Iniziativa 12 Febbraio – Contro l’occupazione israeliana

Boicottiamo l’economia dell’occupazione israeliana e l’economia dell’apartheid!
Il boicottaggio è una forma di protesta e di pressione che va usata contro chi con la forza espropria i popoli della loro libertà e sfrutta le risorse degli altri adottando politiche coloniali e sradicando popolazioni intere dalle loro terre per costruire nuove colonie illegali. Questo è quanto accade al popolo palestinese per mano di Israele.
Oggi davanti agli occhi del mondo il governo coloniale israeliano mette sotto completo assedio la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, costringendo oltre un milione e mezzo di persone a vivere nella più grande prigione a cielo aperto del mondo, impedendo il passaggio costante e sufficiente dei generi di prima necessità.

Il governo israeliano imprigiona migliaia di persone (circa 11.000), costruisce quotidianamente colonie illegali, distrugge case e terreni coltivati, attua sistematicamente una vera e propria pulizia etnica con metodi criminali, usa contro il popolo palestinese armi non convenzionali al fosforo bianco.

E’ chiaro che lo stato sionista di Israele, sin dalla sua nascita, altro non è che il baluardo degli interessi imperialisti in tutta la regione del Medio Oriente, rappresentando realmente la punta dell’iceberg del vecchio/nuovo colonialismo che mira allo sfruttamento globale dei popoli e delle loro risorse.

Oggi vogliamo invitare chi lotta contro tutte le ingiustizie ad unirsi a noi per una campagna di efficace boicottaggio dello stato di Israele, al fine di isolare la sua economia di guerra e di apartheid, di ottenere la liberazione di tutti i prigionieri politici e l’autodeterminazione del popolo palestinese.

SABATO 12 FEBBRAIO 2011, alle ore 14.00 INIZIATIVA NAZIONALE A LIVORNO AL TERMINAL PASSEGGERI DI FRONTE A PIAZZA DEL LUOGO PIO, PORTO CHE OGNI MESE VEDE APPRODARE DECINE DI NAVI MERCANTILI ISRAELIANE

Unioni di fatto

Finalmente dopo averne tanto parlato, siamo arrivati in Consiglio Comunale a approvare l’istituzione di un registro per le unioni di fatto, come del resto già in molti Comuni d’Italia.

Peccato che qualcuno si risenta, questo è un importante passo verso il riconoscimento delle coppie di fatto, considerando che anche nel nostro paese numerose coppie preferiscono ormai la convivenza al matrimonio, come nuova forma di vita comune .La società cambia e bisogna adeguarsi come è successo ad altri paesi d’Europa.

E’ bene ricordare che le unioni di fatto non devono necessariamente interessare solo la sfera individuale sessuale, ma semplicemente anche la stabile convivenza tra due persone, ad es. anziane, amici, amiche, che decidono di passare insieme la loro vecchiaia, anche senza essere per forza legate da un rapporto amoroso, convivenza questa che rappresenta una nuova ed adeguata forma di solidarietà sociale. Non si chiede quindi di entrare in contrasto con la famiglia così come è garantita e riconosciuta dall’art. 29 della costituzione, ma solo di cominciare un percorso di tutela e riconoscimento di altre forme di convivenza.

Questa è una prima chiave di lettura, è chiaro che l’estensione dei diritti, punto fondamentale di questa richiesta di istituzione del registro delle unioni civili, viene per forza a coniugarsi con i diritti di LGBT, verso un superamento delle discriminazioni delle coppie con diverso orientamento sessuale. E’ quindi un segnale chiaro e forte di laicità e di comprensione delle problematiche sociali che rappresenta un primo passo verso ogni forma di discriminazione nei confronti di persone con diverso orientamento sessuale. Bisogna cominciare a impostare una visione culturale basata sui diritti della “persona”, senza inserirla, la persona umana, in categorie che risentano di stereotipi, pregiudizi, forme di esclusione e discriminazione. Bisogna dare un segnale chiaro e forte di laicità, ce lo ricorda anche la normativa europea, in particolar modo la 2006/54 che riguarda la parità fra i generi e definisce in modo chiaro e inequivocabile il divieto di discriminazione nei confronti delle persone di diverso orientamento sessuale, bisogna cominciare ad affrontare con spirito fortemente laico e democratico le sfide che i cambiamenti e l’evoluzione sociale continuamente ci pongono, contro una destra incapace di modernizzarsi e di mettersi al passo con una cultura laica e decisamente progressista., quindi norme che superino la discriminazione delle coppie omosessuali nell’erogazione dei servizi.

