di Mauro Grassi *
In questi giorni sono apparsi degli articoli sulla stampa livornese che dimostrano che vi è una distonia fra la discussione del Piano Regolatore Portuale e le azioni quotidiane conseguenti. Dagli atti riguardanti la destinazione d’uso delle aree ex SEAL, che nella discussione aperta con la c.d. zonizzazione erano state individuate per realizzare la delocalizzazione del TCO, oggi non hanno più quella funzione. Scopriamo che l’Autorità Portuale ha pubblicato sull’Albo pretorio del Comune ed ha avviato una pratica per realizzare la richiesta di concessione delle aree in questione, le relative banchine ed altre aree limitrofe, avanzate delle Società BASE/TLPR spa e MESOL srl per realizzare alcune attività sostitutive al terminal delle rinfuse solide (TCO), creando incertezze sia per queste attività, sia per le prospettive dei lavoratori dipendenti di TCO. Le cose sono due: o è una bufala la realizzazione del Terminal Passeggeri, e qiundi non vi sarà ne l’ottimizzazione delle aree, ne la delocazzazione o altrimenti si vuole far chiudere il TCO: e conseguentemente mandare a casa i suoi dipendenti. L’impressione è che si giochi su più tavoli, perché sicuramente l’Autorità Portuale non può aver avviato questo atto senza un raccordo con le Istituzioni locali e la Regione. Fra l’altro queste attività, specialmente la raffineria di biodisel, potrebbero essere sorgere in area extra portuale ( pensiamo all’interporto) con un collegamento di tubazioni ad hoc che può essere effettuato con spese compatibili con un piano industriale, garantendo che l’investimento sia realizzato sul territorio livornese. Vediamo in questa operazione una ulteriore tendenza alla frammentazione e un capovolgimento funzionale nel quale si vorrebbero far nascere insediamenti industriali nel porto svuotandone la funzione commerciale e magari delocalizzare altre attività la cui funzione naturale è quella portuale. In quel lay out che viene indicato come Terminal Multipurpose esistono aree di proprietà della SPIL ( Comune di Livorno) che sono strategiche per realizzare il Piano Industriale della Compagnia Portuali, che le Istituzioni, le forze politiche di maggioranza e di minoranza e le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto, per fare uscire dalla crisi questa azienda che rappresenta un punto fondamentale per il porto e la città. Rispetto alla destinazione d’uso di queste aree il Comune e la sua controllata (SPIL) hanno altre idee? Invece di fare Consigli Comunali general generici, come l’ultimo che riguardava al portualità occorre che vi sia un approfondimento e soprattutto che si giochi a “carte scoperte”.
*Mauro Grassi – Segretario Circolo Portualità PRC Livorno