Gramsci: fascismo e classi dirigenti nella storia d’Italia

Gramsci: fascismo e classi dirigenti nella storia d’Italia[1].
 
di Gianni Fresu
 

1. Interpretazioni storiografiche sul fascismo.

Il fascismo è probabilmente il tema politico che nella storia d’Italia ha dato luogo alla quantità maggiore di studi, una enorme produzione con diversità di approcci e molteplici implicazioni disciplinari. Stando al campo storiografico esso ha dato luogo a diversi canoni interpretativi che si sono caratterizzati per aver posto la propria attenzione su questo o quell’aspetto – storico, economico, sociale o morale – costitutivo o predominante del fenomeno. Come è noto Renzo De Felice, uno dei massimi studiosi del fascismo, si è confrontato con le diverse interpretazioni storiografiche[2]. Il fascismo, per lui, è uno dei grandi fenomeni del Novecento, tuttavia, esso non è dilatabile al di fuori dell’Europa e del periodo compreso tra le due guerre. Dunque sarebbero del tutto fuorvianti le generalizzazioni che tendono a coprire con l’aggettivo fascista tutte le varianti e tipologie di regimi autoritari e reazionari. Le radici del fascismo sono tipicamente europee e legate alla crisi indotta dal trapasso nella società di massa, e in particolare sono peculiari di quelle società che hanno vissuto le profonde trasformazioni di quel periodo condizionate dai ritardi e dalle debolezze politiche ed economiche ereditate dalla loro storia. Senza entrare in dettaglio su tutte le varianti di questi canoni interpretativi, per comprendere la particolarità e la complessità della lettura gramsciana, penso sia utile soffermarsi, brevemente e in via preliminare, sulle tre interpretazioni fondamentali del fenomeno in rapporto alla Storia d’Italia.

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La risposta emisferica yanquee: la IV flotta d’intervento

di Fidel Castro

Era sorta nel 1943 per combattere contro i sottomarini dei nazisti e proteggere la navigazione durante la Seconda Guerra mondiale. Era inattiva dal 1959 perché non necessaria. Il Comando Sud copriva le necessità egemoniche degli Stati Uniti nella nostra area. Senza dubbio ora è rinata recentemente, dopo 48 anni, e i suoi fini d’interventismo non è nemmeno necessario dimostrarli. Gli stessi capi militari, nelle loro dichiarazioni, lo divulgano naturalmente, spontaneamente ed anche in forma discreta.

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Incontro – dibattito con il compagno Claudio Grassi a Rosignano

Giovedì 15 maggio alle ore 21 presso il Circolo di Rosignano si svolgerà il dibattito organizzato dai Giovani Comunisti/e di Rosignano sul tema del partito e del suo futuro, in particolare si discuterà dell’imminente congresso.

Alle ore 17, giovedì 15 maggio, presso la sala riunioni al primo piano dell’Auditorium di Piazza del Mercato (Rosignano Solvay) si terrà la riunione provinciale dell’area politica del PRC “Essere comunisti” per discutere dell’attuale fase politica, del tesseraento 2008 e del congresso nazionale.

Ad entrambi gli appuntamenti parteciperà il compagno Claudio Grassi del Comitato di Gestione del PRC.

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E Livorno la rossa sogna di rifondare Rifondazione

Viaggio nella città più bertinottiana d’Italia. Dove i giovani non votano e i vecchi delusi si interrogano

da Il Messagero

di Michele Concina

LIVORNO – Pascolavano a testa china, da bravi dinosauri, convinti che il loro mondo sarebbe rimasto intatto in eterno.  Non hanno visto, quelli di Rifondazione comunista, il meteorite che calava dal cielo, ad annientarli o quasi.  Solo adesso, frastornati e increduli, ricordano quei segnali.  Quel fischio, quello spostamento d’aria.  Si domandano come è potuto succedere, meditano smarriti su un futuro a dir poco eventuale.  Per leggere il dramma di militanti e quadri, il posto giusto è  Livorno , la città più rifondarola d’Italia: 1620 iscritti (ma dieci anni fa erano quasi 2300); il 16 per cento dei voti da soli alle politiche del 2006, precipitato al 6 domenica scorsa nonostante il cartello Arcobaleno con Verdi, Pdci e sinistra ex Ds.  O forse, proprio a causa di quell’alleanza.

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Grassi: «Il partito non si scioglie. Contarsi su questo è inevitabile»

di Matteo Bartocci

su Il Manifesto del 10/05/2008

«Unità a sinistra sì, ma per noi è chiaro che il Prc non è un partito transitorio. In questo congresso si decide il destino di Rifondazione comunista». Claudio Grassi, coordinatore dell’area Essere comunisti, è uno dei promotori della mozione firmata dall’ex ministro Paolo Ferrero. «Nel nostro documento – spiega Grassi – sottolineiamo la necessità del processo unitario a sinistra ma senza che venga messa in discussione l’autonomia politica, culturale e organizzativa di Rifondazione. Il partito insomma resta per l’oggi e per il domani. Gli altri compagni invece prevedono un percorso costituente che alla fine porterà al nostro scioglimento».

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