Prc Livorno, sul riordino delle province

 

  • Documento politico

Il “provincione” che è venuto fuori dall’ultima operazione sul riordino delle province dimostra quale schizofrenia c’è stata sulla materia. Questo governo tecnico ha fatto un gran pasticcio, tutt’altro che tecnico, e dimostra quanto sia evidente l’affondo sulla democrazia. Si è messo mano con l’accetta al taglio a ad accorpamenti strampalati di istituzioni democratiche elette dai cittadini per sostituirle, in nome di un risparmio fittizio che non considera affatto le ripercussioni negative economiche e funzionali sulla gente, con quelli che c’è il timore che diventino carrozzoni di nominati, senza una valutazione socio scientifica dell’efficienza dei servizi e in spregio al rapporto democratico istituzioni –cittadini. Per non dare risposte vere al degrado di certa politica si è cavalcata l’ondata di antipolitica senza che i veri privilegi della casta vengano intaccati.
Di 3 punti che a nostro avviso sono fondamentali si parla poco e sono stati derubricati ad argomenti di secondaria importanza:

1) I risparmi, se avverranno, saranno irrisori e ci lasceranno senza rappresentanza democratica e territoriale, e pare proprio che questo sia l’obiettivo, perché il quadro di riforme che si è andato a delineare una cosa la chiarisce, che si vuole levare ai cittadini la possibilità di eleggere i propri rappresentanti per quanto riguarda la rappresentatività dei territori e del pluralismo politico, perché questi nuovi carrozzoni saranno composti da giunte nominate e non elette dai cittadini, un esproprio grave e intollerabile di democrazia ed è grave che se ne parli poco negli ambienti della politica.

2) Ci sono da definire le future funzioni e competenze (basti pensare ad ambiente, scuola, lavoro…), bisognerà discutere di come si realizzeranno queste scelte per rendere efficaci  e fruibili i servizi ai cittadini, creando meno disagi possibili

3) Bisognerà tener presente quali saranno le ripercussioni sui lavoratori (perché già si parla di esuberi) di ruolo e su quelli rimasti vergognosamente precari da una vita, e poi nessuno parla del personale in appalto della provincia, centinaia di lavoratori che rischiano di essere licenziati e per i quali non è prevista alcuna tutela. Forse prima bisognava risolvere questi problemi e poi pensare a come fare i tagli senza lasciarsi prendere da nessun furore ideologico e poi pensare anche alle guerre di campanile che hanno egemonizzato ogni discussione. Leggi tutto “Prc Livorno, sul riordino delle province”

Ciao compagno Piero..

 

dal Circolo PRC Rosignano

 

 

A poco più di un anno di distanza da quella tragica caduta alla festa di Rifondazione Comunista, Piero Taddei ci ha lasciati. La sua forte fibra si è infine arresa ai danni cerebrali gravissimi riportati nella caduta.  La scomparsa di Piero Taddei lascia un vuoto incolmabile nel cuore dei comunisti e di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato per il suo carattere schivo e riservato che lo rendeva però capace di assumere compiti e impegni di grande spessore.  Piero è stato un militante a tutto tondo, convinto che una linea politica non vada affermata solo verbalmente, ma realizzata nella pratica e nell’impegno personale quotidiani. Tanti anni fa, al momento della costruzione del “partito nuovo”, una sorta di nuova fondazione dell’allora PCI, Palmiro Togliatti spronava i militanti di allora a conoscere la linea del partito, a dedicare una parte del loro tempo alle attività del partito, e ,cosa strana in un uomo solitamente freddo e razionale come lui a” voler bene al partito” sentendolo non come una mera ,organizzazione politica ma come una comunità di uomini e donne uniti in un obbiettivo di giustizia sociale.  Ebbene Piero Taddei, ha incarnato tutto ciò; come centinaia di migliaia di altri compagni e compagne che hanno fatto grande il PCI, ha dato tutto se stesso ad un impegno e una causa che, nonostante le delusioni del presente, mantiene ancora viva la sua pregnante attualità.
Ciao Piero, ti sia lieve la terra e ti accompagni nel tuo ultimo viaggio quella bandiera rossa che per tanti anni abbiamo insieme sollevato perché sventolasse, bella e ridente, sulle lotte dei poveri e dei lavoratori .

Le compagne e i compagni della Federazione della Sinistra di Rosignano

Contestazioni sulla celebrazione della battaglia di El Alamein: comunicato stampa

 

  • Comunicato stampa del 29 ott.’12

 

 

