Domenica 7 marzo 2010

   
   
La Federazione della Sinistra annuncia la scomparsa della DEMOCRAZIA uccisa dal Governo Berlusconi il 5 marzo 2010 attraverso l’approvazione del Decreto Interpretativo per le elezioni regionali. I funerali si terranno il 28 e 29 marzo Il decreto interpretativo adottato dal Governo al fine di ‘sanare’, come riconoscono gli stessi ministri, inadempienze, errori e illeciti nella presentazione delle liste elettorali in Lombardia e Lazio a opera del centrodestra, è un abuso che fa scempio delle regole istituzionali e dei principi costituzionali. Si tratta di un atto arbitrario, indegno della civiltà giuridica democratica, che fa a pezzi quel quadro condiviso di regole e della separazione dei poteri preposti alla loro vigilanza che costituiscono il presupposto di qualsiasi competizione elettorale regolare.
Ed è davvero avvilente e grave che una personalità rigorosa e specchiata, come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si sia resa partecipe, apponendo la propria firma al decreto governativo, di questa scandalosa violazione dei principi costituzionali, del valore della separazione dei poteri e della convivenza democratica.Per questo la Federazione della sinistra ritiene che tutte le forze democratiche e le energie
intellettuali si debbano mobilitare da subito contro questo scempio nei confronti di quell’atto    supremo della sovranità popolare che è il voto. Diamo quindi appuntamento a domani: Domenica 7 marzo 2010 ore 10,00 per il presidio unitario alla Terrazza Mascagni. La mobilitazione popolare non può mancare.
Per la difesa della libertà, della libertà, della solidarietà, dei diritti democratici conquistati attraverso la Repubblica e che oggi hanno subito un colpo drammatico e allarmante che non può per nessun motivo passare sotto silenzio. Perché qui non è in gioco non si tratta la destra o la sinistra, la maggioranza o l’opposizione , ma il popolo italiano, della rispetto della sua sovranità e delle sue istituzioni democratiche.

Livorno. giù le mani dall’articolo 18

5 marzo 2010 Livorno

Oggi; Rifondazione comunista, davanti alla prefettura di Livorno. Difendiamo l’articolo 18

COMUNICATO STAMPA
ART. 18 – FERRERO: “APPELLO A FORZE DEMOCRATICHE, NEL POMERIGGIO DI VENERDI 5 MARZO SIT IN A PREFETTURE”

Roma, 4 mar. 2010 – “La messa in mora dell’articolo 18 operata dal parlamento è un gravissimo attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e un atto ignobile da parte della maggioranza di centrodestra”. Questo il commento del portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero, in relazione al voto di ieri sera sul provvedimento voluto con forza dalla destra e che introduce l’arbitrato al posto del giudice competente per dirimere le controversie di lavoro. “L’approvazione da parte del Senato del disegno di legge 1167-B è una vera e propria controriforma che mina radicalmente i diritti del lavoro – continua Ferrero – Si tratta dell’abrogazione di fatto e surrettizia dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in difesa del quale nel corso di questi anni tanta parte delle classi lavoratrici e del paese si è impegnata per arginare gli attacchi sempre più ignobili da parte della destra berlusconiana”.
“Il voto di ieri rappresenta l’acerrima volontà di sancire la totale subordinazione del lavoro all’impresa – conclude il portavoce della Fed. – Occorre far partire da subito la mobilitazione contro il governo e lo scempio dei diritti dei lavoratori che si sta perpetrando. Per questo oggi pomeriggio saremo davanti alle Prefetture in tutto il paese. Ci rivolgiamo alle forze politiche democratiche, alle organizzazioni sociali, alle forze dell’associazionismo, al mondo della cultura, alle energie intellettuali e della società civile: diamoci appuntamento in tante e in tanti per contrastare questo scempio dei diritti del lavoro”.

