da Il Tirreno – Ott. 17
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Vogliamo esprimere la nostra totale solidarietà e vicinanza a Paolo Francini, lavoratore della Lucchini , impegnato in uno sciopero della fame in difesa della Siderurgia Piombinese e del posto di lavoro di migliaia di lavoratori impiegati nelle fabbriche. Il fatto che per ottenere attenzione ed ascolto, anche dai mezzi di informazione, rispetto ad una tragedia che rischia di coinvolgere intere comunità della Toscana si debba ricorrere a forme di lotta estreme ed individuali dà la misura della distanza della “ politica politicista” fatta di primarie e personalismi dalle condizioni materiali della grande parte dei cittadini. In questo quadro appare particolarmente grave e volgare l’attacco portato a Francini, operaio in produzione, dal Coordinatore della RSU Lucchini . Evidentemente costui, che ha organizzato ben altri spettacoli ad uso del suo partito e del Sindaco di Piombino , nonché già protagonista lui stesso di un’azione consimile, dovrebbe riflettere sul fatto che per evitare di aprire un serio conflitto sul destino della Lucchini e del territorio di Piombino e della Val di Cornia che abbia per protagonisti i lavoratori, si lascia avvicinare la sconfitta. Un attacco a Paolo Francini, da un così autorevole e rappresentativo del sindacato, espone inoltre il lavoratore ad ogni tipo di rappresaglia ed autorizza a qualsiasi azione repressiva.
di Gianluigi Pegolo *
Al di là della sceneggiata sulle preferenze, la nuova legge elettorale in gestazione è condivisa dalle principali forze presenti in Parlamento, dal Pd al PdL, dall’UdC alla Lega. La ragione principale è che questa accontenta un po’ tutti e, anzi, è stata concepita proprio come la risultante di una convergenza d’interessi, niente di più. In questa proposta non c’è, infatti, alcuna consapevolezza della crisi in cui versa la politica nel paese, né c’è il minimo bilancio delle precedenti esperienze fallimentari (dal “mattarellum” al “porcellum”), né tantomeno si tiene conto di elementari principi costituzionali. Il risultato è un brutto pasticcio, un sistema iniquo e, al tempo stesso, irrazionale, che ha pochi precedenti negli altri paesi, se non alcune somiglianze con la legge elettorale greca.
Il fatto grave è che nell’apatia generale, indotta dall’accrescersi del disagio sociale e dal montare di un rifiuto per la poliica, non vi è un’apprezzabile reazione nell’opinione pubblica, né tantomeno da parte degli ambienti intellettuali illuminati. Solo poche voci si sono levate in questi giorni per denunciare lo spettacolo avvilente di una legge elettorale concepita come risposta agli interessi contingenti di alcune forze politiche, senza alcuna coerenza con un disegno credibile di adeguamento del sistema istituzionale. Pesa non poco, nella reticenza generale, il calcolo opportunista sulle alleanze future che mette in secondo piano il giudizio di merito. A maggior ragione, quindi, occorre uscire dal coro ed esprimere una critica mirata. Leggi tutto “Una legge “ad personas””
di Silvia Gesess *
Appaiono leggere, inconsistenti e a tratti propagandistiche, sono queste le parole che a nostro giudizio meglio descrivono la posizione della Solvay in merito al presente e al futuro dello stabilimento di Rosignano.
Balza subito agli occhi la mancanza di rispetto verso le Istituzioni, viste come ostacoli allo “sviluppo” dei piani di Solvay. La strafottenza con cui ci si rivolge al Sindaco del Comune che da oltre 100 anni ospita questa azienda la dice lunga rispetto alla mentalità “alla marchionne” che Solvay ha. Quale futuro può avere lo stabilimento senza un legame vero con il territorio? E quale futuro può esserci senza il rispetto delle Istituzioni di questo territorio?
Stiamo ai fatti: Solvay utilizza oltre il 45 per cento della risorsa idrica della Val di Cecina, dati tratti dallo studio Cheli – Luzzati; in base a questo dato consigliamo all’azienda di informarsi bene, visto che i 6 milioni di metri cubi utilizzati da Solvay dichiarati dalla Huart diventano 11 ! E quindi se rapportati alla portata media annua del fiume Cecina non rappresentano più il 5 per cento bensì quasi il 10. Dovrebbe dirci l’azienda quanto avrebbe intenzione di prelevare ulteriormente dal fiume e con quali modalità. Il rimandare genericamente all’incontro con la Regione pare il voler fuggire dalla realtà e dalla situazione data. Leggi tutto “Michelle Huart e l’insostenibile leggerezza del pensiero Solvay”