I dieci giorni che sconvolsero il mondo: 93° anniversario della rivoluzione d’ottobre

Riportiamo qui un articolo di Alexander Hobel, scritto in occasione del 92° anniversario della rivoluzione e pubblicato lo scorso anno su www.lernesto.it ma ancora oggi, ad un anno di distanza molto attuale, così come rimangono attuali ed eterne le idee e le convinzioni che spinsero uomini e donne a compiere la più importante rivoluzione della storia contemporanea: la Rivoluzione d’ottobre.

Perché ricordiamo la Rivoluzione d’Ottobre
 
di Alexander Höbel
 
A 92 anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, qualcuno potrebbe chiedersi (e chiederci) perché celebriamo ancora quell’evento. A parte il fatto che anche date come il 14 luglio 1789 continuano a essere giustamente ricordate e celebrate, il punto centrale è un altro; e cioè che continuiamo a pensare che quell’evento abbia cambiato la storia del mondo, e che i suoi insegnamenti – e in generale la lezione del leninismo – siano tuttora fondamentali.
 
Tanto per cominciare, non si ricorderà mai abbastanza il fatto che quella Rivoluzione nacque in opposizione al massacro della guerra imperialista – la I Guerra mondiale – che stava devastando il mondo, trasformò l’ennesimo macello prodotto dalle logiche del capitale in un’occasione di trasformazione sociale, e costituì la leva essenziale della dissociazione della Russia – ormai Russia dei soviet – da quella “inutile strage”, giungendo a una pace giusta e senza annessioni (anzi, con la perdita di rilevanti pezzi di territorio), con un gesto che valeva molto di più delle vuote invocazioni pacifiste di tante forze democratiche e socialiste, cui poi non corrispondevano scelte conseguenti. Gli altri decreti varati all’indomani della Rivoluzione – quelli sulla terra ai contadini, la nazionalizzazione dei grandi impianti, il potere dei soviet, il rispetto delle nazionalità e il criterio della libera adesione al nuovo Stato – costituirono le prime realizzazioni di quegli obiettivi che i bolscevichi avevano proclamato prima della presa del potere: anche in questo caso,
una coerenza tra il dire e il fare, che accrebbe grandemente il consenso popolare.
  
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Gaia Scienza: Il Sarto di ULM

Se l’artigiano del 1592 che voleva volare si sfracellò sul selciato, tuttavia alcuni secoli dopo l’uomo riuscì nell’impresa. Allo stesso modo se il PCI è morto da tempo, questo non vuol dire che gli eredi del sarto di Ulm non potranno infuturo riprovarsi a volare, utilizzando le potenzialità inespresse, non sviluppate, di un partito scomparso
prematuramente

Federazione della Sinistra Coordinamento Toscano
Gruppo Consiliare PRC-PDCI Comune di Livorno
 

 

  

 

 

Anniversario della nascita del PCI

            
     

    
      

 

Il Tirreno: 
Grande partecipazione al corteo per i 79 anni dalla fondazione del partito – Un lungo corteo per ricordare il Pci

LIVORNO. Grande partecipazione e lanci di fumogeni ieri pomeriggio al corteo per le vie del centro, promosso da vari movimenti e partiti della sinistra per l’anniversario della nascita del partito comunista.
 Il corteo per il 79º anniversario dalla nascita del Pci è partito alle 17 dal Goldoni, dove nel 1921, al momento della scissione comunista, era in corso il congresso del Partito socialista.
 Alla manifestazione hanno partecipato anche dipendenti di aziende in crisi, come la Telegate dove ben quattrocento lavoratori sono in attesa di conoscere il proprio futuro.
 Il corteo è stato monitorato dalle forze dell’ordine.

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La Nazione:
In mille al corteo per la nascita del PCd’I
– LIVORNO –
CIRCA UN MIGLIAIO di persone han¬no partecipato ieri pomeriggio alla ricor¬renza della fondazione del Partilo Comu¬nista d’Italia, ritrovandosi dapprima da¬vanti al Goldoni, dove hanno preso la pa¬rola Stefano Cristiano e Nino Fiosini (se¬gretari regionali di Re e Pdci) e alcuni la¬voratori di aziende in crisi, per poi sfilare lungo le vie del centro e arrivare infine al teatro San Marco dove nacque il Pei. Qui le conclusioni sono state affidate ai rap¬presentano degli organizzatori, ovvero i due partiti sopra citati e il «Centro politi¬co 1921.
PARTECIPATE anche le due cene che hanno visto la presenza di 200 persone di¬vise tra il centro sociale anziani di via de¬gli Asili e «Centro politico 1921» di via dei Mulini. Qui si sono anche esibiti due gruppi di musica folk e di canti di lotta.

 

 

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