Presa di posizione dei Giovani Comunisti sulla vicenda Cosimi-SenzaSoste

Le/i Giovani Comuniste/i di Livorno esprimono massima solidarietà alla redazione di “SenzaSoste” a seguito dell’attacco ricevuto da parte del Sindaco Cosimi. Reputiamo tale gesto inaccettabile poiché la foto pubblicata che lo ritrae non ha niente per essere contestata, oltretutto perché in quanto personaggio politico e quindi pubblico non capiamo tale reazione.
Attacchi analoghi a questo sono quelli che quotidianamente il Presidente del Consiglio fa ai mezzi di informazione e alla cosiddetta “sinistra”, risulta evidente che noi non intendiamo accettare simili atteggiamenti anche dal Sindaco della nostra città.
Di fronte ad una realtà falsa e piena di menzogne come quella odierna, pubblicata sulle prime pagine dei maggiori giornali e delle più importanti emittenti televisive, SenzaSoste rappresenta senza ombra di dubbio un esempio di sana controinformazione: una testata libera, autogestita e autofinanziata. Siamo convinti della bontà del progetto di SenzaSoste, progetto che sosteniamo visto che oggi è un’arma ulteriore per chi come tutti noi lotta per la libertà di pensiero, espressione, informazione.
Per questo riteniamo l’atto di Cosimi inammissibile, evitiamo quindi di pensare a secondi scopi, come quello di far tacere definitivamente una delle poche voci libere e critiche rimaste in circolazione.
 
Chiara De Cristofaro – Coordinamento GC Fed. di Livorno
Niccolò Gherarducci – Coordinatore GC Fed. di Livorno

Solidarietà e sostegno agli studenti, ai lavoratori e ai compagni del Pkk arrestati e indagati in questi giorni

Nell’indifferenza con cui si sono consumate le ultime vicende politiche in Turchia, con il tentato colpo di Stato e l’aumento della tensione tra il governo filo islamico e le forze armate laiche, non stupisce la mancanza di reazioni rispetto agli arresti in Italia dei compagni del Pk, Partito dei Lavoratori del Kurdistan da tempo costretto alla clandestinità e accusato di terrorismo.

Occorre aver presente come sia stata la Turchia a rifiutare un ritorno alla via democratica, portando avanti una politica di repressione e intimidazione. Già con il colpo di Stato da parte dell’esercito turco, nel 1980, i curdi subirono condanne a morte e arresti per cospirazione.

Risulta utile ricordare inoltre come il processo di avvicinamento tra popolo curdo e Unione Europea sia stato bloccato dagli attentati dell’11 settembre, allorquando gli USA e i loro alleati decisero di dividere i movimenti di liberazione nazionale tra buoni e cattivi, a loro completa discrezione, etichettando appunto anche il Pkk tra le organizzazioni terroristiche internazionali.

La linea che tiene il Governo turco è presto riassunta, secondo l’esecutivo di Istanbul non esiste la necessità “di prove per affermare che qualcuno abbia commesso reato in nome del Pkk. La sola partecipazione ad una manifestazione di piazza costituisce prova sufficiente”.

In questo contesto non possiamo dimenticare il trattamento del governo D’Alema riservato al compagno Öcalan, leader curdo ancora oggi in carcere, che per settimane (1998) cercò asilo politico e finì per essere consegnato dagli italiani, violando oltretutto gli articoli 10 e 26 della nostra Costituzione (asilo politico ed estradizione passiva).

Esprimiamo la nostra più ampia solidarietà e il nostro sostegno agli studenti, ai lavoratori e ai compagni del Pkk arrestati e indagati in questi giorni, alcuni già espulsi immediatamente, con l’infamante accusa di terrorismo internazionale, ancora tutta da dimostrare.

Niccolò Bassanello, Coordinatore GC Prato
Renato Cavarretta, Coordinatore GC Grosseto
Nadia Davini, Coordinatrice GC Lucca
Niccolò Gherarducci, Coordinatore GC Livorno
Diego La Sala, Coordinamento GC Pistoia
Dmitrij Palagi, Coordinatore GC Firenze
Luca Panicucci, Coordinatore GC Pisa

Solidarietà a Otegi e alla sinistra basca

“Abbiamo un debito con i prigionieri politici baschi, i rifugiati e i tanti compagni che abbiamo perso nella lotta e alla fine ce la faremo”. Per questa frase Arnaldo Otegi, uno dei leader della sinistra basca, ha subito una condanna di due anni di carcere e altri sedici di inabilitazione totale.
Alcuni paesi fra cui la Spagna e l’Italia cercano ancora di punire voci di dissenso, con i reati d’opinione, mentre troppo spesso chi rivolge insulti o minacce contro cittadini stranieri viene invece tutelato. Questi reati di semplice manifestazione del proprio pensiero politico rappresentano un ostacolo alla libertà di espressione di opinioni politiche.

