Il Tar della Toscana stoppa l’Autorità Idrica. Tariffe illegittime.

 

  • Monica Sgherri*

 

 

 

Firenze 25 marzo. Le battaglie storiche contro le grandi opere devastatrici come quella del sottoattraversamento di Firenze dell’alta velocità non trovano ancora sbocco politico nelle istituzioni – nonostante chi, come noi, ne aveva sempre sottolineato le lampanti criticità – ma giustizia nei tribunali, così come grandi vittorie come quella del referendum sull’acqua relativa alla cancellazione della remunerazione per legge del capitale investito fino ad oggi sono generalmente inapplicate, ma non dai  tribunali amministrativi. Quello della Toscana ha infatti annullato pochi giorni orsono le scelte dell’Autorità Idrica di congelamento delle tariffe. Nuovamente, potremmo dire, giustizia è fatta dai tribunali! Per quanto riguarda l’Alta Velocità. all’epoca vennero riconosciuti i gravissimi danni ambientali prodotti dallo scavo nel Mugello (fonti d’acqua e pozzi seccati) ma i risarcimenti venivano annullati per scadenza dei termini. Come dire dopo il danno la beffa. Fortunatamente la sentenza della Corte di Cassazione cancella –ad oggi- questa vergogna.  Di questi giorni  la sentenza del Tar Toscana che annulla la decisione dell’Autorità Idrica dando così ragione al ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’acqua contro le tariffe praticate dai gestori che, alla faccia del chiarissimo risultato referendario, continuavano a prevedere “la remunerazione del capitale investito”. Nuovamente in Toscana la pagina di giustizia è scritta da un tribunale. Leggi tutto “Il Tar della Toscana stoppa l’Autorità Idrica. Tariffe illegittime.”

La sinistra si pesa sulla bilancia del lavoro

 

  • di Alberto Burgio *

 

 

Capire che cosa è accaduto nel nostro campo per dare radici alla ricostruzione dopo lo tsunami Diritti,rappresentanza formazione, welfare: punti per un bilancio sugli errori dell’ultimo ventennio del paese
Alla fine le Camere hanno eletto i propri presidenti, ma sullo sfondo campeggiano altri enigmi. Chi siederà a palazzo Chigi? Chi, soprattutto, al Quirinale, di qui al 2020? Si brancola nel buio. E proprio per ciò che attiene alla presidenza della Repubblica il «passo indietro» di Monti in Senato lascia intravedere scenari inquietanti. Nel frattempo si affoga.
Disoccupazione, povertà, sfiducia. Una moria inarrestabile di imprese industriali, artigiane e commerciali. Il debito pubblico alle stelle. Prima o poi il paese uscirà da quest’incubo, ma intanto siamo in un dannato pasticcio del quale non si vede la fine. In tutto questo è inevitabile chiedersi come saremo messi quando – presto o tardi – questa legislatura finirà. Il voto di febbraio è stato, si dice, un terremoto: speriamo non si intenda, con ciò, che possiamo star tranquilli. Non è detto che il peggio sia alle nostre spalle. È probabile, invece, che siamo appena all’inizio di una fase di grandi sconvolgimenti e che il paese rischia di brutto se non si avrà il coraggio e la lucidità di introdurre profondi cambiamenti. Cominciando proprio dal sistema politico e dalla sua drammatica crisi di rappresentatività, che è poi la vera causa dello tsunami grillino.
Forse bisognerebbe, innanzi tutto, cercare di capire perché ci ritroviamo in queste condizioni, e per questo occorrerebbe ripercorrere un po’ di storia. Qui cominciano le difficoltà, posto che ogni periodizzazione contiene un pezzo della tesi che si intende dimostrare. Ma in questo caso qualche criterio obiettivo c’è. Leggi tutto “La sinistra si pesa sulla bilancia del lavoro”

Stiglitz: per la ripresa alzare le tasse sull’1% di super ricchi

 

 

 

Alzare le tasse sull’1% di popolazione che ‘per anni ha accumulato enormi ricchezze’, recuperando risorse ‘per rilanciare l’economia, investendo soprattutto in istruzione, ricerca e ambiente’. Lo scrive il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz e l’economista Mauro Gallegati, nell’articolo ‘La disuguaglianza al tempo della Grande Recessione’, sul prossimo numero della rivista MicroMega. E’ quanto riferisce l’Ansa.

