Federazione Sinistra Livorno PRC-PDCI: Replica alle dichiarazioni di La Russa

Le parole enunciate dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa durante la sua ultima visita a Livorno, sono di una gravità senza precedenti, a maggior ragione per un ministro della Repubblica Italiana.
Sappiamo bene qual è la provenienza culturale e politica del Ministro, noto ex-picchiatore fascista, perciò non ne siamo più di tanto sorpresi. Ma non per questo possiamo rimanere indifferenti di fronte a dichiarazioni indegne e lesive di principi della carta costituzionale nata dalla Resistenza.
La natura antifascista della nostra città e il contributo fondamentale che Livorno ha dato alla lotta contro il fascismo (F.lli Gigli, Barontini, Marruci etc etc) ci fa logicamente pensare che tali dichiarazione non sono altro che una infame provocazione, uno schiaffo alla comunità livornese.
Citare la FLOTTIGLIA X MAS come un modello ed esaltare il suo operato rappresenta un oltraggio a tutti quei resistenti che consacrarono la loro vita alla lotta contro il Nazifascismo per restituire l’Italia alla democrazia e alla libertà. Le torture indicibili e gli eccidi di cui si macchiarono i componenti della X MAS, la Guardia Nazionale Repubblicana di Salò e le SS non possono essere dimenticate. Come non possiamo permettere che il revisionismo continui a stravolgere sempre più la verità storica, riabilitando assassini e massacratori. Lanciamo, quindi, un appello a tutte le forze politiche, sociali, alle associazioni antifasciste e a tutti quei cittadini che intendono ripudiare ogni forma vecchia e nuova di fascismo e che vogliano operare per il rispetto e l’attuazione della Costituzione repubblicana, affinché si possano unire le energie per promuovere iniziative comuni che sappiano rispondere con fermezza a parole che in un qualsiasi altro paese democratico non potrebbero avere altra conseguenza che le immediate dimissioni del Ministro La Russa.
 
Livorno, 27 dicembre 2009

Lettera aperta

Ai Rappresentanti Istituzionali

Al Comandante del 187° Reggimento Paracadutisti “Folgore”

 

Egregi Rappresentanti Istituzionali,

Egregio Comandante,

 

Come ogni rappresentante popolare e militare sa, avendo prestato solenne giuramento sulla nostra Costituzione Antifascista, le libere istituzioni repubblicane e la stessa dignità nazionale trovano il loro fondamento storico, politico ed etico nella guerra di Resistenza del nostro popolo e nella sconfitta del fascismo. Senza la Resistenza, dell’immagine del nostro paese non resterebbe che infamia e vergogna per le sofferenze e la schiavitù portate a tutti i popoli (compreso il nostro) aggrediti dall’imperialismo fascista. Lo stesso vale per il nostro esercito.

Al di là del rispetto dovuto e riconosciuto per l'”eroismo” tragico di molti e per il doloroso ricordo delle tante vittime, anche militari, dell’avventurismo del Duce e dei suoi accoliti, noi siamo fortemente preoccupati che dietro la celebrazione della Battaglia di El Alamein che avete organizzato nella città di Livorno, non emerga neanche quest’anno, nonostante le polemiche e contestazioni che da tempo circondano questa manifestazione, la volontà da parte degli organizzatori di mandare un messaggio di chiarezza alla nostra città sul significato di questa giornata.
Vi chiediamo quindi di esprimere con nettezza, di ribadirlo se pensate che questo sia comunque implicito nelle vostre azioni e nelle vostre espressioni, il giudizio di netto ripudio del regime dittatoriale che portò al disastro di El Alamein.
Pensiamo sia dovuto alla sensibilità della maggioranza dei livornesi, pensiamo sia dovuto anche per dare il giusto senso alla stessa manifestazione di oggi.
Perché, al di là delle volontà degli organizzatori, oggi arriveranno allo Stadio Comunale di Livorno anche quanti rivendicano, pure attraverso El Alamein, la loro continuità ideale e politica con un passato di oppressione e morte.
Il comando, gli organizzatori, i partecipanti alla manifestazione soprattutto istituzionali, non possono chiudere gli occhi di fronte a questo fatto che apre una contraddizione con la città di Livorno, medaglia d’argento della Resistenza, che solo chi organizza può risolvere.
Allo stesso modo, conformemente al dettato costituzionale, siamo a rivendicare l’applicazione dell’art. 11 della Costituzione Repubblicana che esprime il ripudio da parte del nostro paese della guerra e quindi a ribadire la nostra totale disapprovazione della nostra presenza militare in Afghanistan che troppi morti e sofferenze sta provocando tra le popolazioni civili e gli stessi militari italiani. Per questo siamo a chiedere di nuovo il ritiro immediato delle nostre truppe da quella zona di guerra.

