per l’ambiente come la TAV Torino-Lione il Ponte sullo Stretto e uso di quelle risorse per un grande piano di risparmio energetico sviluppo delle fonti rinnovabili, riassetto del territorio

Saremo ancora nelle piazze a raccogliere le firme.

Documento ANPI di Rosignano sulla Libia

L’ ANPI di Rosignano esprime grande preoccupazione per gli avvenimenti bellici in corso in Libia che vedono coinvolte anche le forze armate italiane.

Ancora una volta, come già nel Kossovo nel 1999 o in Iraq nel 2003, sostenendo che non esistono soluzioni alternative, una parte del mondo occidentale si lancia in una guerra di stampo neocoloniale, nella quale giocano un ruolo fondamentale corposi interessi materiali legati al petrolio. Ancora una volta, come nei casi citati, si ignora la possibilità di soluzioni alternative alla guerra che pure esistevano ,ma che allora non si vollero né valutare né perseguire.

L’applicazione della risoluzione ONU 1973, nata per proteggere una parte della popolazione libica da possibili ritorsioni da parte del governo di Gheddafi, si sta trasformando, ora dopo ora, in un conflitto i cui obbiettivi rimangono confusi e indefiniti al punto che stati e organizzazioni inizialmente non ostili all’intervento come Cina, Russia, India, Germania e la stessa Lega Araba se ne dissociano e altri ,come la Norvegia che pure fa parte della NATO, sospendono la loro partecipazione all’attacco.

E’ convinzione dell’ANPI che la tutela della popolazione passi attraverso la via diplomatica e la ripresa urgente di una trattativa con il regime di Tripoli e con le forze a lui antagoniste anche con l’intervento di una forza d’interposizione sotto il comando ONU, sull’esempio della riuscita missione in Libano.

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Problema Porto: caso Piccini

Ormai appare definitivamente superata l’ipotesi Piccini, anzi ipotesi alternative appaiono più o meno concrete e si rincorrono notizie che ci danno per certe concertazioni fra Rossi e Matteoli che passano per Livorno.

Resta un dato di fatto: Roberto Piccini non farà i due mandati che la legge prevede e che normalmente vengono fatti salvo che non vi siano atti gravissimi, il Ministro ha superato la legge 84 e si è inventato il criterio della rotazione degli incarichi, ha addotto motivazioni carenti, quindi l’esclusione appare illegittima…ma nemmeno più la città, o meglio tutti quelli che la destra voleva fortemente legati a un sistema di rendite di posizioni, è riuscita difendere questa nomina.

Si volta pagina: quel che deve restare è che la compagnia Portuali in questi anni è riuscita nella tenuta dell’occupazione e nel reinvestire gli utili che derivavano dal lavoro….non so se le grandi famiglie economiche che operano sul porto che tanto hanno avuto dal territorio hanno restituito a questo territorio..

A questo punto se il porto rappresenta il 21% del PIL di questa città bisognerà che il progetto di innovazione e rinnovamento partito anche con la discussione in Consiglio Comunale, e che porta la firma di Piccini, vada avanti : strutture, infrastrutture, il rapporto della città con il porto, quindi anche strumenti urbanistici e siccome è alto livello di coinvolgimento del rapporto della città con la regione sarà bene che Rossi torni a fare gli interessi della città.

La realizzazione del progetto, gli stati di avanzamento dei lavori saranno l’unica cartina di tornasole con cui giudicare chi dovrà solo fare gli interessi del porto e della città e dimostrare una capacità di governo e soprattutto una difesa dei livelli occupazionali.

Non riduciamo la questione a una guerra di potere, facciamo chiarezza sulle posizioni, non lasciamo angoli oscuri che sottolineano livelli sotterranei di decisioni……altrimenti ci resta solo da sperare nella statua della madonna e chissà che non abbiano pensato di metterla lì apposta.

