PRC sull’Agenda di fine mandato per C.C. di Livorno

 

  • Tiziana Bartimmo *

 

Quando avevamo cominciato a discutere di questo documento, si parlava di agenda di fine mandato mettendolo in relazione con gli esiti delle politiche nazionali, così come anche c’è scritto nell’ordine del giorno dei lavori di questo Consiglio Comunale che recita “agenda di fine mandato a seguito delle elezioni politiche nazionali”, cosa che aveva suscitato qualche perplessità, Livorno non è al centro del mondo, ma aveva fatto sperare che , l’analisi del voto ( che tutti noi abbiamo fatto, e per  quanto ci riguarda  abbiamo fatto le dovute riflessioni e la dialettica all’interno del partito è forte  e vivace, noi continuiamo a essere comunisti.. dico questo per bloccare ogni replica del Sindaco) potesse cambiare qualcosa anche nelle politiche future per questa città. Perché qualcosa nell’universo mondo là fuori è cambiato, tutto il quadro di riferimento, la società è cambiata, il voto è stato un voto antieuropeo e contro le politiche di austerità, che hanno messo in ginocchio il paese, che deve far ripensare a rinegoziare i trattati europei, e a livello locale affrontare il problema del patto di stabilità , in termini di sblocco totale delle risorse, e noi abbiamo sempre detto che basterebbero 50 Sindaci in Italia con coraggio per provocare il cambiamento.
Quindi più coraggio nelle politiche , prospettive future nel chiaro segno del cambiamento e della discontinuità, anche nelle politiche locali, temi che diano risposte che vengono fuori dal territorio ormai da troppo tempo (traffico, ambiente, politiche del lavoro, consumo di territorio, di questo si parla anche nel documento, peccato si predichi bene e si razzoli male!), e come dicevo già altre volte, su questi temi bisognerebbe rialzare la posta a sinistra con politiche nuove ed alternative, altrimenti c’è il rischio che il voto popolare, proprio sul territorio, si indirizzi per protesta in altre direzioni. Leggi tutto “PRC sull’Agenda di fine mandato per C.C. di Livorno”

Sindaco Cosimi: Agenda di fine mandato 2009/2014

 

  • Documento presentato dal Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi

 

AGENDA OPERATIVA FINE MANDATO 2009/2014

La condizione nella quale si trovano ad operare le Amministrazioni è, da tempo, di assoluta incertezza.
Il decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35 “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali”, per quanto riguarda il Sindaco e l’Amministrazione, tacita in va definitiva ogni accusa di immobilismo rivolta a questa Amministrazione e alla sua maggioranza, autorevolmente rilevando e spiegando a posteriori, a chi ancora non l’avesse capito, il suo carattere di mera strumentalizzazione politica e di miopia nella comprensione della realtà politico-amministrativa in cui vivono gli Enti locali. Già dagli anni precedenti l’approvazione del Bilancio preventivo è divenuta una corsa ad ostacoli tra spostamenti di scadenze, imposizioni del Patto di Stabilità e tagli lineari alla spesa.
L’Amministrazione ha risposto con scelte precise, che hanno mantenuto alto il livello di protezione nei confronti dei cittadini più deboli e tentando di mantenere il livello culturale e sociale della città in quei limiti che abbiamo considerato degni di una città civile.   Le scelte operate sui bilanci hanno privilegiato una relazione di tutela con il consolidato dei servizi anche quando, come nel Trasporto Pubblico Locale, la difficoltà dell’intreccio con responsabilità che non sono locali ha determinato la rarefazione dei finanziamenti, oppure quando si sono sostituite, attraverso risorse proprie del Comune, ai mancati finanziamenti dello Stato e delle Regioni al “sociale”. Per non parlare, poi, di come i Comuni sono stati costretti, con l’IMU del 2012, a fare gli esattori per conto dello Stato.
Questo documento non è e non può essere la relazione di Fine Mandato, ma è l’intreccio del lavoro degli anni precedenti che giunge a compimento nell’ultimo anno di mandato, così come è buona prassi che sia nelle Amministrazioni locali. Leggi tutto “Sindaco Cosimi: Agenda di fine mandato 2009/2014”

Direzione Nazionale 10 aprile – Doc non approvato (Bellotti, Bilardi, Giardiello e altri..)

 

  • Doc non approvato con 2 voti a favore

 

Per il partito di classe
Dopo la sconfitta, quale strada per il Prc?