Questo quindi può essere anche nella nostra città uno strumento che possa cominciare a promuovere una nuova sensibilità, che è chiaro che non può formarsi dall’oggi al domani, ma che deve alimentare una cultura sociale più aperta, verso la quale bisogna investire con convinzione.

Per la Federazione della Sinistra Tiziana Bartimmo

90° anniversario della nascita del P.C.D’Italia

21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2011  ( 90° anniversario della nascita del PCd’I )
 
21- 23 gennaio 2011
Venerdì 21 gennaioOre 17 – Introducono Lorenzo Cosimi (PRC) e Michele Mazzola (PdCI)
Ore 18 – “1921-2011: 90° anniversario della nascita del PCdI. Il contributo della questione di genere alla teoria ed alla prassi dei comunisti e della sinistra,
nell’epoca della pervasività del neoliberismo e della crisi”

• Lidia Menapace  
• Giovanna Capelli   
• Paola Pellegrini  
Coordina: Tiziana Bartimmo ( Capogruppo PRC-PdCI – Comune di Livorno )     
Luogo: Circolo Astra Cantiere, Piazza L. Orlando

 

22 gennaio 2011

Luogo: Teatro “Grattacielo” Via del Platano 6

Ore 10:00 – 17:00 – Dalla crisi del capitalismo le ragioni del Comunismo. La straordinaria attualità di un pensiero rivoluzionario.
    
· Vladimiro Giacchè     
· Umberto Carpi
· Paolo Ferrero

Introduce: Stefano Cristiano e Nino Frosini
Coordina: Alessandro Trotta (FdS Livorno)

 

 

Domenica 23 gennaio

Ore 9:30 : “L’unità della sinistra si fa al fianco delle lotte di studenti e lavoratori”. I compiti della Federazione della Sinistra.  

·         Cesare Salvi ( FdS )        

·         Anna Belligero (GC)         

·         Simone Oggionni (GC)       

·         Flavio Arzarello (FGCI)      

Coordina: Niccolò Gherarducci (GC Livorno)

Ore 13: Pranzo a prezzi popolari

Luogo: Teatro “Grattacielo” Via del Platano 6

  