Per la Federazione della Sinistra Tiziana Bartimmo

Un saluto per Luciano De Majo

Per Luciano De Maio Apprendiamo la notizia della prematura scomparsa di Luciano De Maio e non possiamo fare a meno di riflettere, prima di tutto, sull’ingiustizia di quest’ancora giovane vita spezzata da un male implacabile.Una vita troppo breve, per quanto così ricca di passioni, di attività, di ideali, di dedizione agli altri ed alla sua città.Luciano è stato un compagno di strada di tantissime battaglie democratiche e sociali. Lo ricordiamo come un rigoroso, leale ed intelligente militante della pace e per la pace, come un militante contro le insopportabili ingiustizie che hanno attraversato e, continuano sempre più ad attraversare, questa nostra epoca.Rigoroso, leale ed intelligente come lo era anche nel proprio lavoro. Giornalista per varie testate, aveva la capacità di scavare costantemente sotto la superficie della notizia e di portarne alla luce la sostanza vera. Aveva il dono di sapere annusare le contraddizioni dentro i fatti di cui era chiamato a dare conto. Sapeva interrogare quello spazio sfuocato che c’è spesso tra la rappresentazione di un fatto e la realtà per come gli si manifestava.E’ una grave perdita per la nostra città che, oggi forse come mai, avrebbe bisogno che quelle capacità e quei valori che Luciano ha, con coerenza, incarnato, potessero crescere, moltiplicarsi, diventare seme per un nuovo risveglio civile, morale e democratico dei livornesi.La Federazione della Sinistra di Livorno si stringe attorno ai familiari, agli amici ed ai colleghi de “Il Tirreno” e delle altre testate con cui Luciano ha collaborato, manifestando tutto il proprio dolore e la propria partecipazione.Luciano non ti dimenticheremo! Livorno, 20 febbraio 2011

Federazione della Sinistra – Livorno

E’ morto questa mattina Luciano De Majo, giornalista del Tirreno.

La sua morte è davvero difficile da accettare: non solo per le sue non comuni qualità umane e professionali, ma anche perché aveva solo 40 anni e tutta una vita da vivere.
Ci mancheranno la sua capacità di ascolto e le sue riflessioni mai banali, la sua scrittura sciolta e precisa.
Ci sentiamo vicini alla moglie Valeria, alla famiglia, a tutti gli amici e compagni che come noi ne sentiranno la mancanza.

I compagni e le compagne dell’Unione Inquilini e di Rifondazione di via Pieroni.

Unioni di fatto

Finalmente dopo averne tanto parlato, siamo arrivati in Consiglio Comunale a approvare l’istituzione di un registro per le unioni di fatto, come del resto già in molti Comuni d’Italia.

Peccato che qualcuno si risenta, questo è un importante passo verso il riconoscimento delle coppie di fatto, considerando che anche nel nostro paese numerose coppie preferiscono ormai la convivenza al matrimonio, come nuova forma di vita comune .La società cambia e bisogna adeguarsi come è successo ad altri paesi d’Europa.

E’ bene ricordare che le unioni di fatto non devono necessariamente interessare solo la sfera individuale sessuale, ma semplicemente anche la stabile convivenza tra due persone, ad es. anziane, amici, amiche, che decidono di passare insieme la loro vecchiaia, anche senza essere per forza legate da un rapporto amoroso, convivenza questa che rappresenta una nuova ed adeguata forma di solidarietà sociale. Non si chiede quindi di entrare in contrasto con la famiglia così come è garantita e riconosciuta dall’art. 29 della costituzione, ma solo di cominciare un percorso di tutela e riconoscimento di altre forme di convivenza.

Questa è una prima chiave di lettura, è chiaro che l’estensione dei diritti, punto fondamentale di questa richiesta di istituzione del registro delle unioni civili, viene per forza a coniugarsi con i diritti di LGBT, verso un superamento delle discriminazioni delle coppie con diverso orientamento sessuale. E’ quindi un segnale chiaro e forte di laicità e di comprensione delle problematiche sociali che rappresenta un primo passo verso ogni forma di discriminazione nei confronti di persone con diverso orientamento sessuale. Bisogna cominciare a impostare una visione culturale basata sui diritti della “persona”, senza inserirla, la persona umana, in categorie che risentano di stereotipi, pregiudizi, forme di esclusione e discriminazione. Bisogna dare un segnale chiaro e forte di laicità, ce lo ricorda anche la normativa europea, in particolar modo la 2006/54 che riguarda la parità fra i generi e definisce in modo chiaro e inequivocabile il divieto di discriminazione nei confronti delle persone di diverso orientamento sessuale, bisogna cominciare ad affrontare con spirito fortemente laico e democratico le sfide che i cambiamenti e l’evoluzione sociale continuamente ci pongono, contro una destra incapace di modernizzarsi e di mettersi al passo con una cultura laica e decisamente progressista., quindi norme che superino la discriminazione delle coppie omosessuali nell’erogazione dei servizi.

Questo quindi può essere anche nella nostra città uno strumento che possa cominciare a promuovere una nuova sensibilità, che è chiaro che non può formarsi dall’oggi al domani, ma che deve alimentare una cultura sociale più aperta, verso la quale bisogna investire con convinzione.

Per la Federazione della Sinistra Tiziana Bartimmo