La discussione sulla sconfitta elettorale di Rivoluzione civile e sul futuro di Rifondazione comunista fin qui avvenuta va completamente ribaltata. Per il gruppo dirigente fallimentare che ancora guida il partito tutto nasce e si esaurisce nella domanda “che ne sarà di noi?” A questa impostazione burocratica, che parte dalla sopravvivenza della struttura (in realtà del gruppo dirigente) a prescindere dai suoi obiettivi politici, vogliamo sostituire una discussione fondata sui processi reali in atto nell’economia e nella lotta di classe, su scala nazionale e internazionale.
Solo rompendo col soggettivismo impotente di questo gruppo dirigente possiamo orientarci nella situazione odierna.
L’organizzazione di partito ha senso solo e soltanto se trova corrispondenza nel conflitto reale, se è lo strumento della trasformazione sociale, o più precisamente, se è strumento per la rottura rivoluzionaria. L’esperienza del Prc mostra come un partito dotato di un apparato consistente, di cospicue entrate economiche, di presenza mediatica e nella pubblica opinione, possa rapidamente trasformarsi in un guscio vuoto e persino sparire, nel momento in cui la ragione della sua esistenza viene smentita dal conflitto reale.
Un partito di classe, prima di essere un’organizzazione o un apparato, è un programma, una prospettiva storica. Se essa si dimostra fondata, sarà possibile tramutarla in un corpo vivo, darle carne e sangue e costruire quindi lo strumento politico di cui la classe ha bisogno oggi più che mai (alla faccia di tutte le idiozie movimentiste e “grilline di sinistra”) se non vuole essere solo carne da cannone nella crisi del capitalismo.
In Italia si preparano le condizioni di una gigantesca esplosione sociale. La crisi profonda della sinistra non verrà risolta da nuove alchimie, ma dalla capacità di intervenire in un processo di massa paragonabile alle rivoluzioni arabe o alle esplosioni del movimento latinoamericano (anch’esse innescate dalla crisi finanziaria ed economica). È su questa prospettiva che dobbiamo tenere fissa l’attenzione se vogliamo che la nostra discussione getti le fondamenta per fare fronte a questo compito gigantesco. Tutto il resto sono schermaglie di gruppi dirigenti estenuati. Leggi tutto “Direzione Nazionale 10 aprile – Doc non approvato (Bellotti, Bilardi, Giardiello e altri..)”

Direzione Nazionale 10 aprile – Doc non approvato (Grassi, Bregola, Caporusso)

 

  • Doc non approvato con 10 voti a favore

 

Lo stallo della politica e la nostra irrilevanza

Il governo Monti, uscito pesantemente sconfitto dalle urne, è di fatto ancora in carica e l’intervento di Giorgio Napolitano – al limite del proprio ruolo costituzionale – è stato per la seconda volta determinante nel condizionare il corso degli eventi: anziché mandare Bersani davanti alle Camere per verificare  l’esistenza o meno di una maggioranza a sostegno di un suo eventuale governo, il Presidente della Repubblica ha congelato lo stato attuale delle cose aprendo di fatto la strada all’ipotesi di un governissimo.
Immobilismo solo apparente dunque, stando a quanto si agita in questi giorni  nei campi delle forze politiche principali alle prese con balletti politicisti incomprensibili perfino all’elettorato più avvertito:   Berlusconi ha riacquistato un ruolo centrale destinato a pesare anche negli sviluppi futuri, il M5S, alle sue prime prove, fa i conti  con il manifestarsi di una dialettica interna  dagli esiti imprevedibili tra base, gruppo parlamentare e diarchia Grillo-Casaleggio, proprietari del marchio del movimento. Quanto al Pd, all’opera per vagliare possibili alleanze  con il Pdl, è riaperta la partita per la successione a Bersani, e con l’ingresso in scena di Fabrizio Barca e il protagonismo di Matteo Renzi sono già visibili i poli dello scontro interno che si sta prefigurando.
Sel, che sembra muoversi verso un’ipotesi di confluenza con il Pd,  rischiando seriamente di acquisire un ruolo marginale nel campo del centro sinistra sia in merito al programma che riguardo la scelta dei nuovi gruppi dirigenti,  fa i conti con le sue pesanti contraddizioni interne.
Ma veniamo a noi. La crisi di Rifondazione (insieme a quella delle altre forze politiche che con noi sono state protagoniste della grave sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile) è un processo profondo, di natura non ordinaria. Il rischio maggiore in questa fase sarebbe quello di cadere in uno stato di paralisi a seguito del trauma elettorale, il che non soltanto ci impedirebbe di fare i conti con la nostra crisi e di reagire ai sommovimenti del quadro politico generale, ma ci lascerebbe anche – e con effetti disastrosi – del tutto impreparati di fronte all’eventuale precipitare della crisi politica e a un niente affatto improbabile ritorno anticipato alle urne. Leggi tutto “Direzione Nazionale 10 aprile – Doc non approvato (Grassi, Bregola, Caporusso)”

