Appelli italiani e blog cinesi: la verità sugli scontri tra monaci e polizia non è una sola. A Pechino monta il risentimento contro il “complotto occidentale”
di Cecilia Tosi
da Left
Domenico Losurdo, ma anche Sergio Romano. Gianni Vattimo, ma anche Luciano Canfora. Non è la lista dei candidati del Partito democratico, ma quella dei firmatari di un appello che invita tutti a protestare contro «un’indegna campagna di demonizzazione della Repubblica Popolare Cinese». Dopo le dichiarazioni di solidarietà arrivate ai ribelli tibetani da ogni parte del mondo, da altri fronti sono giunte le critiche a giornali e televisioni occidentali, ritenuti colpevoli di aver dato spazio solo a una delle possibili interpretazioni della verità. «La realtà – scrivono i firmatari dell’appello – è che nel suo folle progetto di dominio planetario, l’imperialismo mira a smembrare un Paese che da molti secoli si è costituito su una base multietnica e multiculturale», Più pacati, ma egualmente polemici, i toni degli interventi sul forum di Associna, l’Associazione italiana delle seconde generazioni cinesi: «Non riesco a capire ’sti monaci, le fede buddista li dovrebbe guidare verso la ricerca di sè stessi, la meditazione e vivere lontano dalla politica. Perché devono fare politica?» scrive “Jie”. «Altro che pacifisti questi monaci», concorda “Zsw”, «bruciano auto della polizia e negozi, ci manca solo che fanno attentati. Non vi pare che siano per di più estremisti?».