Presentazione del libro “L’utopia della base”

dal Dipartimento della Cultura

 

Saranno gli autori, Francesco Corsi, Pietro Peli e Stefano Santini, a presentare il libro dal titolo “L’utopia della base”.
L’iniziativa avrà luogo mercoledì 23 maggio p.v. alle ore 17,00 presso i locali della libreria Gaia Scienza.
Interverrano Catia Sonetti ( direttrice Istoreco ) e Luca Lenzini (Centro studi “Franco Frontini”).
Coordina i lavori, Antonio Parenti, Responsabile Dipartimento Cultura del PRC di Livorno.

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Testimonianze: 12 maggio 2012, inizia la riscossa!!

di  Silvia Gesess *

 

Forse, come ha detto anche Paolo Ferrero nel suo applauditissimo intervento, non ci credevamo neanche noi. Non sembrava possibile riuscire a portare oltre 30 mila persone a sfilare per le vie di Roma; è successo, invece, lo scorso 12 maggio.
I No Tav, l’Unione Inquilini, il Comitato Acqua Bene Comune, la delegazione dell’Italia dei Valori e soprattutto tante comuniste e comunisti hanno dato vita ad una bellissima manifestazione, pacifica e appassionatamente convincente.
Sotto un bellissimo sole l’onda dell’opposizione rossa – rossa ( come l’ha definita Il Manifesto ) ha marciato tra musica e slogan da Piazza della Repubblica al Colosseo dove era stato allestito il palco per gli interventi politici e musicali.

“Dopo quattro anni infernali di umiliazioni è giunto il momento del riscatto”. Così, dopo aver ringraziato tutti i presenti è iniziato l’intervento di Oliviero Diliberto; ha proseguito poi sottolineando l’importanza politica e sociale che i comunisti hanno avuto e hanno ancora oggi in Italia, dalla Resistenza alle lotte operaie degli anni ’60 e ’70 del novecento, alle grandi battaglie progressiste, ribadendo che “Non possono essere certo dei comici miliardari a darci lezione di morale, perché non è vero che i partiti sono tutti uguali: noi siamo diversi, è la storia che lo testimonia ! ”. Leggi tutto “Testimonianze: 12 maggio 2012, inizia la riscossa!!”

Scuole d’infanzia a Livorno: interpellanza

Gruppo PRC – PDCI

 

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale

La notizia della richiesta di statalizzazione di tre scuole d’infanzia da parte del Comune di Livorno, non ci stupisce.
E’ frutto di una tendenza che viene da lontano e che punta a ridimensionare il ruolo del Comune nella gestione dei servizi educativi.
Oggi, questa tendenza rischia un’accelerazione dovuta al blocco governativo alla sostituzione del personale delle scuole d’infanzia.
Un tema squisitamente politico e di rilievo nazionale.
E’ l’effetto – anche qui – dei tagli profondissimi alla spesa sociale che il Governo dei tecnici sta portando avanti, cercando d’imporre la stessa filosofia anche alle autonomie locali.
Le difficoltà finanziarie dei Comuni, insieme al patto di stabilità, rappresentano una tenaglia che rischia di cancellare il patrimonio di lavoro pubblico e di servizi accumulato dai Comuni dal dopoguerra fino ad oggi.
Di fronte a questo scenario drammatico, non ci sono scorciatoie, se vogliamo dare una risposta vera alle decine di famiglie che oggi stanno protestando, contro la cancellazione di importanti servizi comunali.
Non è una scorciatoia la statalizzazione. Da un lato per i problemi di merito di questa proposta, ben sottolineati dalle famiglie, dall’altro perché non ci sembra che questa proposta possa avere la forza di costringere il Governo a passi indietro, se invece fosse questa la motivazione per cui tanti Comuni si sono affrettati ad avanzare questa richiesta. Tenuto conto che in piena tempesta “spending review” che porterà ad un nuovo bagno di sangue per molti servizi, sembra difficile che lo Stato possa a farsi carico di costi aggiuntivi, visto che anche la Scuola sarà chiamata a pagare dazio per recuperare i 4 miliardi e mezzo di euro di minori spese previste per il 2012.
Meno che mai è una scorciatoia la consegna ai privati della gestione dei servizi educativi, ma significherebbe scaricare sui bambini e le famiglie i costi di una scelta che si tradurrebbe in minore qualità e maggiori costi per gli utenti.
E’ che in gioco è il diritto allo studio e, con esso, il futuro della nostra società.
Non ci sono alternative, occorre che la protesta sociale si allarghi in città, perché quello che oggi investe alcuni diventerà a breve il problema di tutti, e che essa s’indirizzi nei confronti del Governo per costringerlo ad eliminare blocco alle assunzioni.

