Solidarietà ai lavoratori Porto di Livorno 2000

La segreteria livornese di Rifondazione Comunista esprime la propria piena solidarietà ai lavoratori della Porto di Livorno 2000 in presidio permanente.
In particolare riteniamo indispensabile che arrivi velocemente una risposta che faccia ricominciare a lavorare i precari stagionali, per i quali una stabilizzazione è l’unica prospettiva che consideriamo veramente risolutiva.
La situazione attuale non dipende solo dall’emergenza Covid: è evidente che la privatizzazione della Porto di livorno 2000 è alla base di molti dei problemi che oggi esplodono drammaticamente. Un assetto proprietario controllato a maggioranza dal gruppo Onorato rischia di fare pagare ai lavoratori la situazione di crisi finanziaria di un imprenditore che le cronache ci descrivono pericolosamente vicino al fallimento. Al di là della situazione specifica di questo gruppo imprenditoriale, riteniamo in ogni caso che sia stato uno sbaglio privatizzare questa società.
Autorità portuale e Camera di commercio, che assieme controllano ancora il 34% delle quote di Porto di Livorno 2000, devono intervenire finché c’è tempo, a tutela dei lavoratori e della possibilità di reali investimenti infrastrutturali che diano prospettive per il futuro. In particolare sosteniamo la richiesta dei lavoratori di un intervento da parte dell’Autorità di Sistema Portuale; in una città già da tempo dichiarata “area di crisi industriale complessa” è inaccettabile che queste richieste restino senza risposte.

Auguri di pronta guarigione a Marco Cannito, pensiamo alla sicurezza delle nostre scuole

La Segreteria della Federazione livornese del Partito della Rifondazione Comunista augura al professore e Consigliere Comunale Marco Cannito, vittima di un brutto incidente presso l’istituto Colombo, una pronta guarigione.

Da anni Rifondazione chiede che si investa nelle scuole pubbliche, anche per la sicurezza di studenti, personale amministrativo tecnico e ausiliario, ed insegnanti. E invece le nostre scuole continuano a rappresentare un pericolo per chi le vive quotidianamente.
A titolo di esempio ricordiamo che solo entro il 2020 si potrà avere un quadro completo della sicurezza antisismica delle scuole cittadine, e un fatto grave come quello odierno segnala che anche sul fronte della quotidiana agibilità e sicurezza c’è ancora molto da fare.
I continui tagli di fondi da una parte agli enti locali e dall’altra al sistema dell’istruzione pubblica non ci fanno ben sperare per il futuro. Anzi: se il prossimo governo nazionale sarà quello Cinque stelle – Lega, l’assenza di riferimenti nel loro “contratto per il governo” alla scuola PUBBLICA, alla sicurezza delle sue strutture ed ai relativi finanziamenti ci spinge a un deciso pessimismo, considerando anche gli effetti devastanti della prospettata “flat tax” sui conti pubblici e sulla equità del sistema fiscale nel suo complesso.
Auguri dunque di buona guarigione al prof. Cannito, e auguri a tutti noi di una scuola in cui fatti simili non possano più succedere.

La Segreteria della Federazione livornese del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Dopo l’alluvione: che fare?

A noi non interessa il balletto delle responsabilità politiche come si sta presentando in città: cioè un uso strumentale della catastrofe volto solo a mettere in difficoltà l’amministrazione attuale o quella precedente per ricavarne un vantaggio politico.
Da tempo diamo un giudizio molto severo dell’operato complessivo dell’Amministrazione Nogarin, così come lo abbiamo a suo tempo rispetto a quella del PD. Pur avendo duramente osteggiato l’amministrazione precedente, al ballottaggio non demmo indicazione di voto né per il PD né per Nogarin, dicendo che “non riusciamo ad intravedere nel Movimento 5 Stelle la soluzione ai gravi problemi della città”. Il tempo ci ha dato ragione.
Ma in questo momento la cittadinanza non ha bisogno che la situazione venga usata strumentalmente, avvitando il dibattito politico in sterili polemiche. Chi è stato colpito ha bisogno di risposte per rimettersi in piedi, e tutti abbiamo bisogno di risposte per evitare nuove catastrofi. Certo, chi ha sbagliato deve pagare: le indagini delle autorità competenti faranno il loro corso, la costituenda commissione di inchiesta idem, ma le risposte di cui abbiamo bisogno subito, come cittadini, non si possono legare ai tempi lunghi della ricerca dei colpevoli.
Individuare cosa non ha funzionato prima, durante e dopo l’alluvione certo permette di orientare meglio la ricerca delle responsabilità, ma è indispensabile che serva a produrre delle azioni rapide e precise. Per questo abbiamo deciso di dare natura di schema a questa nostra prima analisi, affiancando al “Cosa è successo” il “Cosa bisogna fare”. Si tratta solo di un primo elenco di punti che porteremo in discussione collettiva dentro e fuori il nostro partito, raccogliendo altri elementi – in primis sul tema della cementificazione e come opporvisi con efficacia – e impegnandoci in azioni concrete per ottenere gli obiettivi che abbiamo individuato.
    • Riorganizzazione della protezione Civile:
      Ai primi di agosto l’Amministrazione ha ridisegnato il funzionamento della Protezione Civile, cambiandone vertici ed organizzazione.
      CHE FARE: L’Amministrazione ripristini un modello organizzativo e una direzione della Protezione Civile che garantisca efficacia nell’informazione, prevenzione ed intervento
    • Piano di Protezione Civile:
      L’attuale Piano di Protezione Civile è quello approvato nel 2011. Una revisione è pronta ma non ancora discussa e approvata.
      CHE FARE: Il Consiglio Comunale calendarizzi e discuta quanto prima il nuovo Piano di Protezione Civile
    • Allagamento ENI e sversamento nei rii fino a Darsena Toscana: Le prime notizie ufficiali di ARPAT sull’allagamento di ENI, lo sversamento di idrocarburi e la natura del cattivo odore percepito in tutta la città fin da doenica 10 sono del 12 settembre. L’assenza di informazioni ufficiali è già grave perché permette il proliferare incontrollato di ipotesi allarmistiche; ancora più grave se questa è dipesa da un ritardo nell’acquisizione di informazioni utili alla tutela della salute dei cittadini.
      CHE FARE: ARPAT deve dimostrare di essere in grado di intervenire tempestivamente in caso di eventi con  impatto sulle attività produttive con potenziali danni alla salute pubblica, e comunicare tempestivamente alla cittadinanza le risultanze.
    • Casse di espansione: Sono state rilevate molte criticità sull’adeguatezza delle attuali casse di espansione dei rii e sul loro efficace funzionamento nel momento dell’alluvione.
      CHE FARE: gli enti preposti devono garantire che le casse di espansione siano in numero e dimensione sufficiente per l’assorbimento di fenomeni eccezionali e potenzialmente catastrofici.