Il governo Zapatero continua la linea repressiva nei confronti del movimento basco. Il mito dello Stato socialista perfetto, a cui gli italiani guardavano per consolarsi dalle sconfitte nostrane, da sempre si infrange su questioni economiche e di tolleranza (nei confronti dei movimenti baschi come per gli immigrati). In questi mesi non sono cessati né gli arresti né l’illegalizzazionecon cui si criticava il governo Aznar. Nonostante questo la sinistra basca ha mantenuto chiaramente l’impegno ad intraprendere una soluzione democratica e non violenta per risolvere la questione dei Paesi Baschi. Persino Zapatero aveva definito Otegi “uomo di pace”.

Non è accettabile che da una parte si proclami la volontà di risolvere la situazione, additando l’ETA come panacea di ogni tensione, mentre dall’altra si reprime ogni espressione, anche democratica, di un popolo che da anni viene ridotto a “gruppo di sanguinari terroristi”.
Il livello di disinformazione e manipolazione è tale per cui in questi giorni si è arrivati addirittura a denunciare un presunto rapporto tra FARC ed ETA, sotto la protezione del governo Chávez. Il giudice spagnolo Velasco pare essersi dimenticato che la fantapolitica è solitamente argomento di propaganda per personaggi quali Bush e Blair.

Il meccanismo repressivo del governo Zapatero passa sotto silenzio, ogni arresto è ignorato e ogni denuncia viene giustificata con il terrorismo, anche quando la prova inconfutabile si riduce a semplice frase durante un comizio.
Massima solidarietà quindi a Otegi e alla sinistra basca tutta, capace di resistere alle provocazioni del governo spagnolo, senza arrendersi né cedere a reazioni violente.

Niccolò Bassanello, Coordinatore GC Prato
Renato Cavarretta, Coordinatore GC Grosseto
Nadia Davini, Coordinatrice GC Lucca
Niccolò Gherarducci, Coordinatore GC Livorno
Diego La Sala, GC Pistoia
Dmitrij Palagi, Coordinatore GC Firenze
Luca Panicucci, Coordinatore GC Pisa

Comunicato stampa della Federazione della Sinistra sulla situazione MTM

Ancora una volta le conseguenze della crisi o di un ipotetico calo del mercato ricadono esclusivamente sui lavoratori. È inaccettabile l’atteggiamento mostrato in questi giorni dall’Azienda Mtm.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai 60 lavoratori che non hanno visto rinnovato il loro contratto e a tutti gli altri precari presenti nell’azienda. Allo stesso tempo condividiamo in pieno l’iniziativa assunta dai sindacati in questa vicenda.

Già a novembre segnalammo che la situazione dei lavoratori presso questa azienda era particolarmente delicata visto l’altissimo numero di precari presenti. All’epoca si parlava di solo 10 sono assunti a tempo indeterminato su 400 dipendenti. In questo contesto l’accordo sulla stabilizzazione siglato tra azienda e sindacati faceva sperare in una normalizzazione della situazione. Oggi apprendiamo che così non è!

Ricordiamo che La Mtm, costituita nel 1977, non è una piccola azienda. Essa occupa oltre 600 addetti tra Piemonte e Toscana e fa parte del gruppo Brc, multinazionale tra i leader mondiali nella produzione e commercializzazione di componenti e impianti a gpl.

Proprio per questo è inaccettabile che continui a fare un uso spregiudicato delle norme sul lavoro, colpendo ogni volta i diritti dei lavoratori, richiamando possibili flessioni negative del proprio mercato. La preannunciata fine degli ecoincentivi non può giustificare le scelte dell’azienda. È necessario che Mtm si confronti con i sindacati affrontando insieme a loro e a tutti i lavoratori le possibili conseguenze delle scelte del Governo.

Su questo aspetto riteniamo che la decisione del Governo sia stata presa nel modo peggiore. Sarebbe stato necessario che il Governo accompagnasse agli incentivi una politica di rilancio del settore della componentistica e attuasse una loro riduzione graduale e non una netta chiusura. Sottolineiamo, inoltre, la necessità di vincolare gli aiuti alle imprese, quali ad esempio gli incentivi, ad un impegno forte in termini occupazionali da parte delle aziende beneficiarie. Se non facciamo questo continueremo a regalare soldi pubblici ad aziende che, come la FIAT, finiscono per andare a produrre in altri Paesi.

Alessandro Trotta – Michele Mazzola
Federazione della Sinistra (PRC-PdCI)