Ridurre la disuguaglianza, sostengono, ‘dovrebbe stimolare una ripresa dei consumi’, mentre un programma di crescita basato sugli investimenti pubblici e finanziato da un’imposizione progressiva potrebbe rilanciare la domanda aggregata. Ma – per Stiglitz e Gallegati -, investimenti e innovazione vanno reindirizzati verso una ‘crescita qualitativa, che sia cioe’ rispettose dell’ambiente e dei bisogni delle generazioni future.

Il peso di Grillo sull’informazione

 

 

 

Più che cambiare il Paese, Grillo sta imponendo un cambiamento nel modo di fare informazione in Italia. A lui non interessa parlare ai giornalisti, ma alla gente. Utilizza il blog e Twitter per farlo, anche se usa ancora questi strumenti con una logica da vecchia repubblica della TV, come ha sottolineato Guido Romeo in un articolo dedicato a come Grillo usa la tecnologia.
Per parlare alla gente i politici sono stati abituati a chiamare Ansa, Tg e ad andare da Vespa. Vedi la rimonta di Berlusconi a colpi di comparsate TV. Per raccontare le gesta del “mostro” oggi i giornalisti sono costretti a seguire il suo account su Twitter o leggere il suo blog. Sky qualche giorno fa ha trasmesso la conferenza di presentazione dei grillini mandando in onda la diretta streaming dell’evento. Qualcosa di vagamente simile a un servizio pubblico. Qualcosa di un po’ strano in un mondo in cui si parla di violazione del copyright se ti copio un mp3 su una pennetta Usb. Intanto i giornalisti assistono impotenti allo show.
Nel sistema pensato da Grillo i media vengono costantemente bypassati attraverso l’uso di strumenti tecnologici che consentono di parlare alla gente e costringono i giornalisti a riportare quanto visto, sentito e letto, senza possibilità di porre domande. Democraticamente messi a tacere, con una paradossale coerenza: parlo solo con chi voglio io. Il che tutto sommato è più che lecito, nessuno ha l’obbligo di rispondere alle domande della stampa. A nessuna domanda, a dire il vero, e infatti lui Grillo non risponde quasi mai.
Cercando di innovare il rapporto con la gente il leader del M5S si è limitato a proporre una nuova forma di broadcasting personale. Esattamente come fa Berlusconi con i video messaggi. Basta guardare al suo Twitter: repliche, menzioni e RT durante la campagna elettorale sono stati praticamente assenti. Un piccolo fail nel fail generale dei politici sui social media. I commenti ai post del suo blog sono stati invece cancellati. Leggi tutto “Il peso di Grillo sull’informazione”

Emergenza idrica: intervento in Consiglio comunale e posizione del PRC livornese

 

  • Tiziana Bartimmo *

 

Il Sindaco ha cercato di darci un’immagine positiva e di efficienza che ha il sapore di autoassoluzione. In questo dissesto che la città sta vivendo si rispecchia una nazione che è incapace di risolvere qualsiasi problema. Se è vero che una situazione così critica impone una certa lucidità certo non si può essere esenti da critiche.
In questi giorni basta guardare i commenti sulla rete (quella web, non idrica), per comprendere come la pensino i livornesi, capisco tutte le difficoltà, ma ora questo ritardo è veramente imbarazzante.
Solo qualche commento per sintetizzare: “ calcolando che si paga l’acqua a peso d’oro, un po’ di manutenzione via via potrebbero anche farla..” “nell’era multimediale un temporale fa rimanere un’intera città senz’acqua..” e così via per arrivare alla richiesta di dimissioni dei vertici ASA. E a proposito di manutenzione quella condotta era già stata oggetto di rotture e manutenzioni…
Hanno ragione tutti questi cittadini e la storiella del fulmine che è cascato proprio sulla centralina ha fatto ridere tutta Italia.
Una città messa in ginocchio, con scene di guerra, tutti infila per l’acqua, le scuole chiuse per tre giorni consecutivi, tecnici fatti venire da fuori città, pezzi di ricambio fatti venire da Roma…Che quadro desolante, tenendo conto che ha piovuto molto, con grande intensità, ma non è passato uno tsunami sul canale Navicelli.. tra l’altro voglio sottolineare come in questi giorni abbia suscitato allarme la notizia che il CISAM di Pisa sverserebbe acque radioattive proprio nel Canale dei Navicelli, dove noi abbiamo le condutture dell’acqua, inquietante. Insomma non una calamità naturale, un semplice acquazzone! Leggi tutto “Emergenza idrica: intervento in Consiglio comunale e posizione del PRC livornese”

