Sulla “Scuola”..

 

  • di Tiziana Bartimmo *

 

Le ultime misure prese dal ministro Profumo vanno in una sola direzione, dare il colpo di grazia definitivo alla scuola pubblica italiana. Il ministro evidentemente non sa che da anni, dal Decreto Gelmini(del 2008, ma già ben da prima) nella scuola statale sono stati eliminati 150 mila posti e tagliati più di 8 miliardi di euro, con le conseguenze di formazione di classi pollaio, di tagli al sostegno e di degrado allarmante dell’edilizia scolastica, sono le famose misure del bastone e della carota (lo stesso ministro ha precisato più bastone che carote). Ecco perché è inaccettabile l’innalzamento dell’orario di lezione dei docenti che dovrebbero lavorare di più a parità di stipendio, alla scuola si chiede per l’ennesima volta un contributo di solidarietà che avrà effetti occupazionali disastrosi. Con queste misure si lascerebbero a casa, da stime sindacali certe, 30 mila precari e anche i docenti di ruolo perderebbero il loro posto, e si va a limitare fortemente l’azione progettuale e formativa delle scuole.
Profumo ha giustificato le nuove regole con l’esigenza di allineare il nostro sistema scolastico agli standard europei. Che fosse profondamente ignorante delle questioni di cui dovrebbe occuparsi lo aveva già dimostrato, ma qui siamo alla mistificazione. Il numero di giornate di insegnamento, così come gli orari di insegnamento sono perfettamente in linea con quegli standard, così non è per gli stipendi, più bassi di tutta l’Europa , e per le strutture fatiscenti, per non parlare di attrezzature  e dotazioni di laboratorio. Leggi tutto “Sulla “Scuola”..”

Prc Livorno, sul riordino delle province

 

  • Documento politico

Il “provincione” che è venuto fuori dall’ultima operazione sul riordino delle province dimostra quale schizofrenia c’è stata sulla materia. Questo governo tecnico ha fatto un gran pasticcio, tutt’altro che tecnico, e dimostra quanto sia evidente l’affondo sulla democrazia. Si è messo mano con l’accetta al taglio a ad accorpamenti strampalati di istituzioni democratiche elette dai cittadini per sostituirle, in nome di un risparmio fittizio che non considera affatto le ripercussioni negative economiche e funzionali sulla gente, con quelli che c’è il timore che diventino carrozzoni di nominati, senza una valutazione socio scientifica dell’efficienza dei servizi e in spregio al rapporto democratico istituzioni –cittadini. Per non dare risposte vere al degrado di certa politica si è cavalcata l’ondata di antipolitica senza che i veri privilegi della casta vengano intaccati.
Di 3 punti che a nostro avviso sono fondamentali si parla poco e sono stati derubricati ad argomenti di secondaria importanza:

1) I risparmi, se avverranno, saranno irrisori e ci lasceranno senza rappresentanza democratica e territoriale, e pare proprio che questo sia l’obiettivo, perché il quadro di riforme che si è andato a delineare una cosa la chiarisce, che si vuole levare ai cittadini la possibilità di eleggere i propri rappresentanti per quanto riguarda la rappresentatività dei territori e del pluralismo politico, perché questi nuovi carrozzoni saranno composti da giunte nominate e non elette dai cittadini, un esproprio grave e intollerabile di democrazia ed è grave che se ne parli poco negli ambienti della politica.

2) Ci sono da definire le future funzioni e competenze (basti pensare ad ambiente, scuola, lavoro…), bisognerà discutere di come si realizzeranno queste scelte per rendere efficaci  e fruibili i servizi ai cittadini, creando meno disagi possibili

3) Bisognerà tener presente quali saranno le ripercussioni sui lavoratori (perché già si parla di esuberi) di ruolo e su quelli rimasti vergognosamente precari da una vita, e poi nessuno parla del personale in appalto della provincia, centinaia di lavoratori che rischiano di essere licenziati e per i quali non è prevista alcuna tutela. Forse prima bisognava risolvere questi problemi e poi pensare a come fare i tagli senza lasciarsi prendere da nessun furore ideologico e poi pensare anche alle guerre di campanile che hanno egemonizzato ogni discussione. Leggi tutto “Prc Livorno, sul riordino delle province”

Ciao compagno Piero..