Direzione Nazionale – 10 aprile – Documento approvato

 

  • Doc. approvato con 15 voti a favore

 

Rifondazione: serve una svolta

La fase di confusione che regna sul dopo elezioni conferma che non ci troviamo davanti ad una rivoluzione e all’apertura di una nuova fase ma piuttosto davanti alla crisi organica della Seconda Repubblica senza che sia presente una alternativa: noi vogliamo costruirla.
In primo luogo assistiamo al trionfo del politicismo da parte di tutti i soggetti in campo, vecchi e nuovi, con una discussione attorno al nodo del governo che si è rivelata in larga parte finta. Tutti stanno in realtà proseguendo la campagna elettorale e nello stesso tempo la vera posta in gioco su cui si misurano disponibilità ed alleanze è quella del Presidente della Repubblica. Il tema dei contenuti, dei problemi del paese, è del tutto secondario e per certi versi puramente strumentale.
In secondo luogo occorre sottolineare come le posizioni politiche di PD e M5S siano incapaci di fornire una risposta positiva di uscita dalla crisi e di valorizzare il positivo superamento del bipolarismo che le elezioni hanno determinato. E’ assai significativo che i temi della patrimoniale, del blocco dei licenziamenti o della messa in discussione dei trattati europei – a partire dal Fiscal Compact – non siano nemmeno emersi nella discussione. Nel confronto tra PD e grillini, da un lato la proposta del PD era del tutto inadeguata e dall’altro Grillo ha scelto la strada dell’arroccamento contro i partiti invece di aprire un confronto su proposte chiare da opporre al PD. Per altro verso Napolitano ha usato la situazione di stallo per determinare quella vera e propria forzatura costituzionale che è stata la nomina dei 10 “saggi”, per riaprire la strada ad un governo di larghe intese che prelude alla prosecuzione delle politiche economiche neoliberiste e ad un ulteriore scardinamento della Costituzione. PD e M5S hanno così concorso pesantemente a determinare un quadro politico che – pur nella sua instabilità – è molto più arretrato di quanto aveva espresso il popolo italiano con il voto. Leggi tutto “Direzione Nazionale – 10 aprile – Documento approvato”

Riflesssioni e analisi post elettorali: documento approvato dal CPF

 

  • Doc del Comitato Politico Federale *

 

Per le dimensioni che ha avuto la sconfitta subita in queste ultime elezioni non si può  limitare la nostra indagine solo sulle questioni riguardanti la vicenda di “Rivoluzione Civile”.
I risultati hanno dimostrato:
Un enorme distacco del gruppo dirigente del Partito dalla propria base: un gruppo dirigente autoreferenziale eletto secondo gli equilibri dettati dalle aree, calati poi dall’alto senza discussione approfondita e quindi senza una sostanziale legittimità politica dei compagni di base. Una pratica questa che non ha favorito lo sviluppo ed il rinnovamento del gruppo dirigente attraverso una giusta selezione dei quadri secondo il principio delle capacità dimostrate nel lavoro svolto e dall’attaccamento delle regole interne della vita del partito.
I risultati hanno anche dimostrato come nei territori, nei luoghi di lavoro, si siano bruciati (certo, nel corso degli anni) quelle radici, quei legami che ci permettevano una presenza politica tale da far comprendere alla popolazione che “Rifondazione Comunista c’era”. E’ crollato un sistema organizzativo che bene o male teneva in piedi le nostre iniziative nel territorio e senza il quale sarà difficile un’eventuale ripresa del Partito.
Nel documento approvato dal CPN si afferma, ringraziando i compagni e le compagne impegnati nella campagna elettorale, che “Rifondazione Comunista, rimane una risorsa imprescindibile per la sinistra e la democrazia in Italia, un patrimonio umano e politico, il cui valore, nessuna soglia di sbarramento antidemocratica può cancellare”. No. I risultati di queste elezioni sono tali da compromettere seriamente la sopravvivenza del partito nell’arena politica del paese e con esso molto probabilmente anche la scomparsa della questione comunista in Italia. Leggi tutto “Riflesssioni e analisi post elettorali: documento approvato dal CPF”