Wu Ming: “Grillo cresce sulle macerie dei movimenti”

 

 

 

«Insieme a Casaleggio amministra l’assenza di un’opposizione radicale contro l’austerità europea»

Quella di Grillo è una strategia diversiva. Serve a spingere l’«indignazione», tanto celebrata nelle acampadas spagnole o negli Occupy americani, lontano dalle piazze italiane. Più la crisi diventa feroce e più le scariche di risentimento vengono fatte confluire in un comodo format, quello del blog del Capo dei Cinque Stelle che solletica il giustizialismo giacobino contro la «casta» e le sue maschere.
Per Wu Ming, il collettivo dei cinque scrittori autori di Q, (come Luther Blissett), 54 e Altai, il movimento 5 stelle ha inquadrato le energie potenziali di una rivolta contro l’austerità in una gabbia discorsiva che fa la parodia del conflitto politico, lasciandolo amministrare da «un’organizzazione settario-aziendale» (la Casaleggio&Associati) e dalla guida simbolica di Beppe Grillo. Per loro il radicalismo pentastellato «amministra la mancanza di movimenti radicali in Italia».
La tesi esposta con determinazione in un articolo sul sito di Internazionale, è stata ampliata su «Giap», l’influente blog dei Wu Ming, interrompendo il silenzio attonito dei movimenti che hanno attraversato l’ultimo decennio, da Genova alle campagne sui beni c«uni.

Voi dite che Grillo non è un incendiario ma un pompiere, perché pratica la sistematica occupazione dello spazio discorsivo dei movimenti: la No-Tav, l’acqua bene comune, la scuola e l’università, il reddito. E lo ricolloca in una cornice che definite di «destra». Potete spiegare che cosa significa?
La nascita del grillismo è una conseguenza della crisi dei movimenti altermondialisti di inizio decennio. Man mano che quel fiume si prosciugava, il grillismo iniziava a scorrere nel vecchio letto. Nei primi anni, i liquidi erano ancora «misti», e questo ha impedito di vedere cosa si agitava nel miscuglio, oltre ad attenuare certe puzze. In seguito, la crescita tumultuosa del M5S è divenuta a sua volta una causa – o almeno una concausa importante – dell’assenza di movimenti radicali in Italia, per via della sistematica «cattura» delle istanze delle lotte territoriali, soprattutto di quelle più «fotogeniche». Non c’è lotta «civica» su cui il M5S non abbia messo il cappello, descrivendosi come suo unico protagonista. Temi, rivendicazioni e parole d’ordine sono stati cooptati e rideclinati in un discorso confusionista e classicamente «né-né», cioè che si presenta come oltre la destra e oltre la sinistra. È un discorso che accumula sempre più contraddizioni, perché mette insieme ultraliberismo e difesa dei beni comuni, retorica della democrazia diretta e grillocentrico «principio del capo», appoggio ai No Tav che fanno disobbedienza civile e legalitarismo spicciolo che confonde l’etica col non avere condanne giudiziarie. Quest’ultimo aspetto era già evidente al primo V Day, quando dal palco Grillo accomunò Daniele Farina del Leoncavallo a gente in odore di mafia, solo perché anche lui aveva «condanne». Già tutto questo tanfa di cultura di destra, ma a essere destrorso è innanzitutto il racconto dell’Italia che fa Grillo. Leggi tutto “Wu Ming: “Grillo cresce sulle macerie dei movimenti””