 

dal Circolo PRC Rosignano

 

 

A poco più di un anno di distanza da quella tragica caduta alla festa di Rifondazione Comunista, Piero Taddei ci ha lasciati. La sua forte fibra si è infine arresa ai danni cerebrali gravissimi riportati nella caduta.  La scomparsa di Piero Taddei lascia un vuoto incolmabile nel cuore dei comunisti e di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato per il suo carattere schivo e riservato che lo rendeva però capace di assumere compiti e impegni di grande spessore.  Piero è stato un militante a tutto tondo, convinto che una linea politica non vada affermata solo verbalmente, ma realizzata nella pratica e nell’impegno personale quotidiani. Tanti anni fa, al momento della costruzione del “partito nuovo”, una sorta di nuova fondazione dell’allora PCI, Palmiro Togliatti spronava i militanti di allora a conoscere la linea del partito, a dedicare una parte del loro tempo alle attività del partito, e ,cosa strana in un uomo solitamente freddo e razionale come lui a” voler bene al partito” sentendolo non come una mera ,organizzazione politica ma come una comunità di uomini e donne uniti in un obbiettivo di giustizia sociale.  Ebbene Piero Taddei, ha incarnato tutto ciò; come centinaia di migliaia di altri compagni e compagne che hanno fatto grande il PCI, ha dato tutto se stesso ad un impegno e una causa che, nonostante le delusioni del presente, mantiene ancora viva la sua pregnante attualità.
Ciao Piero, ti sia lieve la terra e ti accompagni nel tuo ultimo viaggio quella bandiera rossa che per tanti anni abbiamo insieme sollevato perché sventolasse, bella e ridente, sulle lotte dei poveri e dei lavoratori .

Le compagne e i compagni della Federazione della Sinistra di Rosignano

I grillini sono delusi di sinistra

di Marika Manti – web.rifondazione.it

 

 

L’analisi del voto siciliano effettuata dall’Istituto Cattaneo di Bologna restituisce una fotografia per molti versi sorprendente. Il Pdl è distrutto ma il Pd è dimezzato, altro che grande vittoria. L’unico vincitore è Grillo e i suoi voti vengono per lo più dai partiti del centrosinistra e non dall’astensione.
L’istituto bolognese ha confrontato il numero assoluto dei voti con le ultime elezioni regionali del 2008. Tutti i partiti soffrono l’enorme percentuale degli astensionisti.
Ma il crollo maggiore è quello del Pdl che ha perso quasi tre quarti degli elettori passando da 900.000 voti a 270.000 (-72,5%), e il confronto non cambia di molto se si considerano la lista per Lombardo presidente che nel 2008 prese 119.000 voti (pareggia solo i 107.000 voti ottenuti dalla lista per Musumeci presidente). Ma se il Pdl ha perso, il Pd non ha vinto. I democratici sono passati dai 505.000 voti del 2008 a 257.000 (-49%). Risultato che non cambia anche aggiungendo le liste legate al candidato presidente. A sinistra del Pd hanno perso tutti. Fds, Sel e Verdi insieme hanno più che dimezzato i consensi rispetto al 2008 quando si erano presentati come Sinistra Arcobaleno. L’Idv, invece, guadagna qualcosina (circa 18.000 voti), ma il 2008 per il partito di Di Pietro in Sicilia fu una dei peggiori risultati elettorali di sempre. Non si salva neppure l’Udc che rispetto al 2008 scende in termini assoluti di 129.000 voti (-38%). L’unico vero vincitore è il Movimento 5 Stelle che passa da 46.000 a oltre 285.000 elettori con un incredibile aumento in percentuale del 515%. Se questa è antipolitica. Leggi tutto “I grillini sono delusi di sinistra”

La lezione da trarre dal risultato siciliano

di Gianluigi Pegolo

 

I risultati delle elezioni siciliane sono ormai chiari e non mancano i commenti. Anziché soffermarsi su ulteriori elaborazioni dei dati a disposizione, e in attesa di eventuali analisi dei flussi che potrebbero mettere in evidenza dinamiche al momento non evidenti, conviene ora approfondire le implicazioni del voto sul piano generale e per ciò che attiene, nello specifico, alle forze di sinistra.
Partiamo dal risultato generale. Esso mette in luce, da un lato, una crisi senza precedenti nel rapporto fra cittadini e politica (testimoniato dalla grande crescita della già elevata astensione) con una forte spinta verso posizioni di contestazione radicale dei partiti (ben espressa dal grande consenso ottenuto dal Movimento 5 stelle).
Questo terremoto politico fa saltare la governabilità e il bipolarismo. La vittoria di Crocetta non garantisce un quadro politico stabile e la formazione della maggioranza implicherà, con tutta probabilità, un accordo con altre forze moderate, probabilmente con gli eredi di Lombardo. La vittoria della coalizione PD-UDC, inoltre,  è il prodotto più della rottura del centro destra che di una crescita dei consensi elettorali. Quello che si è verificato è stato, infatti, la tenuta in peso percentuale di PD e UDC, in ragione di un calo di voti  inferiore  a quello del  PDL, che invece subisce un vero e proprio crollo. A sinistra il risultato decisamente negativo è sia conseguenza dello tsunami dell’antipolitica (si guardino i risultati di Palermo e li si confronti con quelli delle recenti comunali), sia di evidenti errori (dalla presentazione di due liste, anziché di una sola, al cambiamento in corsa del candidato presidente). Leggi tutto “La lezione da trarre dal risultato siciliano”