Ed il Consiglio Comunale e le forze politiche, che a Livorno nicchiano ed a Roma appoggiano l’azione di Monti, invece di assistere muti a quanto sta accadendo, trovino il coraggio di sostenere e rappresentare questa protesta.
Questo atteggiamento ci meraviglia ancor di più tenendo conto che i servizi all’infanzia del Comune di Livorno sono sempre stati riconosciuti anche a livello nazionale, un fiore all’occhiello dell’amministrazione.

Per questa ragione, il gruppo consiliare comunale PRC-PDCI interpella il Sindaco e la Giunta per conoscere se intende perseguire questi obiettivi e far valere il ruolo e la dignità dell’Ente che rappresentano o se intendono continuare a governare semplicemente il progressivo smantellamento dei propri servizi.

Livorno, 12 maggio 2012

p. il Gruppo PRC – PDCI
Tiziana Bartimmo

Dall’Europa all’Italia: analisi politica del voto

FdS – Comunicato stampa

 

Dal voto francese e greco e inglese viene la sconfitta delle politiche liberiste, come del resto era accaduto in Spagna; il voto francese premia una forza di opposizione che si presenta come alternativa .
Bersani che cerca di appropriarsi della vittoria di Hollande dovrà spiegare quanto l’equità di Monti assomigli alla eguaglianza dei socialisti francesi,quanto rinegoziare il fiscal compact si sposi col voto nel Parlamento italiano all’introduzione nella Costituzione del pareggio di bilancio.
La responsabilità delle forze politiche che si ispirano alla Sinistra Europea esce dal voto riconosciuta ed accresciuta. In Francia dove la  ispirazione unitaria e responsabile del Front de la Gauche è stata decisiva per la vittoria delle sinistre e lo sarà per incalzare Hollande e i socialisti al rispetto dei loro impegni; in Grecia dove  Syriza diventa il secondo partito del paese ed il partito comunista greco registra una sostanziale avanzata in termini di voti assoluti e di rappresentanza parlamentare.
I risultati delle amministrative italiane esprimono orientamenti analoghi.
Premesso che non va fatto l’errore di proiettare questi dati in elezioni politiche; (precedenti esperienze ci devono vaccinare, a questo riguardo) in Italia l’effetto marmellata (tutti eguali) accentua l’antipolitica che ha il suo sbocco nell’aumento delle astensioni.
Il PD si giova di una rendita di posizione che non nasconde il calo di consensi in voti assoluti, l’ ambiguità della sua politica (D’Alema può resuscitare la fotografia di Vasto,ma se questo non significa la fine,qui ed ora,  dell’appoggio a Monti è puro politicismo).
Da Roma a Palermo, a Genova, a Milano a Cagliari,a Bari,a Livorno il PD mostra la sua incapacità di esprimere un ruolo di guida di una coalizione; il  centrosinistra è finito.
La sconfitta del PDL e del Terzo Polo mina le basi politiche del governo Monti.
In questa situazione di vuoto si insinua ,come in altri momenti, la provocazione del terrorismo.
Nel panorama politico uscito dal voto, nuove responsabilità e  spazi di manovra si aprono per la Federazione della Sinistra; anche a Livorno dove la crisi della (ormai abbondantemente ex) maggioranza politica uscita dal voto assume aspetti di rissosità, tali da creare nuovo discredito sulle Istituzioni e conseguente nuova disaffezione dei cittadini.
L’ Amministrazione Comunale si muove al di fuori di ogni filo di coerente programmazione,l’estemporaneità è la norma: dai rifiuti (il TVR cavato dal cilindro in questi giorni insieme alla terza linea), all’evidente mancato raccordo tra Piano Strutturale e Piano Regolatore generale del Porto, alla divaricazione continua e ripetuta tra indirizzi di governo locale e quelli regionali. Le iniziative della Magistratura di questi giorni mettono alla luce preoccupanti fenomeni di non governo del territorio: l’autore del Piano vigente declina ogni responsabilità rispetto all’immissione nel Regolamento urbanistico della facoltà di edificare in aree tutelate.
La Federazione rilancia il proprio progetto con due iniziative: alla fine di maggio sui temi del Commercio, a i primi di giugno sul lavoro e sull’occupazione.