90° anniversario della nascita del PCd’I

di Frida Nacinovich

La nascita del Pci, la sua morte, il presente. Il mare e la neve, Livorno a gennaio. Agenti di polizia che fermano l’automobile perché è lunga e vecchia. “Sa com’è, una Mercedes così dà nell’occhio”. Non ci sono malintenzionati a bordo, c’è il segretario di un partito comunista, molto più piccolo di quello che fu. Rifondazione comunista. Scena di segno opposto, poco dopo, in pizzeria. C’è grande lavoro, dai forni escono teglie di torta di ceci una dopo l’altra, schiacciate, pizza. I clienti sono in fila, aspettano il loro turno, contenti se ne vanno con il “cinque e cinquanta” (“non chiamatela schiacciatina con la cecina, così la chiamano i pisani”), con il quarto di pizza e visto che è sabato anche un quartino di vino. Con questo freddo non fa male. Il comunista Paolo Ferrero viene riconosciuto, una stretta di mano, un in bocca al lupo e oggi offre la pizzeria. Si pagherà la prossima volta, che tanto arriverà. Novant’anni fa in questa città che odora di salmastro nasceva il partito comunista italiano, ora non esiste più ma ha lasciato il segno. Un’idea, una visione delle cose, la richiesta di giustizia sociale. Il centro artistico il “grattacielo”, un teatro nel cuore della città, è pieno di bandiere rosse. Qui ci sono donne e uomini che non ci stanno a far riscrivere la storia da Silvio Berlusconi et similia. Il Cavaliere chiama comunisti i giudici che lo vogliono processare, chiama comunisti Massimo D’Alema e Walter Veltroni, chiama comunisti tutti quelli che non la pensano esattamente come lui. Anche a Barck Obama danno del comunista, sono quelli del tea party. “You are a comunist”. Non è vero. “La dissoluzione del partito comunista italiano ha fatto venir meno un linguaggio”, osserva il professor Umberto Corpi, che ci tiene a ricordare la sua tessera del Pci del 1956. “Oggi ci accusano di essere conservatori, i riformisti sarebbero quelli che vogliono far pagare il costo della crisi ai lavoratori. Un mondo stravolto”. Un mondo capovolto. Dalla crisi del capitalismo alle le ragioni del comunismo. “Perché la memoria – speiga ancora Carpi – deve essere un ottimo documento per la storia, altrimenti tutto può essere riscritto”. L’economista Vladimiro Giacché è abile nello spiegare le ragioni di una crisi, che “non può essere affrontata con il liberismo debole del Pd, e neppure con la decrescita felice. Perché lo sviluppo non va di pari passo con l’equità. Anzi, succede il contrario. L’indice che misura le diseguaglianze è alto, altissimo”. Di qui un’antica ricetta mai smentita dai fatti, come dimostrano anche gli aiuti tedeschi e francesi ai rispettivi settori automobilistici. “Rilancio del ruolo dello stato in economia. Non esiste una ricerca empirica che dimostri che un’azienda privata funzioni meglio di una pubblica”. La sala del teatro si riempie di attenti ascoltatori, nonostante i disagi del maltempo e un’orario – le 10 del mattino di sabato – molto comunista e molto poco comodo. Paolo Ferrero racconta in modo logico, passo dopo passo, “la crisi del capitale, che non è congiunturale ma strutturale. La stagnazione economica, che si accompagna alla difficoltà di reperire le materie prime. E la scarsezza delle risorse porta con sé una tendenza alla guerra”. Il segretario di Rifondazione comunsita non è ottimista, anzi: “Non c’è nessuna ragione per cui nei prossimi dieci anni l’Italia possa uscire dalla crisi in cui è oggi”. E c’è un perché: “L’offensiva di Berlusconi e di Marchionne vanno di pari passo. Il primo conquista voti con un’informazione manipolata e forte del consenso si sente in diritto di zittire i magistrati, pagare minorenni, fare quel che vuole. Un sovrano senza vincoli esterni. Il secondo pensa che il padrone di una fabbrica abbia il diritto di imporre con la forza del ricatto occupazionale le proprie regole. O ti fai toglere diritti o perdi il posto di lavoro imporre con la forza del ricatto fatto che quei lavoratori bisogno di lavoro tu li possa ricattare e togliere diritti.

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Piena soddisfazione per la sentenza del TAR ora il Ministro e il PD devono riflettere.

Apprendiamo con estrema soddisfazione che il Tar della Toscana ha accolto il ricorso presentato da Roberto Piccini contro la bocciatura della terna per l’Autorità portuale. Con questo atto è stato ripristinato il principio per cui ci sono delle regole e chiunque le deve rispettare a partire dal Ministro. Come avevamo sempre sostenuto la terna era stata respinta con un atto di arroganza privo di fondamenti.

In tutta questa vicenda è stato evidente un atteggiamento estremamente conciliante verso il Ministro da parte degli amministratori regionali e locali. Spesso si è avuta l’impressione che invece di difendere il principio per cui il territorio ha il diritto di esprimere le proprie candidature e di pretendere che esse siano valutate seriamente, si sia assunto un atteggiamento conciliante e rinunciatario inaccettabile per Livorno. Non è possibile che un territorio come quello livornese faccia proprio il tentativo del Ministro di introdurre una nuova candidatura a Presidente passando dal commissariamento. Su questo aspetto, nell’attesa della sentenza, gli enti locali avrebbero dovuto puntare ad un commissariamento tecnico di brevissima durata senza scomodare figure provenienti da altri porti. Ci saremmo aspettati che gli amministratori del PD, partito di maggioranza e di governo del territorio invece di dividersi avessero assunto un atteggiamento di netta opposizione al tentativo del Ministro, difendendo le prerogative del Comune e delle autonomie locali. Così non è stato e i continui articoli sulle difficoltà delle maggioranze locali testimonia come questo è il segnale più forte di una crisi di direzione politica che sta attraverso tutto il territorio.

A questo punto ci aspettiamo che il commissariamento sia vissuto dagli enti locali come un atto puramente tecnico dettato dalla necessità di dover sopperire alla fine della proroga di Piccini e speriamo che questo periodo sia utilizzato per far valere le ragioni del nostro territorio.

Lorenzo Cosimi (PRC)

Michele Mazzola (PdCI)

Federazione della Sinistra – Livorno