Livorno, 14 novembre 2009

Alessandro Trotta

(segretario PRC – fed. di Livorno)

Libertà per i compagni arrestati!

COMUNICATO STAMPA

 

10 novembre 2009

 

Nell’ambito dell’inchiesta per i fatti di Pistoia dell’11 ottobre questa mattina (9 novembre) all’alba la polizia ha perquisito le abitazioni di due compagni del Movimento antagonista livornese notificando ad entrambi la misura degli arresti domiciliari.

I due compagni erano tra coloro che risultavano già denunciati l’undici ottobre stesso quando furono prelevati dall’assemblea pubblica a cui stavano partecipando.

È bene ricordare le circostanze in cui 8 compagni furono denunciati e 3 arrestati – dei tre i due compagni di Livorno, Elisabetta e Alessandro, furono messi agli arresti domiciliari dopo alcuni giorni. Quel giorno le forze di polizia sotto il comando della questura di Pistoia perquisirono il circolo Arci “Primo maggio”, dove era in corso un’assemblea regionale contro le ronde, senza mandato. Furono tutti prelevati e tenuti 10 ore nella questura di Pistoia, al termine della quali gli arrestati furono tre, due compagni del MAL e il segretario regionale dei CARC. Alcuni giorni dopo ai due compagni livornesi vennero concessi gli arresti domiciliari mentre per Alessandro La Malva veniva confermato il carcere; Alessandro è ancora in attesa di ricevere l’autorizzazione dal PM affinché la sua famiglia possa ricevere l’assegno di mobilità indispensabile alla loro sussistenza.

Oggi – a quasi un mese da quei giorni – l’ennesima doccia fredda con l’arresto, ai domiciliari, dei due compagni del MAL. Non riusciamo a capire lo scopo di queste ulteriori misure, ci troviamo del tutto sorpresi. Escludiamo che siano emerse nuovi fatti e nuove prove contro i compagni ma a questo punto è del tutto necessario che gli organi preposti informino l’opinione pubblica del loro operato dato che l’informazione su questo è stata pari a zero, in ogni caso a noi pare evidente la loro estraneità  alla vicenda della devastazione della sede fascista; pericolo di fuga (?!) dopo un mese?

Questi interrogativi hanno bisogno di risposte.

Se non risultassero immediate evidenze oggettive, come non risultano, siamo portati a pensare  che i provvedimenti abbiano una chiara matrice politica. Si tende ancora colpire una realtà da anni impegnata nella difesa della costituzione repubblicana, nella difesa dei valori dell’antifascismo e nella difesa dei lavoratori e dei più deboli. Appare come un atto chiaramente repressivo, contro un parte politica ben definita.

Questi fatti, che vanno ad aggiungersi a quanto successo a Massa, Lucca e Firenze, mirano a rompere il tessuto di coesione sociale alla base della convivenza civile e democratica, nel confermare il proprio impegno antifascista, il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti italiani ribadiscono che le forze dell’ordine e la magistratura farebbero bene a perseguire coloro i quali ogni giorno calpestano la Costituzione e che rievocano in molteplici forme quel regime fascista che trascinò nel terrore e nella violenza il nostro Paese.

