Raccolta firme a favore della Patrimoniale

Sabato 24 settembre 2011
Ecco in breve, una mattina di lavoro, degli attivisti p.r.c. Livorno
Zona mercato centrale Livorno, i compagni dei circoli, Centro e S. Jacopo, di Rifondazione Comunista, hanno raccolto 200 firme, a favore della PATRIMONIALE, non avevamo braccia, la gente si accalca per firmare, molti si fermano e voglio interloquire, si parla del governo e le leggi che sono e stanno approvando, la popolazione vuole sfogarsi, chiede sempre L’unità della sinistra, ma per protagonismo di molte realtà non permette l’unità, occorre un po’ di umiltà.

In memoria di Edda Fagni

Autore: Alessandra Mancini Titolo: Edda Fagni l’innovazione pedagogica. Editore: Edizioni del Boccale

Anno di pubblicazione: 2010: Luogo di pubblicazione: Livorno, Numero pagine: 111

Introduzione di: Antonio Santoni Rugiu

La costante azione pedagogica di Edda Fagni contro le discriminazioni sociali, l’integrazione di quei bambini, e delle loro famiglie, che nella mentalità comune erano considerati marginali negli anni ’60-’70, nonostante l’epoca di rivoluzioni storico, culturali, legislative.

Una didattica scolastica incentrata sulle risorse degli alunni, sulle loro capacità fantastiche, creative, sulla possibilità di tentare, provare, inventare soluzioni (“problem solving” è il termine tecnico). Senza dubbio Edda Fagni è stata un’anticipatrice dei tempi: adesso le sue pratiche sono di uso comune. Lei le elaborò ispirandosi a grandi pensatori e, tra tutti, Gianni Rodari è quello a cui ho preferito confrontarla.

Aspirava ad una qualità più alta dell’istruzione e dei servizi socio-educativi, entrambi più adeguati ai ragazzi diversamente abili, e contemporaneamente ad una maggiore qualificazione delle diverse tipologie professionali impegnate in tali contesti, incentivando un contributo alla formazione ed all’occupazione lavorativa.

Come Assessore all’Istruzione del Comune di Livorno cercò di migliorare varie tipologie di servizi, analizzandole sotto varie sfaccettature e conducendoli ad un progresso in cui il rapporto qualità/costi fosse finalizzato alla realizzazione dei più alti principi pedagogici: ogni percorso si risolse in un successo, non senza le dovute difficoltà, trattandosi di sperimentazioni.

Le sue scelte politiche furono sempre finalizzate a questi obiettivi e si concretizzarono nell’iscrizione al Pci ed a Rifondazione Comunista. Con i “compagni” presentò svariati disegni di legge (Consiglio Comunale, Consiglio Regionale, Camera dei Deputati, Senato), ma non solo con loro: credente e laica allo stesso tempo, seppe collaborare in maniera eccelsa anche con i colleghi di altre forze politiche.

Questo libro è il sunto di una ricerca tesa ad evidenziare i suoi interventi nei dibattiti ma anche i suoi pensieri negli appunti personali. Leggendolo appare chiara la sua capacità di confrontarsi e criticare, anche se stessa, senza alcun timore di esprimere la propria opinione.

La Prefazione è del Prof. Antonio Santoni Rugiu (ex-magistero di Firenze, ambito storico-pedagogico), con il quale collaborò per la stesura dell’opera “Giorni di scuola” e del libro “Insegnamento come animazione”. L’applicazione dei concetti espressi in quest’ultimo vengono spiegati in appendice da Mauro Pardini (psico-pedagogista noto agli insegnanti e all’utenza scolastica).

Iniziativa 12 Febbraio – Contro l’occupazione israeliana

Boicottiamo l’economia dell’occupazione israeliana e l’economia dell’apartheid!
Il boicottaggio è una forma di protesta e di pressione che va usata contro chi con la forza espropria i popoli della loro libertà e sfrutta le risorse degli altri adottando politiche coloniali e sradicando popolazioni intere dalle loro terre per costruire nuove colonie illegali. Questo è quanto accade al popolo palestinese per mano di Israele.
Oggi davanti agli occhi del mondo il governo coloniale israeliano mette sotto completo assedio la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, costringendo oltre un milione e mezzo di persone a vivere nella più grande prigione a cielo aperto del mondo, impedendo il passaggio costante e sufficiente dei generi di prima necessità.

Il governo israeliano imprigiona migliaia di persone (circa 11.000), costruisce quotidianamente colonie illegali, distrugge case e terreni coltivati, attua sistematicamente una vera e propria pulizia etnica con metodi criminali, usa contro il popolo palestinese armi non convenzionali al fosforo bianco.

E’ chiaro che lo stato sionista di Israele, sin dalla sua nascita, altro non è che il baluardo degli interessi imperialisti in tutta la regione del Medio Oriente, rappresentando realmente la punta dell’iceberg del vecchio/nuovo colonialismo che mira allo sfruttamento globale dei popoli e delle loro risorse.

