FOIBE: BARBERA (PRC-FDS), QUERELA PER IL GIORNALISTA RAI UNO ALDO FORBICE

“Ho dato mandato ai miei legali di predisporre una querela nei confronti del giornalista di Rai Uno, Aldo Forbice, per le sue gravi affermazioni nei miei confronti rilasciate nel corso della trasmissione “Zapping” di venerdì scorso, in riferimento ad un mio comunicato stampa sulle foibe che aveva l’unica colpa di ricordare le vittime slave infoibate dal regime fascista. Le affermazioni di Forbice, durante l’intervista di Isabella Rauti, sono gravemente lesive della mia dignità e onorabilità in quanto, distorcendo i contenuti di un mio comunicato stampa, erano finalizzate ad attribuirmi, ingiustamente, una posizione ‘negazionista’ nei confronti della vicenda storica delle ‘foibe’. Affermazioni, queste, che sono peraltro in netto contrasto con quanto dichiarato nel mio comunicato in cui si rammentavano, invece, proprio quelle responsabilità che molti, in questi giorni, a causa di pregiudizi ideologici e politici, fanno finta di dimenticare, distorcendo la Storia e gettando discredito sui quei valori di libertà, democrazia e giustizia sociale che animarono la Resistenza e la lotta di Liberazione dal nazi-fascismo in Italia e in Europa. E’ grave che un giornalista della Rai, in una trasmissione pubblica, si permetta di fare certe affermazioni così poco accorte, senza approfondimenti e diritto di replica”.

E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del Municipio Roma XVII.

Dichiarazione di Ferrero sull’arresto di Goracci, ex sindaco di Gubbio

da www.dazebaonews.it

di Franco Frediani*

Desta sorpresa l’arresto di Orfeo Goracci, ex sindaco di Gubbio e attuale vicepresidente del Consiglio regionale dell’Umbria. L’accusa, per Goracci ed altri esponenti dell’allora Giunta eugubina, è quella di “associazione a delinquere”. Nello specifico si parla di reati di abuso d’ufficio, concussione, falso in atti pubblici e soppressione di atti pubblici. Insieme a Goracci sono coinvolte altre nove persone, tra le quali otto politici del PRC ed uno dell’IDV.  La notizia non è passata indolore neppure per il Partito della Rifondazione Comunista. Lo stesso segretario nazionale, Paolo Ferrero, intervistato da Il Fatto, ha dichiarato di avere “Piena fiducia nell’azione della magistratura, auspicando che si arrivi rapidamente al processo in modo da fare piena luce sulla vicenda. Per quanto riguarda i rapporti tra Rifondazione comunista e gli indagati, il partito della Rifondazione Comunista ha immediatamente sospeso chi ha ricevuto avvisi di garanzia già nel mese di novembre e abbiamo chiesto pubblicamente a Goracci di dimettersi dalla sua carica di vicepresidente del Consiglio regionale dell’Umbria in quanto chi è indagato non deve, a nostro parere, ricoprire incarichi istituzionali”. Paolo Ferrero sottolinea l’attenzione rivolta già da tempo sulla questione sollevatasi a Gubbio, rilanciando la ferma posizione del PRC in merito: “Lui non si è voluto dimettere e c’è stata una polemica pubblica molto dura a riguardo tra il nostro partito e Goracci. Ora la giustizia faccia il suo corso, ribadiamo la nostra totale fiducia nell’autorità giudiziaria”, conclude lo stesso segretario nazionale di Rifondazione.

*Direzione PRC Livorno

Genova incorona Doria nelle primarie del centrosinistra. Un vento nuovo chiede il rinnovamento.

da www.dazebaonews.it

di Franco Frediani*

La vittoria di Marco Doria nelle primarie del centrosinistra a Genova attira ovviamente gli sguardi del mondo politico e non. Siamo di fronte ad un dato sicuramente significativo e forse sarebbe meglio capire il motivo di quella che viene sbandierata come una vera novità. Il Docente universitario vicino a Don Gallo, non è un politico di professione (pur avendo un passato nel PCI e tre anni di esperienza come consigliere comunale) ma nessuno può negare che interpreterà il ruolo del politico e, come Pisapia a Milano, ha una targa ben precisa che gli è stata assegnata dal partito di Vendola. Non è un politico ma è l’uomo indicato e presentato dai Vendoliani, non prendiamoci in giro… Stiamo forse giocando con le parole? In realtà c’è molta politica dietro questo risultato (ed anche se la cosa non ci dispiace assolutamente, crediamo sia opportuno che almeno le cose vengano chiamate con il loro nome!). Leggi tutto “Genova incorona Doria nelle primarie del centrosinistra. Un vento nuovo chiede il rinnovamento.”