I fischi e la contestazione ieri avvenuta durante le celebrazioni della battaglia di El Alamein all’indirizzo del Ministro Di Paola non ci meravigliano ed anzi appaiono condivisibili.
I Giovani Comunisti hanno da sempre, come è noto, contestato detta celebrazione mai contro i singoli militari ma contestando i vertici militari di strumentalizzare tristi pagine della nostra storia e dei nostri morti, confermiamo oggi la posizione, come ribadiamo tutta la nostra contrarietà alla partecipazione alle missioni internazionali patrocinate da NATO e Stati Uniti.
Il punto odierno non è pero, noi crediamo, nel merito della celebrazione  e dei conflitti in atto quanto semmai sul come esse, le celebrazioni di ieri, si sono svolte.
La vicenda dei marò italiani detenuti in India è una triste pagina che pero ci da il senso del nostro Paese.
Per motivi di tempo non staremo a discutere sulla legittimità dell’azione che essi svolgevano sulla nave prima dell’arresto, il punto è che essi sono stati inviati a difesa di una nave commerciale italiana in acque dominate dalla pirateria.
Al momento dell’incidente non doveva essere permesso alla nave di spostarsi dalle acque internazionali a quelle indiane, ciò ha permesso che i due italiani venissero arrestati.
Dopo mesi di carcerazione ancora oggi non siamo in grado di sapere quali saranno gli sviluppi di questa articolata e triste vicenda.
Ci sarebbe stato bisogno di ben altra azione diplomatica, risolutiva, e a monte di ben altra direzione al momento dell’incidente.
Il clima presente nelle forze armate italiane è comprensibile e non può essere sottaciuto come elemento limitato e occasionale, noi crediamo altresì che i fischi di ieri siano il sintomo e la manifestazione pubblica, non isolata, di parte rilevante del nostro esercito e di parte cospicua della nostra società.
Come vediamo bene, anche da questa vicenda, la credibilità e il peso del nostro Paese non sono variati in maniera sostanziale con il Governo Monti che anzi ha amplificato e radicalizzato la crisi economica e la transizione verso condizioni di vita peggiori della nostra società.
Nel manifestare tutta la nostra solidarietà ai lavoratori marò italiani, e nel registrare drammaticamente come periodicamente la lista dei morti tra le fila dei militari impegnati nelle missioni all’estero si allunga, esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglie e ai cari che quelle morti hanno subito.
Nel ribadire la nostra contrarietà rispetto alla partecipazione dell’Italia alle missioni militari oggi in essere, ma anche future se non in caso di difesa come sancito dalla Costituzione repubblicana, lavoreremo come di consueto alla costruzione di un Paese equo e giusto, per dare al nostro popolo quel benessere che si merita.

Niccolò Gherarducci
Coordinatore Giovani Comunisti Livorno
Resp. Organizzazione e Comunicazione PRC Livorno

I grillini sono delusi di sinistra

di Marika Manti – web.rifondazione.it

 

 

L’analisi del voto siciliano effettuata dall’Istituto Cattaneo di Bologna restituisce una fotografia per molti versi sorprendente. Il Pdl è distrutto ma il Pd è dimezzato, altro che grande vittoria. L’unico vincitore è Grillo e i suoi voti vengono per lo più dai partiti del centrosinistra e non dall’astensione.
L’istituto bolognese ha confrontato il numero assoluto dei voti con le ultime elezioni regionali del 2008. Tutti i partiti soffrono l’enorme percentuale degli astensionisti.
Ma il crollo maggiore è quello del Pdl che ha perso quasi tre quarti degli elettori passando da 900.000 voti a 270.000 (-72,5%), e il confronto non cambia di molto se si considerano la lista per Lombardo presidente che nel 2008 prese 119.000 voti (pareggia solo i 107.000 voti ottenuti dalla lista per Musumeci presidente). Ma se il Pdl ha perso, il Pd non ha vinto. I democratici sono passati dai 505.000 voti del 2008 a 257.000 (-49%). Risultato che non cambia anche aggiungendo le liste legate al candidato presidente. A sinistra del Pd hanno perso tutti. Fds, Sel e Verdi insieme hanno più che dimezzato i consensi rispetto al 2008 quando si erano presentati come Sinistra Arcobaleno. L’Idv, invece, guadagna qualcosina (circa 18.000 voti), ma il 2008 per il partito di Di Pietro in Sicilia fu una dei peggiori risultati elettorali di sempre. Non si salva neppure l’Udc che rispetto al 2008 scende in termini assoluti di 129.000 voti (-38%). L’unico vero vincitore è il Movimento 5 Stelle che passa da 46.000 a oltre 285.000 elettori con un incredibile aumento in percentuale del 515%. Se questa è antipolitica. Leggi tutto “I grillini sono delusi di sinistra”

A Firenze l’altra Europa è pronta

di Tommaso Fattori –   web.rifondazione.it

Dall’8 all’11 novembre a Firenze si tiene l’incontro europeo “Firenze 10+10. Unire le forze per un’altra Europa”: movimenti, sindacati e associazioni di tutta Europa si scambieranno esperienze e proporranno le alternative alle politiche che hanno portato l’Europa alla crisi. Un appuntamento da non perdere.
Mai lasciarsi sfuggire l’occasione offerta da uno shock sistemico per portare a compimento la rivoluzione neoliberista, secondo il suggerimento di Milton Friedman.
Mentre “mercati” e “tecnici” insistono fantasiosamente nel propagandare crisi e debiti pubblici come l’effetto di un’eccessiva spesa sociale e di un insostenibile costo del lavoro, assistiamo alla “strana morte mancata del neoliberismo” (Crouch), vera causa del disastro economico, sociale ed ambientale in cui siamo immersi. Nel frattempo i poteri economico-finanziari utilizzano la crisi per annientare i diritti sociali e del lavoro e per privatizzare beni comuni e servizi pubblici. La crisi finanziaria e bancaria, trasformata in crisi del debito pubblico, si è ulteriormente tradotta in crisi, anzi in agonia, della tradizionale democrazia rappresentativa, in un quadro nel quale persino i referendum popolari possono essere impediti senza scandalo (Grecia) o tollerati a patto di lasciarne in buona parte disatteso il risultato (Italia). Attraverso il fiscal compact e il six pack le classi dirigenti europee stanno a loro volta utilizzando la crisi per concentrare i poteri decisionali sulle politiche pubbliche, a partire da quelle fiscali, nelle mani di un’oligarchia priva di legittimazione democratica diretta, solerte portavoce dei mercati finanziari: Commissione, Bce, tecnocrazia. Una rivoluzione silenziosa dall’alto, nella quale, dietro lo sbriciolamento delle vecchie istituzioni rappresentative nazionali, non si intravede nessuna forma di nascente democrazia sovranazionale. Leggi tutto “A Firenze l’altra Europa è pronta”