Oggi vogliamo invitare chi lotta contro tutte le ingiustizie ad unirsi a noi per una campagna di efficace boicottaggio dello stato di Israele, al fine di isolare la sua economia di guerra e di apartheid, di ottenere la liberazione di tutti i prigionieri politici e l’autodeterminazione del popolo palestinese.

SABATO 12 FEBBRAIO 2011, alle ore 14.00 INIZIATIVA NAZIONALE A LIVORNO AL TERMINAL PASSEGGERI DI FRONTE A PIAZZA DEL LUOGO PIO, PORTO CHE OGNI MESE VEDE APPRODARE DECINE DI NAVI MERCANTILI ISRAELIANE

90° anniversario della nascita del PCd’I

di Frida Nacinovich

La nascita del Pci, la sua morte, il presente. Il mare e la neve, Livorno a gennaio. Agenti di polizia che fermano l’automobile perché è lunga e vecchia. “Sa com’è, una Mercedes così dà nell’occhio”. Non ci sono malintenzionati a bordo, c’è il segretario di un partito comunista, molto più piccolo di quello che fu. Rifondazione comunista. Scena di segno opposto, poco dopo, in pizzeria. C’è grande lavoro, dai forni escono teglie di torta di ceci una dopo l’altra, schiacciate, pizza. I clienti sono in fila, aspettano il loro turno, contenti se ne vanno con il “cinque e cinquanta” (“non chiamatela schiacciatina con la cecina, così la chiamano i pisani”), con il quarto di pizza e visto che è sabato anche un quartino di vino. Con questo freddo non fa male. Il comunista Paolo Ferrero viene riconosciuto, una stretta di mano, un in bocca al lupo e oggi offre la pizzeria. Si pagherà la prossima volta, che tanto arriverà. Novant’anni fa in questa città che odora di salmastro nasceva il partito comunista italiano, ora non esiste più ma ha lasciato il segno. Un’idea, una visione delle cose, la richiesta di giustizia sociale. Il centro artistico il “grattacielo”, un teatro nel cuore della città, è pieno di bandiere rosse. Qui ci sono donne e uomini che non ci stanno a far riscrivere la storia da Silvio Berlusconi et similia. Il Cavaliere chiama comunisti i giudici che lo vogliono processare, chiama comunisti Massimo D’Alema e Walter Veltroni, chiama comunisti tutti quelli che non la pensano esattamente come lui. Anche a Barck Obama danno del comunista, sono quelli del tea party. “You are a comunist”. Non è vero. “La dissoluzione del partito comunista italiano ha fatto venir meno un linguaggio”, osserva il professor Umberto Corpi, che ci tiene a ricordare la sua tessera del Pci del 1956. “Oggi ci accusano di essere conservatori, i riformisti sarebbero quelli che vogliono far pagare il costo della crisi ai lavoratori. Un mondo stravolto”. Un mondo capovolto. Dalla crisi del capitalismo alle le ragioni del comunismo. “Perché la memoria – speiga ancora Carpi – deve essere un ottimo documento per la storia, altrimenti tutto può essere riscritto”. L’economista Vladimiro Giacché è abile nello spiegare le ragioni di una crisi, che “non può essere affrontata con il liberismo debole del Pd, e neppure con la decrescita felice. Perché lo sviluppo non va di pari passo con l’equità. Anzi, succede il contrario. L’indice che misura le diseguaglianze è alto, altissimo”. Di qui un’antica ricetta mai smentita dai fatti, come dimostrano anche gli aiuti tedeschi e francesi ai rispettivi settori automobilistici. “Rilancio del ruolo dello stato in economia. Non esiste una ricerca empirica che dimostri che un’azienda privata funzioni meglio di una pubblica”. La sala del teatro si riempie di attenti ascoltatori, nonostante i disagi del maltempo e un’orario – le 10 del mattino di sabato – molto comunista e molto poco comodo. Paolo Ferrero racconta in modo logico, passo dopo passo, “la crisi del capitale, che non è congiunturale ma strutturale. La stagnazione economica, che si accompagna alla difficoltà di reperire le materie prime. E la scarsezza delle risorse porta con sé una tendenza alla guerra”. Il segretario di Rifondazione comunsita non è ottimista, anzi: “Non c’è nessuna ragione per cui nei prossimi dieci anni l’Italia possa uscire dalla crisi in cui è oggi”. E c’è un perché: “L’offensiva di Berlusconi e di Marchionne vanno di pari passo. Il primo conquista voti con un’informazione manipolata e forte del consenso si sente in diritto di zittire i magistrati, pagare minorenni, fare quel che vuole. Un sovrano senza vincoli esterni. Il secondo pensa che il padrone di una fabbrica abbia il diritto di imporre con la forza del ricatto occupazionale le proprie regole. O ti fai toglere diritti o perdi il posto di lavoro imporre con la forza del ricatto fatto che quei lavoratori bisogno di lavoro tu li possa ricattare e togliere diritti.

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