 

Coordinamento Federazione della Sinistra di Livorno

Quei ribelli degli europei

di Paul Krugman – Nobel per l’economia 2008 –

Dopo le elezioni che si sono svolte in diversi paesi europei, i tedeschi cercheranno di resistere il più possibile con la lora linea di ultra-austerità. Ma la vittoria di Hollande in Francia segna una svolta: sia l’euro che il progetto europeo hanno maggiori probabilità di sopravvivenza rispetto a qualche anno fa.

I francesi si stanno ribellando. E i greci fanno altrettanto. Era ora. Domenica, sia in Francia che in Grecia si sono tenute delle elezioni che erano in realtà dei referendum sull’attuale strategia economica dell’Europa – e in entrambi i casi gli elettori hanno risposto mostrando un deciso pollice verso. Non è dato sapere quanto tempo occorrerà prima che quei voti possano tradursi di fatto in una svolta nella linea politica, di certo però la strategia improntata alla “ripresa attraverso l’austerità” è ormai agli sgoccioli – ed è un bene che sia così.

Inutile dire che questo non è ciò che i soliti sospetti andavano affermando nel periodo che ha preceduto le elezioni. È stato piuttosto divertente osservare gli apostoli dell’ortodossia che tentavano di ritrarre il cauto, garbato François Hollande come una figura minacciosa. È «alquanto pericoloso», ha affermato The Economist, aggiungendo che [Hollande] «crede davvero nell’esigenza di creare una società più equa». Quelle horreur!

Di sicuro c’è che la vittoria di Hollande segna la fine del “Merkozy”: l’asse franco-tedesco che negli ultimi due anni ha imposto il regime di austerità. Una conseguenza che si potrebbe considerare “pericolosa” se quella strategia stesse dando dei frutti, o avesse quanto meno delle ragionevoli probabilità di darne. Ma non è così. È venuto il momento di guardare altrove. A quanto pare, gli elettori europei sono più saggi della loro élite politica. Leggi tutto “Quei ribelli degli europei”

Riflessioni sugli “esodati”

di Tiziana Bartimmo *

Riflessioni sugli “esodati” e sulla presentazione della mozione presentata da PRC in 3^ Commissione alla luce delle ultime note del Governo.

Ancora una volta il Governo dà dimostrazione di quanto sia lontano dai problemi dei lavoratori, e ormai nemmeno più li tratti solo come numeri, perché non riesce nemmeno più a fare i conti.
La ministra Fornero ha trovato risorse che coprono solo in parte il numero degli “esodati” e ha messo in atto la da noi temuta risoluzione dei 2 tempi, creando discriminazioni inaccettabili fra i lavoratori.
Il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista –PDCI ha presentato una mozione discussa il giorno 8 maggio in terza Commissione lavoro, sottoscritta anche da IDV e SEL e votata anche dal PD, proprio per tenere alta l’attenzione su un problema presente anche sul nostro territorio, dai risvolti importanti sia per i numeri che per il carattere dirompente nella vita delle persone.
Anche se il Comune non ha possibilità di entrare nella questione in  termini risolutivi, è importante che parta anche dai territori, che da parte loro dovranno sì chiarire le reali dimensioni numeriche,una rivendicazione verso una risoluzione da  parte del Governo, che non escluda nessuno.
La vicenda degli “esodati”, che non stanno facendo la traversata biblica, ma stanno vivendo un dramma sociale, ci deve anche far riflettere su tutti gli interventi che il Governo ha fatto sul sistema previdenziale, provvedimenti che hanno cambiato la vita delle persone, specialmente delle donne, e ricordare che sul tema c’è stata l’assenza di un tavolo di confronto col mondo sindacale. Ciò non ha quindi  nemmeno permesso di poter esaminare in maniera critica e tecnica, e di poter vedere tutti gli aspetti e le eventuali contraddizioni che la riforma   ha provocato. E’ questo che ha fatto sì che lavoratori che in qualche modo avevano fatto accordi, collettivi o individuali, con le aziende per uscire dal lavoro e agganciarsi alle pensioni si sono visti spostare l’obiettivo, rimanendo così senza lavoro e senza pensione.
Bisogna che il governo affronti di nuovo il problema e dimostri una buona volta di capire quali sono le conseguenze del proprio agire sulla pelle delle persone.

* Capogruppo in Consiglio comunale per Prc e Pdci