Sulla situazione del Circolo ARCI Arena Astra

Apprendiamo con dispiacere delle crescenti difficoltà del circolo Arena Astra, e vogliamo prima di tutto esprimere la nostra solidarietà ai compagni ed alle compagne che, nonostante queste difficoltà, continuano a tenere aperta una delle storiche strutture ricreative della città. Conosciamo molto bene la valenza e l’appetibilità di quello spazio, tanto che già da alcuni anni ospita la nostra festa annuale. Non ci meravigliano le crescenti pressioni che il consiglio di amministrazione subisce. Quell’angolo di città, a ridosso di Porta a Mare e all’inizio del lungomare, rappresenta un’area estremamente pregiata e sicuramente capace di suscitare l’appetito di molti. Livorno non è nuova, purtroppo, alle speculazioni immobiliari ed è bene che si incomincino a mettere le mani avanti contro questa eventualità, evidentemente sempre meno remota.

Ci auguriamo che l’amministrazione comunale voglia incontrare e rassicurare i soci del circolo e che il suo intervento non costituisca un ostacolo, come finora denunciato dal consiglio direttivo, ma possa trasformarsi in un sostegno concreto alla continuità ed allo sviluppo dell’Arena Astra. Per farlo occorre naturalmente progettualità, cosa rara di questi tempi, senza necessariamente dover mettere le mani al portafogli. Confidiamo nei buoni progetti di rilancio del circolo ma, se si riconosce la valenza pubblica di quello spazio e di quella Storia, anche il Comune non dovrà esimersi dal sostenere la loro realizzazione. Da quanto apprendiamo, il suo limitarsi ad imporre orari e costi per l’utilizzo della tensostruttura non sembra sottintendere questa consapevolezza. Pur nel rispetto dell’autonomia della gestione del circolo, che è e deve rimanere nella disponibilità dei soci ex lavoratori del Cantiere, alcuni provvedimenti potrebbero essere presi immediatamente dall’amministrazione per un sostegno concreto alle attività del circolo. Ad esempio: Livorno al contrario di altri comuni, Collesalvetti e Rosignano in primis, non ha la disponibilità di un’area pubblica attrezzata per feste ed eventi. Una collaborazione tra Arena Astra e Comune potrebbe in questo senso incentivare l’attività di associazioni e collettivi che, allo stato attuale, non hanno possibilità di mettere in piedi kermesse, feste ed eventi che tanto potrebbero invece contribuire per tenere viva la partecipazione e l’interesse dei livornesi a tematiche di rilevanza sociale e politica.

La Segreteria della federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

PRC: solidarietà con gli attivisti denunciati durante l’occupazione degli Orti Urbani di Via Goito

La Federazione livornese del Partito della Rifondazione Comunista sottoscrive l’appello di solidarietà con le cinque persone denunciate durante l’occupazione degli Orti Urbani di Via Goito, e invita cittadine e cittadini, forze politiche e sociali a fare altrettanto.

L’appello può essere letto sul sito http://www.livornoindipendente.it/orti-urbani-di-via-goito-cinque-denunciati-parte-una-campagna-di-solidarieta/

La segreteria della Federazione livornese del Partito della Rifondazione Comunista

Solidarietà ai condannati per le manifestazioni del 2012

Come già durante il processo, la Federazione livornese di Rifondazione Comunista conferma la sua solidarietà ai condannati per i fatti accaduti nella nostra città dal 30 novembre al 2 dicembre 2012.

L’assoluta sproporzione tra i fatti contestati e le pene contenute nella sentenza, un totale di 34 anni di reclusione, fa pensare che siano voluti colpire in modo esemplare i movimenti livornesi per il loro impegno politicoe sociale avverso ai rappresentanti dei poteri forti, coi quali la mano del sistema giuridico è sempre più leggera.
Purtroppo la gestione delle emergenze sociali in chiave di ordine pubblico non è una novità, ma auspichiamo che nei prossimi gradi di giudizio le istanze delle difese vengano accolte e si possa finalmente girare pagina su quelle giornate in cui la nostra città è stata oggetto di intollerabili provocazioni.

La Segreteria della Federazione Livornese del Partito della Rifondazione Comunista