Giorno del ricordo: un altro punto di vista

di Bianca Bracci Torsi

È una recente acquisizione la ricorrenza nazionale del ricordo degli italiani giustiziati e gettati poi nelle foibe slave accomunati alla Giornata della memoria, dedicata ai morti nei campi di sterminio tedeschi in gran parte per la sola colpa di appartenere ad una etnia che gli uccisori dichiaravano meritevole di sterminio, dal dato comune dell’innocenza: tutti ugualmente vittime di odio razziale, tutti senza colpe. Ma gli ebrei erano cittadini italiani, tedeschi, polacchi, francesi e slavi, da secoli, i rom trascorrevano la loro esistenza nomade in giro per l’Europa da millenni, c’erano fra loro ricchi e poveri, persone più o meno oneste, ma nessuno di loro aveva invaso un paese e oppresso un popolo.

Si può dire altrettanto degli italiani in quel pezzo di Yugoslavia che le potenze vincitrici della prima guerra mondiale avevano assegnato all’Italia nella spartizione dell’ex Impero Asburgico? Quella che era stata una delle tante società multietniche europee fu brutalmente italianizzata dal divieto di parlare la propria lingua, mentre i propri cognomi venivano cambiati per legge, gli autoctoni trattati come i popoli delle colonie, potevano essere espropriati delle proprie case e dei propri campi, per lasciare spazio ai coloni italiani e dovevano sottostare a Prefetti, Questori, Dirigenti scolastici e padroni di aziende e campagne arrivati da Roma. Privi di ogni diritto i popoli slavi erano soggetti a tutti gli obblighi delle leggi fasciste compreso il richiamo alle armi: chi fuggì per unirsi ai partigiani, fu fucilato come disertore. Il tutto si aggravò con la occupazione militare italo tedesca contro la quale insorse una delle più ampie e valorose resistenze europee. Dopo la liberazione, come in tutti i Paesi occupati, furono giustiziati gli occupanti, italiani e tedeschi e i collaborazionisti locali. Come ovunque ci furono certo dei morti innocenti o con responsabilità limitate ma il movente di quelle esecuzioni non aveva niente a che fare col razzismo, caso mai con l’odio di un popolo che aveva visto uccidere, deportare, angariare e umiliare tanti dei suoi. Le pulizie etniche e le stragi di innocenti ci furono e non solo per mano tedesca ma nessuno ne parla e nessuno propone nel nostro paese, una giornata del rimorso per ricordare uomini, donne e bambini di interi villaggi e perfino i giovanissimi allievi di una scuola ortodossa massacrati dall’esercito italiano perché colpevoli di essere libici o eritrei, albanesi o slavi.

A proposito di monotonia…..una prima risposta a Monti!