Facciamo appello a tutte le forze democratiche affinché prendano posizioni chiare e nette a favore della liberazione di questi ragazzi ingiustamente detenuti e che si adoperino perché questo avvenga. Come Partiti sosterremo ogni mobilitazione democratica per raggiungere questo obiettivo, al fine di ottenere verità e giustizia su quanto accaduto, durante e dopo l’irruzione delle forze dell’ordine al Centro “Primo Maggio” di Pistoia.

 

Ugo Bazzani – Segretario federazione PRC di Pistoia

Tiziana Bartimmo – Capogruppo PRC-PdCI Comune di Livorno

Bianca Bracci Torsi – Direzione nazionale PRC, resp. nazionale antifascismo PRC

Lorenzo Cosimi – Consigliere comunale PRC-PdCI Livorno

Stefano Cristiano – Segretario reg. toscano del PRC

Ilicia Di Ienno – Resp. regionale toscano antifascismo PRC

Italo Di Sabato – Osservatorio sulla repressione

Niccolò Gherarducci – Coordinatore Giovani Comuniste/i Livorno

Alessandro Leoni – CPN PRC, resp. nazionale Apparati dello Stato PRC

Aldo Manetti – Consigliere regionale toscano del PRC

Michele Mazzola – Segretario federazione PdCI di Livorno

Gianluca Schiavon – Responsabile nazionale Giovani Comuniste/i

Giacomo Serini – Coordinatore FGCI Livorno

Alessandro Trotta – Segretario federazione PRC di Livorno

COMUNICATO STAMPA – Basta repressione, libertà per i compagni!

La politica fascista e repressiva sta avanzando ormai da tempo,si è imposta ancora una volta domenica 11 ottobre a Pistoia con l’arresto ingiustificato di due compagni del MOVIMENTO ANTAGONISTA LIVORNESE e di un altro compagno.

Come giovani comuniste/i livornesi chiediamo, vista l’evidente estraneità dai fatti dei compagni, l’immediata scarcerazione di coloro che sono le vittime di queste vicende.

A pochi giorni dalle sentenze sui fatti di Genova, dove si puniscono con pene esemplari i ragazzi e le ragazze che manifestavano contro il G8 mentre si assolvono i mandanti di quella che – a detta di alcuni appartenenti alle forze dell’ordine – fu una “macelleria messicana“, l’episodio di Pistoia si fa ancora più grave e significativo.

Non solo non si impedisce la nascita e la proliferazione di gruppi fascisti – come tra l’altro prescrive il nostro ordinamento giuridico – ma addirittura, e purtroppo non è un caso isolato, si vanno a colpire persone che ogni giorno lavorano e lottano per la promozione delle libertà, dell’uguaglianza e che agiscono proprio nello spirito della nostra Costituzione.

Ancora una volta la pomposa macchina repressiva dello Stato ha inteso colpire degli innocenti, dei compagni, per difendere indegni fascisti che fanno dell’odio e della xenofobia la loro ragione di vita. La presenza di un consigliere comunale del PdL in quella sede conferma che il cordone ombelicale tra neofascisti e destra istituzionale non si è, ma era prevedibile, ancora rotto

I comunisti e le comuniste hanno fondato col sangue di migliaia di compagni e compagne questa Repubblica e hanno firmato la Costituzione repubblicana, ricordiamo in proposito che Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, era comunista; deve essere chiaro che lotteremo oggi più di allora per difenderla e farne rispettare le leggi.

I Giovani Comunisti di Livorno esprimono la loro massima solidarietà ai compagni/e Alessandro, Elisabetta e Alessandro ingiustamente arrestati e lotteranno affinché risulti immediato il loro rilascio.

LIBERI TUTTI E LIBERI SUBITO!!!

Giovani Comunisti Livorno

Comunicato Stampa PRC Pistoia

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – FEDERAZIONE DI PISTOIA

Il fatto accaduto alla sede del movimento neofascista Casa Pound è radicalmente estraneo alla nostra cultura e al nostro modo di intedere le battaglie culturali e politiche. Simili eventi alimentano un clima deletereo per la nostra città, con il solo risultato di regalare visibilità ad un movimento, Casa Pound, che per quello che ci riguarda esprime una cultura e un progetto politico antidemocratici e autoritari che rigettiamo senza mezze misure.

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