Un nuovo modo di agire per rafforzare il Partito e superare le mozioni

di Niccolo Gherarducci * e Luciano Traversi **

su Liberazione del 22/06/2010

Abbiamo seguito con molto interesse le preoccupazioni, condividendole, che molti compagni hanno espresso sul nostro giornale sullo stato del Partito, sulle difficoltà che incontra per un suo rilancio nella società italiana. Dopo il Congresso di Chianciano, si registrò , almeno nella nostra città, un certo entusiasmo, in particolare per le sue conclusioni. Si verificò anche un riavvicinamento di compagni che si erano posti ai margini perché contrari alla politica di Bertinotti. Una spinta positiva che faceva prevedere una ripresa in avanti del Partito. Purtroppo, oggi questa spinta si è di fatto esaurita.

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Bar stadio – Sulla chiusura serve un approfondimento

La nostra città vive un momento particolare e delicato sia sotto il profilo socioeconomico che lavorativo, la tragica morte del lavoratore al cantiere e le molte aziende in crisi ne sono un esempio tangibile. Quindi, sembrerebbe inopportuno e fuorviante affrontare temi che all’apparenza possono sembrare superficiali come la chiusura del Bar allo Stadio; eppure anche questo avvenimento rappresenta un segmento importante di vita della nostra città e del suo contesto sociale.  Questo luogo ha rappresentato e rappresenta per i tifosi del Livorno e non solo, un luogo di incontro, di aggregazione sociale e sportiva, nonché di tradizione calcistica, chiuderlo significherebbe far venir meno tutto questo.  Purtroppo sembra che ha Livorno non si voglia nè valorizzare né potenziare luoghi di aggregazione e incontro. Riteniamo pertanto   indispensabile che sulla eventuale chiusura del Bar Stadio ci sia un approfondimento e un chiarimento non solo con i frequentatori ma anche con tutta la collettività, visto  che stiamo parlando di un luogo che fa parte del patrimonio sociale di Livorno. 

Lorenzo Cosimi – (segretario prc )

Michele Mazzola – (segretario pdci)

Sconvolgente, secondo morto sul lavoro in 2 giorni

È sconvolgente il fatto che dopo 48 ore si debba assistere ad un altro incidente mortale. Ciò che è avvenuto questa mattina testimonia ancora una volta come sia diventato arretrato e frazionato il mondo del lavoro. Ogni incidente, quello di oggi come quello avvenuto il 15 giugno, non è frutto del caso o della sorte ma è la conseguenza di un sistema che ormai sta sacrificando la tutela della sicurezza dei lavoratori. 

Chiediamo a tutte le istituzioni che sia aperto un dibattito serio nei consigli in cui si discuta costruttivamente di tutte le opzioni che possiamo mettere in campo per fermare la guerra in corso sui posti di lavoro. Cerchiamo di evitare che finito il momento delle manifestazioni di lutto, tutto torni come prima, come se niente fosse, fino alla prossima vittima. Mettiamo mano al sistema degli appalti a ribasso, sosteniamo i controlli sulla sicurezza, forziamo la mano affinché chi lavora nel nostro territorio abbia un futuro. 

Riaffermiamo con forza quanto sostenuto solo 48 ore fa. Tutto il mondo politico e sindacale deve interrogarsi sull’organizzazione attuale del lavoro e rendersi conto che siamo in una spirale che macinando i diritti dei lavoratori fa piazza pulita anche della sicurezza sui posti di lavoro. Dobbiamo fermarci riflettere e cominciare a modificare l’attuale sistema altrimenti continueremo a reagire agli incidenti limitandoci a manifestare la nostra vicinanze alle famiglie delle vittime e a manifestare la nostra rabbia.  
 

Michele Mazzola,  Segretario Federazione Livorno PdCI

Lorenzo Cosimi, Segretario Federazione Livorno PRC

Comunicato stampa – Ennesima morte sul lavoro

Apprendiamo con sconforto e con rabbia la notizia dell’ennesima morte di un operaio. Ancora una volta dobbiamo assistere alla disperazione di una famiglia, cui manifestiamo tutta la nostra vicinanza, e alla più chiara manifestazione di come sia diventato arretrato il mondo del lavoro. Da quanto apparso sulla stampa online Dasonor Qalliaj, così si chiamava l’operaio, lavorava per una ditta che aveva l’appalto all’interno del cantiere livornese per lavori di sabbiatura sulle imbarcazioni.

In attesa che sia più chiara la dinamica dell’incidente, vogliamo ribadire con forza un appello a tutto il mondo politico e sindacale affinché una volta per tutte si metta mano al mondo del lavoro cancellando il sistema degli appalti, come lo conosciamo oggi, e riportando i lavoratori al centro del nostro sistema produttivo. Gli incidenti che si verificano quasi quotidianamente in tutta Italia, e molto spesso nei nostri territori, sono sempre legati a precise responsabilità e sono la conseguenza di un sistema che rincorrendo i costi a ribasso è pronto a tagliare le risorse destinate alla sicurezza sul lavoro e i diritti dei lavoratori stessi. Si tratta di una vera e propria mercificazione dei lavoratori sacrificabili sull’altare del profitto cui dobbiamo mettere un freno.

Chiediamo a tutte le istituzioni di non permettere che ancora una volta, finito il momento delle manifestazioni di lutto, tutto torni come prima, come se niente fosse, fino alla prossima vittima. È necessario che si investa anche a livello territoriale affinché in ogni luogo di lavoro siano garantiti alti livelli di sicurezza, di professionalizzazione dei lavoratori e sia impedito l’uso delle gare di appalto a ribasso. Dobbiamo porci nell’ottica di tornare a condurre delle battaglie comuni affinché ogni lavoratore possa avere un lavoro stabile e sicuro.

 

Lorenzo Cosimi
(segretario prc)

Michele Mazzola
(segretario pdci)

Contro le politiche liberiste dell’Unione Europea la lotta del KKE e del popolo greco

Intervista esclusiva a l’Ernesto di Aleka Papariga, segretaria del Partito Comunista di Grecia (KKE)

di Francesco Maringiò

Aleka Papariga è la segretaria del Kke. O meglio: è la segretaria generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Greco, una sottolineatura, questa, non nominalistica ma sostanziale, per un partito organizzato secondo i principi del centralismo democratico e che lavora per coniugare la necessità della pratica collegiale nella discussione e nella costruzione della linea politica (centralità del CC), con l’esigenza di lavorare permanentemente per l’unità politico-ideologica del partito, dai sui dirigenti centrali a tutti i suoi militanti. Ma Alexandra “Aleka” Papariga è anche la prima donna del panorama europeo a capo di un grande partito ed anche la prima, per un periodo così lungo, a guidare il Kke. La sua militanza politica inizia nel movimento studentesco, di cui diventa subito una delle leader. È durante il fascismo che decide di iscriversi al Partito Comunista di Grecia e partecipare al movimento delle famiglie dei prigionieri politici. È in questa fase che viene fatta arrestare dal regime e recludere per quattro mesi. Ma questo non affievolirà certo il suo animo risoluto e continuerà così il suo impegno e la sua militanza contro il regime, fino alla sua caduta, e la sua militanza comunista. Importante sarà anche il suo impegno nel movimento delle donne. Tra i fondatori della Federazione delle Donne Greche (Oge), ha partecipato all’organizzazione di eventi inerenti l’Anno internazionale della donna, a conferenze internazionali promosse dalla Federazione mondiale delle donne democratiche ed ha scritto un libro sull’emancipazione e sulla liberazione delle donne.

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