di Maurizio Canaccini – Responsabile Lavoro PRC Livorno

La Federazione di Livorno del Partito della Rifondazione Comunista critica fermamente le parole del Presidente del Consiglio Monti rispetto alla “monotonia” del lavoro a tempo indeterminato. La vera monotonia nel nostro Paese è, ahinoi, invece, la disoccupazione, il non poter progettare il futuro con serenità, e il rischio quotidiano di perdere il lavoro e, come spesso accade, anche la casa. Questa monotonia ha un effetto dirompente, in maniera negativa, sulla vita di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici.
Nel corso degli anni abbiamo potuto sperimentare come la flessibilità invocata da Monti, ovvero la precarietà in realtà, sia un fallimento totale, sia dal punto di vista occupazionale che sociale.
Ci sono, ad oggi, tantissimi giovani che lavorano da precari, sottopagati, senza diritti e alcuna tutela sindacale e come spesso accade, al nero.
In taluni settori viene applicato il “metodo” Marchionne in cui si utilizzano contratti particolari e ad hoc che non tengono di conto del contratto nazionale, come, ad esempio succede nel comparto della componentistica auto o nel settore del trasporto pubblico, sia esso su rotaia o su gomma.
Con i recenti provvedimenti l’età pensionabile viene ulteriormente innalzata costringendo così quei lavoratori prossimi ad andare in pensione a lavorare ulteriori anni e impedendo, naturalmente, ai giovani di subentrare al loro posto. Non solo non si creano, come sarebbe invece necessario, le condizioni per costruire nuovi posti di lavoro, ma si blocca bensì il naturale turn over tra le generazioni.
E’ oramai diffusa tra la maggior parte degli economisti l’opinione secondo cui le politiche economiche del governo siano recessive e che, se non si interviene prontamente invertendo la tendenza, le condizioni di vita per i lavoratori e per la popolazione più in generale andranno ulteriormente peggiorando.
Affermiamo convintamente il nostro NO alle politiche di destra del governo Monti, il nostro obbiettivo verso la piena occupazione e verso il lavoro a tempo indeterminato, la difesa dell’articolo 18, andando ad estenderlo anche alle categorie che ad oggi non possono usufruirne.
Cogliamo l’occasione per invitare tutti i cittadini, i lavoratori e le lavoratrici alla manifestazione indetta dalla FIOM a Roma sabato 11 febbraio.

Cassa integrazione alla Solvay – Intervento della Sezione di Rosignano

COMUNICATO STAMPA

di Silvia Gesess – Segretaria PRC Rosignano

Il Partito della Rifondazione Comunista, Sezione di Rosignano, esprime grande sconcerto e preoccupazione per il contenuto del comunicato inviato dalla Società Solvay alla stampa.
L’annuncio è quanto mai allarmante; più della metà degli occupati nell’unità di produzione “Miniera di Ponteginori, per un totale di 25 lavoratori, saranno collocati in cassa integrazione; l’azienda minaccia inoltre drastici tagli, sempre mediante il ricorso alla cassa integrazione, anche nell’intero insediamento industriale di Rosignano.
I provvedimenti elaborati dalla Solvay sono stati causati, a quanto si apprende dal dispaccio, dalla situazione di stallo – per il mancato rinnovo delle concessioni minerarie – in cui versa l’estrazione del salgemma e, in seconda analisi dovuti al blocco dei prelievi nell’approvvigionamento idrico, utile all’estrazione del salgemma, presso il Comune di Montescudaio.
Siamo intervenuti sulla stampa proprio oggi ( giovedì 2 febbraio ), come sezioni dell’Alta e Bassa Val di Cecina, rispetto a questi temi, centrali non solo per la Società Solvay ma anche e soprattutto per i territori e i lavoratori coinvolti.
Provvedimenti simili, qualora venissero confermati, andrebbero ad aggravare ulteriormente la già precaria situazione occupazione in cui versa il nostro territorio, per cui, riteniamo di centrale importanza innanzitutto la salvaguardia dei posti di lavoro.
Compito della Politica è elaborare proposte che vadano, allo stesso tempo, verso la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e verso la tutela, e in prospettiva l’incremento, dell’occupazione.
In questo senso crediamo essenziale che sia le Amministrazioni comunali locali, che provinciali e, in ultima istanza, regionale, si dotino di un vero e serio Piano Industriale, ad oggi mancante. Ciò permetterebbe di evitare il verificarsi di situazioni simili a quella odierna e a maggior ragione darebbe l’opportunità di una pianificazione sul medio e lungo periodo, rispetto sia all’occupazione e all’impatto ambientale che al mantenimento di livelli di produzione adeguati.
Rivolgiamo per questo un invito alle Istituzioni affinché possano contrattare soluzioni condivise che vadano a tenere di conto degli elementi necessari al proseguimento della produzione negli impianti della Società Solvay senza per questo dover svendere l’ambiente e la salute dei cittadini.
Da parte nostra impegneremo il Partito nelle Istituzioni che ci vedono presenti, con il primario supporto del nostro gruppo consiliare presso la Regione Toscana. Annunciamo che avvieremo fin da subito delle consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici sia dello stabilimento che dell’indotto, poiché non ci potrà essere una vera, seria e duratura soluzione senza il coinvolgimento attivo di chi la fabbrica la vive quotidianamente.